mercoledì 25 settembre 2013

Le voci del silenzio:Emilio Monteforte e Angela Scalise


          In quel 29 febbraio di un anno bisestile particolarmente funesto, la morte ci ha colti insieme, all’uscita da un bivio, così come insieme ci aveva accompagnati la vita. Quando la nostra piccola auto è stata travolta, insieme abbiamo avvertito l’impossibilità della lotta e solo abbiamo sussurrato con flebile voce:”Signore, perdonaci tutto”. Così abbiamo abbandonato la fuggente luce del giorno, a poche ore di distanza l’uno dall’altra, con lo sguardo perso nel vuoto, ad inseguire gli ultimi bagliori di una fredda domenica invernale. Abbiamo reclinato insieme lo stelo che ci sorreggeva, quasi in un ultimo abbraccio. 
        La morte ci ha colti increduli, come increduli ci avevano colti il primo gesto d’amore, il primo bacio, il primo mattino della primavera.  Nella luce che ora ci avvolge, sappiamo che continueremo a vivere anche sulla terra. Rivivremo nel ricordo di chi ci ha amati, delle persone che noi abbiamo amato. Saremo l’oro delle api, il primo sbocciare dei fiori, la gemma sul ramo secco. Saremo anche noi la primavera.

lunedì 23 settembre 2013

Testamento

Un amico mi ha procurato un testamento nel quale le ultime volontà del De cuius non sono molto chiare. Pare che a suo tempo gli eredi abbiano accettato con beneficio d'inventario.

I sottoscritto ************** nato a sila Caporizzuto, il 23.2.1902 e ivi residete in via Parco Igiti, lasso ai miei 2 figili************ nato asola caporizzoto il 2.4.1929. un appezzamento di terreno acquisetiato il .21.41982. nelle, agro di isola caporizzuto nella zona ovile spinoso dietti dui 16.50. col reddito dominile di el. m. 189.00 ed agraridio e.11. iputo cofinanti naridi con .stirada, a sudi con piopereietia, piriveato, poicine, è stiatica resciattiatia dia eloreo due. Isolazzuto, 26.10.1985.

mercoledì 18 settembre 2013

La muca paza

Ho ritrovato tra le mie carte questo bel tema del 2001. 


Isola C.Rizuto 16 Genai 2001

In questo nuovo anno 2001 si e verificata la muca paza il quale i contadini hanno dato qualche cosa sbaliata da mangiare per farli creschere piu in freta cosi la vendevanon e loro guadagnavano però la muca quando cresche e malata e prende sempre su noi perche quando noi mangiamo questa carna moriamo tutti pero loro sapendo che la muca e malata pero noi moriamo, io gli darei una bella pena cosi imparerebbero di non fare mangiare della carna malata alle persone ce poi moiono. FINE

mercoledì 11 settembre 2013

Le voci del silenzio: Vincenzo Marino


Ero per tutti “il cavaliere” e non c’era bisogno di aggiungere nome e cognome: tutti sapevano che “il cavaliere” ero io. Per tanti anni sono stato il messo comunale di quel piccolo paese che allora era Scandale, tutti mi conoscevano e tutti io conoscevo, perché almeno una volta nella vita in ogni famiglia ho portato qualche documento da firmare. Era semplice la vita allora ed anche i rapporti tra la gente e chi rappresentava lo stato erano semplici. Attraversavo a piedi le vie del paese e non c’era bisogno di bussare: gli usci erano sempre aperti. Ogni tanto accettavo di sedermi e di bere un bicchiere di vino, nell’attesa che i vecchi rimasti a casa si decidessero a firmare con una croce sulla ricevuta. Alleviavo un po’ la fatica del vivere quotidiano e poi riprendevo il cammino, mentre tutt’intorno si ascoltava d’estate il canto delle cicale.
Una volta ho notificato qualcosa anche a te. Ricordo che interruppi una tua partita a terziglio nel bar Centrale e ti consegnai la comunicazione che eri stato eletto consigliere comunale. Lo sapevi già, certo, ma quel documento ufficiale ti riempì d’orgoglio. Eri giovane allora, ancora studente, e forse pensavi che quella carica era soltanto un inizio. Ti devi considerare fortunato, non già perché eri stato eletto, ma perché  in seguito l’ambizione non ha deformato il tuo animo.
Io sono vissuto abbastanza, sorridendo alla vita e sorridendo alla gente. Nell’attraversare gli ultimi lembi del mio viaggio terreno, ho ripercorso i momenti tristi e lieti della mia esistenza e nulla ho rimpianto, nulla ho rinnegato, perché tutto appartiene alla vita. Qui, dove ora vivo, non ci sono nomine o carriere, non ci sono ambizioni da soddisfare. Non c’è un passato, non c’è un futuro: tutto è presente.