martedì 5 novembre 2013

Le voci del silenzio: Rosina Coniglio


Spero che tu sappia ascoltare la voce delle mie mani. Fermati un attimo, mentre tutt’intorno sibilano i cipressi mossi dal vento ed  i pettirossi infreddoliti si posano sui rami ad adocchiare gli ultimi bagliori del sole o a riconoscere qualche esca tra gli sparsi cespugli in fiore.

Fermati un attimo. Come quando eravamo fanciulli, quando tu passavi, e più spesso correvi, lungo la salita di Viale Puccini ed io ti osservavo da lontano. Spesso ti fermavi e mi osservavi anche tu, con i tuoi occhioni sgranati, mentre da dietro i vetri di una finestra ti inviavo un timido segnale. Parlavano per me i miei occhi e le mie mani e raccontavano i miei sogni di fanciulla, il mio cuore grande, i miei progetti, infiniti come l’aria che respiravamo o il cielo che guardavamo.

Ma la mia vita è stata breve ed i  giorni sono passati senza che gli occhi riuscissero ad esprimere a pieno quel ch’io sentivo in  cuore, i rimpianti, quello che poteva essere e che non era  e non sarebbe più stato. Continuano a morire e a rinascere le stagioni,  le messi, i fiori, ma tutto questo non avviene più per me. 

Nella luce, che adesso mi avvolge e nella quale vivo una vita che non avrà mai fine, non c’è più bisogno di parlare e di spiegarsi. Qui tutto è chiaro ed immediato. Parliamo con la mente e siamo pieni di gioia. Per l’eternità.

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