Il bancone del Bar Centrale, lì, in piazza Oberdan, era il
mio posto di comando. Da quel posto vedevo scorrere la gente davanti ai miei
occhi e non giudicavo. Mi limitavo a leggere il bene e il male, il giusto e
l’ingiusto, il bello e il brutto nel grande registro della vita che si apriva davanti a me.
Nel mio bar non si giocava soltanto a carte. Spesso si
parlava di sport, di cinema, di storia, di arte e tante volte io mi accostavo a
voi giovani studenti, che in quel mio piccolo mondo, nei pomeriggi assolati
d’estate o nelle fredde serate invernali, davate vita allo spettacolo
meraviglioso della cultura che diventa ragione di vita. Ed io mi sentivo
orgoglioso di quella piccola, grande accademia che nasceva e si sviluppava proprio nel mio mondo, nel
Bar Centrale, in piazza Oberdan.
In quei pomeriggi d’estate, in quelle serate invernali,
percepivo allora confusamente il senso e il sentimento dell’infinito. Adesso
tutto mi è chiaro e mi è chiaro anche il dolore, lo strazio della vita. Mi è
chiaro perché a soli cinquanta anni ho dovuto lasciare la luce del giorno e la mia
famiglia.
Buongiorno...
RispondiElimina...se non sono indiscreto posso sapere qualcosa su questa persona?
......la piazza Oberdan di cui si parla, in quale paese si trova?
Il bar era del Signor Luigi?
Grazie
saluti
Leggo con ritardo, scusami. Comunque i riferimenti sono a Luigi(Gigi) Paparo, proprietario del Bar Centrale in Piazza Oberdan a Scandale. Ma sono cose che ogni Scandalese conosce. Forse tu non sei di Scandale. Ciao.
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