lunedì 7 settembre 2015

Uomini e bestie


Da un po’ di tempo non intervengo nel problema degli extracomunitari che invadono l’Italia e l’Europa. C’è un senso di angoscia che mi assale ogni volta che vedo le orde di clandestini che arrivano da noi, senza che nessuno faccia niente. Dico di più. Mi sento quasi rassegnato e preso da inebetito stupore di fronte allo spettacolo dell’invasione che avviene sotto i nostri occhi. D’altra parte, mai come in questi ultimi giorni,  con l’ossessiva esibizione di un bambino morto sulla spiaggia di un’isola greca (ma non quella dei bambini sgozzati dall’ISIS), la propaganda  goebbelsiana dell’accoglienza ad ogni costo sta diventando sempre di più sfrontata fino al parossismo.
Ho già avuto modo di dire che  non ce l’ho con i clandestini, ma con chi li fa venire; che il problema dei naufraghi e dei morti sarebbe facilmente risolvibile con l’istituzione di un regolare servizio traghetti tra le due sponde del Mediterraneo. Niente da fare. Chi li accoglie non si accontenta di sfruttare un fenomeno epocale e di mangiarci pure sopra, adesso incomincia a considerare normale la prassi dell’insulto.
Ieri Matteo Renzi, dopo aver fatto abbondante sciacallaggio sulle immagini dei profughi,  ha sostenuto che su tale  problema il contrasto non è tra Sinistra e Destra, ma tra uomini e bestie. Avete capito bene: chi non la pensa come lui, “è una bestia”. A parte il linguaggio da taverna (con tanto di rispetto per le taverne), poco consono ad un rappresentante delle istituzioni, forse il delirio di onnipotenza incomincia a sconvolgergli il cervello. Secondo lo “statista” fiorentino alcuni milioni di Italiani, che non la pensano come lui, sono soltanto delle bestie.
Bisogna reagire all’insulto? Oppure nutrire un sentimento di umana pietà nei confronti di un demente?
Ricordo soltanto che per il grande Totò c’erano  Uomini e Caporali, per John Steinbeck c’erano Uomini e Topi, per Leonardo Sciascia c’erano Uomini, Mezzi Uomini, Ominicchi e Quaquaraquà. Considerato che Matteo Renzi non ha la pretesa di rientrare in queste categorie, anche perché, probabilmente, non conosce i film di Totò e i romanzi di Steinbeck e Sciascia, gli basta se lo collochiamo nella categoria dei platelminti, cioè, per usare un linguaggio più comprensibile a lui, nella categoria dei vermi?

Ezio Scaramuzzino

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