giovedì 18 novembre 2010

Chi è veramente Roberto Saviano


Saviano ha scritto un solo libro nella sua vita. Gomorra. In quel libro, scopiazzato in molte parti da quotidiani locali, egli non si limita a fare un generica denuncia contro la camorra, ma fa nomi e cognomi. Ed è questo il suo unico merito.

Per il resto il libro è una povera cosa e solo i redattori della Mondadori hanno potuto dargli una forma dignitosa e renderlo interessante.

Saviano non era nessuno prima della pubblicazione. Per la prima volta nella sua vita egli si trovava di fronte ad un bivio: correre qualche rischio con la camorra e cercare di diventare famoso, oppure non correre rischi ma continuare ad essere nessuno. Scelse la prima strada e gli andò bene.

Da allora Saviano è accompagnato da una scorta, è diventato ricco, è impegnato nel cinema e nella televisione, è diventato un’icona della sinistra. Osservatelo bene mentre parla: fa continue pause, ingoia spesso a vuoto, strabuzza gli occhi, si esprime con aria ispirata e solenne. E’ evidente che si prende sul serio. Alla pari di tanti altri che gravitano nella sua compagnia di giro, egli si considera un martire o un perseguitato, come Salman Rushdie o Alexander Solgenitsin.

Molti glielo fanno credere ed egli non si accorge di essere diventato ormai quello che le sue ultime vicende televisive hanno messo malinconicamente a nudo: un trombone, un povero trombone, oltretutto sfiatato e stonato.

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