mercoledì 22 settembre 2010

Gianfranco Fini, ultimo atto.

E’ ormai svelato l’ultimo mistero sul caso Fini-Montecarlo. Non ci voleva molto ad immaginarlo, ma la conferma definitiva che l’appartamento di Rue Princesse Charlotte è di proprietà della famiglia Tulliani induce ad alcune amare riflessioni.

Fini può cianciare quello che vuole, ma ormai egli appare nudo come un verme ed indifendibile come un qualunque mariuolo colto con le mani nel sacco. Egli non ha solo infangato la sua onorabilità personale, se mai ne ha avuta una, ma anche quella di un partito, l’ex AN, e anche , il che a mio avviso è ancora più grave, quella di un certo mondo ideale , che sommariamente viene definito come la destra politica.

L’altra sera in Tv ho ascoltato una commovente dichiarazione di Pietrangelo Buttafuoco, il quale diceva di aver sentito vergogna di fronte a tale vicenda. Ma a questo punto io non so se la sola vergogna possa dare almeno un’idea dell’abisso di squallore, di miseria , di immoralità che fin dall’inizio ha caratterizzato questa incredibile vicenda.

Mi vien da pensare alla destra di una volta, alla destra storica. A quando Quintino Sella, ministro delle Finanze, si pagava di tasca sua il biglietto ferroviario per non pesare sul bilancio dello Stato. A quando dire La Destra significava dire senso dello Stato e senso della dignità personale, oltre che rispetto per i soldi propri e soprattutto per quelli dei cittadini che pagavano le tasse.

Ne è passato di tempo da allora! Ora un mariuolo come Fini può impunemente continuare a dirsi di destra e nello stesso tempo dichiarare che la svendita del patrimonio di An ad un cognato non deve interessare nessuno, trattandosi di una transazione tra privati che non comporta danni per l’erario.

Ma ormai la sceneggiata è giunta alla sua scontata conclusione. C’è da solo da sperare, il che non è del tutto scontato, che ci sia un giudice anche a Roma, anzi alla Procura di Roma, e non solo a Berlino.

1 commento:

  1. Il copione delle sceneggiate, all'ultimo atto, termina con un laconico "...cala la tela, esce.".
    Magari finisse così anche questa sceneggiata!

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