martedì 22 luglio 2014

1000 sbarchi al giorno


Ad una media di mille sbarchi al giorno, il totale è presto fatto. Si tratta di circa 30.000 sbarchi al mese, 365.000 all’anno. E’ vero che ogni tanto qualcuno muore durante la traversata, con profonda costernazione della presidente Boldrini, ma a tutto c’è rimedio. Gli Italiani siamo “brava gente” e non possiamo permettere il dolore della fuga e del futuro incerto, lo strazio del mare infinito. Già facciamo tutto il possibile per alleviare la sofferenza di chi fugge e cerca riparo sulle nostre coste: grazie all’operazione “Mare nostrum” la nostra marina è sempre all’erta, la guardia costiera si prodiga a più non posso, ogni tanto anche i bagnanti interrompono il rito della tintarella e si danno da fare per salvare i profughi. Eppure non basta e qualcuno continua a morire durante la traversata.
Io un’idea ce l’avrei, per ovviare a tanti lutti. A me piace, non so a voi. Perché non istituire un regolare servizio di traghetti? Si potrebbero collegare i porti di Alessandria d’Egitto, di Tripoli, di Tunisi e di Casablanca con i porti di Catania, di Cagliari, di Messina, di Napoli. La traversata diverrebbe un fatto di routine, senza incidenti, senza problemi, senza danni. Le spese? Basta poco. Una piccola accisa sui carburanti e chi se ne accorge? Una in più, una in meno…

sabato 12 luglio 2014

Pensieri di una notte di mezza estate

Sono le due di notte, sto smaltendo i postumi di una brutta influenza e sono sveglio. Sto leggendo un libro e mi viene da pensare che da un po’ di tempo leggo poco. Ho letto tanti libri nel corso della mia vita, ma da qualche tempo leggo decisamente poco e anzi, più che leggere, preferisco rileggere.
Mi piace riprendere in mano un vecchio libro che mi è piaciuto, perché so già quello che vi troverò, perché so che non sprecherò del tempo e non avrò spiacevoli sorprese. Mi scorrono tra le mani i vecchi, grandi autori che hanno alimentato la mia vita e così, se  ho voglia di leggere, rileggo Boccaccio, Lucrezio, Leopardi, Moravia, Chiara, Fallaci e, tra gli stranieri, Maugham, Lawrence,Thomas Mann, Lee Masters, Flaubert, Tolstoj. In genere prediligo i prosatori, in particolare i cosiddetti realisti, quelli che hanno raccontato la vita e il mondo senza finzioni e senza inutili abbellimenti. I nuovi autori li conosco poco, anche perché aspetto sempre che il loro successo si consolidi e non appaia il frutto di mode effimere o, peggio, di combine editoriali, come spesso avviene.
Quanto si legge oggi? Molto poco. Le case editrici sono quasi tutte in crisi e non si intravedono tempi migliori. Quanto ai giovani, poi, meglio stendere sopra un velo pietoso. Tranne rare, lodevoli eccezioni, essi hanno sostituito i libri con le chat e gli autori con i cantautori. Forse è normale che sia così, perché la lettura richiede il silenzio e la solitudine, piaceri che essi disdegnano. Li avete mai osservati i nostri giovani? In genere sgomitano, si parlano addosso, spesso non si capiscono nemmeno tra di loro. E’ uno spettacolo che talvolta induce ad amare riflessioni. Ancora più triste e malinconico di questo spettacolo c’è solo un altro spettacolo: quello offerto dagli adulti che si credono e si comportano come i giovani, mentre si limitano a scimmiottarli in un grottesco gioco delle maschere.