martedì 25 giugno 2013

A proposito del processo Ruby


Quindi Berlusconi è stato condannato nel processo Ruby a sette anni di reclusione, più il resto che tralascio. La condanna, addirittura superiore a quanto richiesto dalla pubblica accusa, cosa che accade raramente, era largamente prevedibile (http://ezioscaramuzzino.blogspot.it/2013/05/da-craxi-berlusconi.html).
In fondo al cavaliere è andata pure bene, perché potevano condannarlo alla fucilazione.
Obiezione:
-In Italia non è prevista la fucilazione.
-Proprio per questo, rispondo io.
Inutile prendersi in giro. Se si pensa che Berlusconi, l’uomo più intercettato e sputtanato d’Italia, è l’unica persona della storia italiana condannata per rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, non so se c’è più da ridere o da piangere.
Ormai nel nostro paese (volutamente minuscolo) esistono tre codici penali. Uno viene applicato a Berlusconi e a tutto ciò che gli gravita attorno o può essere definito genericamente di destra.  Il secondo viene applicato a tutto ciò che gravita a sinistra ed il terzo viene applicato a chi non rientra nei primi due casi. Il primo codice, quello applicato a destra, è una macchina oliatissima, una macchina persecutoria che funziona a ciclo continuo e non conosce tempi morti. Il secondo codice, quello applicato a sinistra, prevede inceppamenti, tempi morti, rinvii, favori, sviste, distrazioni, prescrizioni e quanto altro. Il terzo codice funziona quando se ne ha voglia, tempo e possibilità.
C’è da meravigliarsi di tutto questo? Penso di no.
In un paese (volutamente minuscolo) come il nostro,
- dove ridurre le piccole pensioni è una cosa normale, mentre ridurre le pensioni milionarie  è anticostituzionale;
- dove la presidenza della repubblica (tutto volutamente minuscolo) è l’istituzione più costosa al mondo, dopo il sultanato del Brunei;
- dove orde di parassiti che campano di politica, di parapolitica e di amministrazione pubblica stanno letteralmente saccheggiando e spolpando ciò che resta;
- dove la macchina dello stato divora oltre il 50% del PIL;
- dove il debito pubblico è arrivato a circa il 130% del PIL;
- dove si favorisce l’immigrazione selvaggia allo scopo di sconvolgere e distruggere quel che resta della nostra società;
- dove il paraculismo conformistico obbliga tanti a dire (non a pensare) che la nostra costituzione (volutamente minuscolo) è la più bella del mondo;
- dove la disoccupazione giovanile è arrivata quasi al 40%;
- dove chiudono quasi mille imprese al giorno;
- dove uno scribacchino come Saviano  è considerato un eroe dai professionisti dell’antimafia;
- dove un guitto come Benigni è considerato l’erede di Chaplin.
E mi fermo per carità di patria. Insomma, in un paese (volutamente minuscolo) come il nostro, dove molto se non tutto fa schifo, perché la magistratura dovrebbe essere diversa dal resto?

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