giovedì 29 maggio 2014

Un giorno al Benedetto XVI

Francesco Latella
Rossella Napolano
Serafino Parise
Giovanna Freno
Ezio Scaramuzzino
Lucia Lonetti
Gelsomina Pompò






         
                                                  

Un giorno nella vita all'Istituto Benedetto XVI di Crotone. Un corso di dizione, una torta e dei pasticcini, tanti cari amici, due quadri sulla parete, il piacere di stare assieme, di insegnare agli altri e di imparare dagli altri.
          E, soprattutto, il proponimento di fare altro, di più.

mercoledì 28 maggio 2014

Alla ricerca del tartufo nero

CACCURI 28 MAGGIO 2014

Rocco Lacaria
don Serafino Parisi
Ezio Scaramuzzino
Iole Macrì

14

giovedì 22 maggio 2014

Guzzanti- Verdi- Mazzini



bruno gualdi scrive:
molto bello ( non lei ma il lavoro).
molto Mazziniano, almeno me lo ricorda, con qualche capello di troppo ma qualche rassomiglianza c’è
GUZZ _ MI rallegrano sempre le manifestazioni umane di malignità.
Tre piccole righe per cercare soltanto di dire qualcosa di fastidioso, di cattivo nel senso di infantile.
Certo che sono io, e certo che è un lavoro fatto ad arte ed è arte.
Lei non è in grado di dire semplicemente: magnifico, veramente bello, complimenti a lei e a chi lo ha realizzato, no?
Lei deve contare i capelli, deve specificare, deve mettere un po’ di acido muriatico.
La malignità degli uomini, parente della distruttività, dell’invidia della menzogna, è la prova provata che non discendiamo da alcun dio, ma al massimo da qualche quadrumano arboricolo, cioè burino
 
bruno gualdi scrive: 
forse mi sono spiegato male, il mio voleva essere un complimento, al lavoro, certo che è bello. scrivere fra parentesi voleva essere solo una battuta senza cattiveria, davvero, la cattiveria non fa parte di me.
il fatto del Mazziniano non lo vedo come un’offesa, basta guardare le foto dell’epoca. Che lei non abbia niente in comune con Mazzini, o inversamente tutto, non lo so e non è che mi interessi molto perché è ininfluente. c’è solo il fatto che vedendo il disegno mi ha ricordato quell’immagine, ma ripeto, senza allusioni o cattiverie varie.
sinceramente sono amareggiato, pensavo di dire qualche cosa di simpatico ma ho sbagliato, che vuole che le dica, credo che chi male intende peggio risponde
GUZZ – Colpa mia, me ne scuso. Dopo aver scritto e pubblicato, ho detto: Mi sa che stai scrivendo una cazzata. E così era. Mi venivano quelle due stronzatine sulla malignità e ho compiuto una ingiustizia. Chiedo perdono. Anzi, lo pretendo.

giovedì 15 maggio 2014

Il Ritratto dei coniugi Arnolfini

Il Ritratto dei coniugi Arnolfini è un dipinto a olio su tavola del pittore fiammingo Jan van Eyck, datato 1434. Misura 81,80x59,40 cm ed è conservato nella National Gallery di Londra. Considerato tra i capolavori dell'artista, è anche una delle opere più significative della pittura fiamminga. Nella sua aura complessa ed enigmatica, ha acquistato una fama misteriosa, che i numerosi studi e le domande ancora irrisolte hanno alimentato.

Quello che i manuali di Storia dell'arte non dicono è che nel ritratto di Lui si adombra l'immagine di un importante uomo politico contemporaneo. L'interessato ha riferito in una circostanza che in realtà si tratta di un suo antenato, mentre in un'altra circostanza, forse perché aveva voglia di scherzare, ha riferito che si tratterebbe di lui stesso, già vissuto alcuni secoli addietro e di cui egli sarebbe una reincarnazione.
Invito i miei amici lettori a cercare di indovinare chi è quest'uomo politico, scegliendo la risposta esatta nel seguente test. (Non ci sono premi in palio, c'è solo il gusto della curiosità).
1-Matteo Renzi
2-Barack Obama
3-Silvio Berlusconi
4-Vladimir Putin
5-Beppe Grillo
6-David Cameron

mercoledì 14 maggio 2014

Ancora su Paolo Guzzanti

Ezio Scaramuzzino scrive: 

Caro Guzzanti, ricordo molto bene quei giorni. Il golpe era nell’aria e non lo vedeva solo chi non voleva vederlo. Ma c’è da dire che anche Berlusconi non fece bene la sua parte: si dimostrava incerto, esitante, a volte perfino abulico, come avesse qualcosa da farsi perdonare e si lasciasse trascinare dagli eventi. E invece avrebbe dovuto drammatizzare ancora di più questi eventi, rivolgersi agli Italiani a reti unificate e spiegare le sue ragioni. Magari alla fine lo avrebbero portato via in un cellulare dei carabinieri dopo un’udienza al Quirinale, magari lo avrebbero condotto sul Gran Sasso, ma probabilmente le cose avrebbero preso un’altra piega e anche la sua vicenda personale ci avrebbe guadagnato.
Ezio Scaramuzzino scrive:
13 maggio 2014 alle 19:19
Caro Guzzanti, particolarmente ispirato questo pezzo. Come una volta, ritrovo la forza della verità che non ha paura e non arretra, l’orgoglio di essere quello che siamo. C’è bisogno di dire che sono d’accordo con quello che dici? Mi sembra addirittura banale. Un unico rimpianto: quanto tempo perso, anni addietro, in sterili polemiche! Talvolta il male ce lo siamo fatto da soli.
GUZZ . Quando qualcosa fa parte del nostro itinerario, fa parte dell’itinerario. Che non è mai un segmento di retta, perché la realtà non è un foglio bianco rettangolare formato A4. Comunque grazie, parole che apprezzo molto.

Ezio Scaramuzzino scrive:
12 maggio 2014 alle 01:56
Caro Guzzanti, sono d’accordo su molte cose, ma non su tutto.
1-In val d’Aosta non si parla il Francese. La maggior parte dei Valdostani conosce il Francese come io conosco lo Swahili. Che poi essi si fingano Francesi per spillare soldi alla mucca italiana è un altro discorso.
2-Le regole debbono valere sempre e non quando fa comodo. In Kossovo il principio dell’intangibilità delle frontiere non fu fatto rispettare dalla Nato e in particolare dagli USA. Ora Putin si avvale dello stesso strumento e non so fino a che punto gli si possa dar torto.
3-Il parallelo Hitler-Putin è suggestivo, ma lascia il tempo che trova. E’ passato quasi un secolo da allora e le condizioni sono diverse. In Occidente nessuno è disposto a morire per Odessa, perché l’Occidente è troppo grasso e annoiato per essere disposto a combattere per qualcosa.
4-Quanto al petrolio e al gas russo, poi, non s’era detto che l’Occidente presto ne avrebbe fatto a meno grazie alle pale eoliche ed ai pannelli solari? Perché abbiamo abbandonato l’unica energia sicura e a buon mercato, cioè l’energia nucleare?