venerdì 10 maggio 2013

Aldo Moro: in memoriam




Ricorreva ieri l’anniversario della morte di Aldo Moro, avvenuta  nel 1978  per mano dei terroristi delle Brigate Rosse. Siccome voglio ricordarlo anche io, ma senza retorica, dico subito che egli non ebbe l’aureola e la grandezza dei martiri. Certamente bisogna stendere un velo di umana pietà su molte vicende, ma non si possono non ricordare  alcune cose. Prima di tutto ci sono da ricordare molte sue lettere, talmente imbarazzanti, che in un primo momento si pensò che egli fosse stato costretto a scriverle sotto dettatura delle Brigate Rosse, anche se non c’è costrizione che tenga quando  ci si rifiuta di obbedire. In quelle lettere egli accusava il suo partito, nel quale era vissuto per tutta la vita ricevendone in cambio onori e stima, di tutte le nefandezze possibili e immaginabili. In quelle lettere egli implorava i suoi amici di ricorrere ad ogni compromesso, anche il più umiliante, pur di poter aver salva la vita, alla quale dimostrava  di tenere moltissimo. Spiace doverlo dire: Aldo Moro forse visse bene la sua vita, ma certamente non seppe morire.

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