sabato 6 luglio 2013

Le voci del silenzio: Violetta Bersi


Sin da bambina mi è piaciuto sognare e, per alimentare i miei sogni, ho letto  Grand Hotel, Le grandi firme, Bolero. Su quelle pagine ho immaginato avventure meravigliose ed ho dato alimento alle mie fantasie. Poi quei sogni ho cercato di viverli nella realtà.
Io so bene quel che dicevano gli Scandalesi,  quando mi vedevano passare con il mio Alfredo. Lo capivo da quello che farfugliavano sottovoce e che si scambiavano l’un l’altro. Dicevano che ero una poco di buono e talvolta anche di peggio: che non ci stavo con la testa e per questo bisognava essere indulgenti con me. Anche i bambini mi additavano ed io non potei sfuggire al mio destino: ero segnata ormai.
       E’ vero: ho amato molto ed ho conosciuto degli uomini. Ma in realtà io ho amato l’amore e la vita e nell’ amore terreno ho solo cercato una scintilla di quello celeste. Ora che sono qui, posso anche dirlo. Qui nessuno mi accusa ed anzi ciò che mi è stato dato è la ricompensa per ciò che io ho dato.
Ditelo al mio Alfredo, che trascina stancamente gli ultimi anni della sua vita. Il mio amore coniugale non è venuto mai meno e, quando  Demetrio  mi ha  sottratta con la violenza alla luce effimera del giorno, il mio ultimo pensiero è stato per lui. Continuo a serbarlo nella memoria e, nella luce imperitura  che adesso mi avvolge, prego.

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