Mi è capitato di recente di rileggere il famoso saggio di Giacomo Leopardi. Ne ripropongo l'incipit, in una versione in Italiano moderno, per favorirne la lettura. Il saggio è sorprendentemente attuale e questa presentazione vuole essere uno stimolo a leggerlo nella sua interezza. Leopardi, come è risaputo, era un genio immenso e la sua genialità traspare anche in quelle che, a torto, sono considerate opere minori. Buona lettura.
Giacomo Leopardi(Recanati 1798-Napoli 1837)
Ai tempi nostri, a causa dell’ l’incremento del
commercio tra gli stati, dei viaggi, delle pubblicazioni enciclopediche, per
cui ogni nazione cerca di conoscere più a fondo che può la lingua, la cultura e
i costumi degli altri popoli; a causa dei comuni problemi che hanno coinvolto
le nazioni civili; a causa di una sorta di uguaglianza culturale, civile e
militare stabilitasi tra le nazioni europee dopo il recente decadimento della
Francia e l’innalzamento di altre con le vittorie militari ed il prestigio
culturale, mentre in passato tutte erano disposte a cedere il primo posto alla
Francia, che del resto le disprezzava cordialmente; a causa di tutto ciò,
ripeto, le nazioni civili d’Europa, e soprattutto la Germania, l’Inghilterra e
la Francia stessa, hanno deposto gran parte degli antichi pregiudizi verso gli
stranieri, forse anche perché il progresso dei lumi e lo spirito filosofico
hanno calmato le passioni ed hanno introdotto uno spirito di tolleranza, idoneo
ad affievolire l’amore per la propria nazione ed in generale tutte le passioni
degli uomini.
Quindi pressoché infiniti sono i libri che forniscono
informazioni sulle nazioni straniere e moltissimi tra questi informano sulle
cose d’Italia, oggetto di universale curiosità e meta di tanti viaggi, più di
quanto non lo sia stata in passato. Questi libri però creano qualche
inconveniente, perché è pressoché impossibile per uno straniero conoscere
perfettamente un’altra nazione dopo un breve soggiorno e perché, quando si
dicono cose sgradite, anche senza animosità, si finisce inevitabilmente con il
suscitare reazioni sdegnate. E questo secondo problema è ancora più rilevante
nel caso degli Italiani, molto suscettibili quando sono criticati. Cosa ancor
più strana e sorprendente, se si considera il poco o nessun amor patrio,
comunque inferiore a quello esistente in altre nazioni, che c’è tra di noi.
L’origine di tale atteggiamento è da ricercarsi nel fatto che gli Italiani,
incapaci di giudicarsi da soli, attribuiscono sempre soverchia importanza ai
giudizi altrui ed attribuiscono sempre ad odio, malevolenza ed invidia ogni
critica rivolta loro dagli stranieri. E’ anche vero che negli ultimi anni, da Corinne in poi, sono state
pubblicate molte opere favorevoli
all’Italia, più di quante ne siano state pubblicate in tutti i secoli
precedenti, ed in esse si dice dell’Italia tutto il bene possibile, forse al di
là di quanto noi stessi oseremmo dire. Alcune di queste opere trasudano
entusiasmo, affetto ed ammirazione per tutto ciò che ci riguarda e in generale
si nota nei nostri confronti una simpatia non riscontrata in precedenza o per
altri Paesi. Oso dire che tale simpatia supera di gran lunga i nostri meriti e
in molte circostanze appare anche sorprendente, per cui si può ben dire che,
quando gli stranieri sbagliano, essi sbagliano per eccesso piuttosto che per
difetto. Ciononostante, Corinne e
tutte le altre opere simili sono guardate dagli Italiani con diffidenza, per
cui le considerazioni ed i consigli rivoltici dagli altri popoli il più delle
volte non ci sono di nessuna utilità. D’altra parte gli Italiani non son soliti
scrivere o riflettere sui loro costumi, tranne forse il Baretti, scrittore
originale ma falso, oltre che propenso all’esagerazione nel dir male, e nel
complesso poco utile, sia per la singolarità del suo spirito, comunque non
incline all’affettazione, sia per la sua tendenza a sparlare di tutto e tutti,
sia infine per il suo carattere aspro e iracondo.
C’è da aggiungere poi che i
costumi degli Italiani sono molto cambiati dai tempi del Baretti. Allora
l’Italia, e soprattutto l’Italia meridionale, si trovava in una condizione
molto simile a quella in cui oggi si trova la Spagna. Negli ultimi tempi, però,
grazie alla dominazione francese, culturalmente l’Italia si è messa quasi alla
pari con le altre nazioni, a parte una certa confusione di idee ed una certa
arretratezza delle classi popolari. Ma questa diffusione della cultura
influisce sulla vita degli Italiani in maniera diversa che presso gli altri
popoli, a causa della complessità e varietà del carattere nostro, con risultati
anche diversi rispetto a quanto avviene altrove. Comunque, se io dirò qualcosa
su tali nostri costumi con la stessa sincerità con cui potrebbe scriverne uno
straniero, non dovrò essere rimproverato, perché la cosa non potrà essere
imputata a odio e si penserà finalmente
che le cose nostre siano più note ad un Italiano che ad uno straniero. Inoltre,
se a quest’ultimo è consentito parlare liberamente, perché la stessa cosa non
dovrebbe essere consentita a me che mi rivolgo alla mia nazione, cioè quasi
alla mia famiglia e ai miei fratelli?
(versione in Italiano moderno di Ezio Scaramuzzino)
(versione in Italiano moderno di Ezio Scaramuzzino)
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