mercoledì 14 maggio 2014

Ancora su Paolo Guzzanti

Ezio Scaramuzzino scrive: 

Caro Guzzanti, ricordo molto bene quei giorni. Il golpe era nell’aria e non lo vedeva solo chi non voleva vederlo. Ma c’è da dire che anche Berlusconi non fece bene la sua parte: si dimostrava incerto, esitante, a volte perfino abulico, come avesse qualcosa da farsi perdonare e si lasciasse trascinare dagli eventi. E invece avrebbe dovuto drammatizzare ancora di più questi eventi, rivolgersi agli Italiani a reti unificate e spiegare le sue ragioni. Magari alla fine lo avrebbero portato via in un cellulare dei carabinieri dopo un’udienza al Quirinale, magari lo avrebbero condotto sul Gran Sasso, ma probabilmente le cose avrebbero preso un’altra piega e anche la sua vicenda personale ci avrebbe guadagnato.
Ezio Scaramuzzino scrive:
13 maggio 2014 alle 19:19
Caro Guzzanti, particolarmente ispirato questo pezzo. Come una volta, ritrovo la forza della verità che non ha paura e non arretra, l’orgoglio di essere quello che siamo. C’è bisogno di dire che sono d’accordo con quello che dici? Mi sembra addirittura banale. Un unico rimpianto: quanto tempo perso, anni addietro, in sterili polemiche! Talvolta il male ce lo siamo fatto da soli.
GUZZ . Quando qualcosa fa parte del nostro itinerario, fa parte dell’itinerario. Che non è mai un segmento di retta, perché la realtà non è un foglio bianco rettangolare formato A4. Comunque grazie, parole che apprezzo molto.

Ezio Scaramuzzino scrive:
12 maggio 2014 alle 01:56
Caro Guzzanti, sono d’accordo su molte cose, ma non su tutto.
1-In val d’Aosta non si parla il Francese. La maggior parte dei Valdostani conosce il Francese come io conosco lo Swahili. Che poi essi si fingano Francesi per spillare soldi alla mucca italiana è un altro discorso.
2-Le regole debbono valere sempre e non quando fa comodo. In Kossovo il principio dell’intangibilità delle frontiere non fu fatto rispettare dalla Nato e in particolare dagli USA. Ora Putin si avvale dello stesso strumento e non so fino a che punto gli si possa dar torto.
3-Il parallelo Hitler-Putin è suggestivo, ma lascia il tempo che trova. E’ passato quasi un secolo da allora e le condizioni sono diverse. In Occidente nessuno è disposto a morire per Odessa, perché l’Occidente è troppo grasso e annoiato per essere disposto a combattere per qualcosa.
4-Quanto al petrolio e al gas russo, poi, non s’era detto che l’Occidente presto ne avrebbe fatto a meno grazie alle pale eoliche ed ai pannelli solari? Perché abbiamo abbandonato l’unica energia sicura e a buon mercato, cioè l’energia nucleare?


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