Giorgio Albertazzi è nato il 20 agosto del 1923 a Fiesole.
Dario Fo è nato a Sangiano il 24 marzo 1926.
GA nel 1943 aderisce alla RSI e, con la sconfitta del 1945, è arrestato e trascorre due anni in carcere.
DF,
dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, si
arruola volontario nelle file della RSI, ma nel 1945 riesce a
defilarsi e a far dimenticare questa sua militanza. GA viene liberato nel 1947 a seguito di amnistia. DF
querela negli anni 70 chi scopre la sua vecchia militanza, sostenendo di
essersi arruolato come spia dei partigiani, ma la sentenza del giudice
smentisce le sue affermazioni. Dopo
il 1947 GA si dedica quasi esclusivamente al teatro, rivelandosi come uno dei
più grandi attori italiani, forse il più grande. Non rinnega il suo passato
politico. Dopo il 1950 DF si dedica al lavoro in RAI, al cinema e
al teatro, alternando però il lavoro artistico alla militanza politica. Nel 1956 GA si lega sentimentalmente all’attrice
Anna Proclemer. Nel 1954 DF sposa l’attrice Franca Rame. Nel 1964 GA viene premiato con una foto nella galleria dei
grandi interpreti shakesperiani del Royal National Theatre, unico attore non
di lingua inglese. Nel 1989 GA inizia le recite di Memorie di Adriano,
unanimemente considerato il suo capolavoro. Soprattutto negli anni 70
DF si impegna politicamente nell’ultrasinistra, diventando elemento di punta
della polemica che porterà all’assassinio del commissario Luigi Calabresi. Nel
1997 DF, ormai comodamente sistemato dalla parte giusta del potere che conta, riceve il premio Nobel per la
letteratura. GA è morto oggi, 28
maggio 2016. DF è vivente. GA, anche se morto, non morirà nel ricordo di coloro che hanno una
concezione sacra della coerenza, del coraggio,
dell’impegno virile, della vita. DF, anche se vivente, è già
considerato defunto e, al più, vivrà nel ricordo di coloro che hanno una
concezione giullaresca, farsesca, arlecchinesca e mandolinara della vita.
Tre condizioni sono necessarie per la felicità: essere imbecilli, essere egoisti e godere di buona salute. Ma, se manca la prima, tutto il resto è inutile. (Gustave Flaubert)
sabato 28 maggio 2016
martedì 24 maggio 2016
L'altro Matteo
Matteo
Salvini, a Crotone il 24 maggio 2016, non ha bisogno di presentazioni. Non
hanno bisogno di presentazione nemmeno le sue idee ed i suoi programmi, che si
possono condividere o meno, a seconda dei punti di vista. Bisogna comunque riconoscergli almeno un merito: quello di essere coerente e coraggioso nel mare grande e nella
melassa del conformismo e del paraculismo imperante.
Leo
Longanesi diceva che sul tricolore è riportato un motto, leggibile solo in trasparenza,
che rappresenta l’essenza stessa e lo spirito profondo di molti Italiani e
questo motto è: TENGO FAMIGLIA. In nome di questa famiglia gli Italiani per
tanto tempo hanno badato al proprio “particulare”, votando prima DC ed ora PD.
Non sarebbe il caso di dimenticare un po’ il proprio “particulare” e dimostrare
un po’ di coraggio?
I
tempi che viviamo sono calamitosi per molti aspetti ed il futuro non promette
nulla di buono. Io non so se l’Italia e l’Europa si salveranno
dall’immigrazione selvaggia, dalla crisi economica, dalla mancanza di
sicurezza, dalla perdita dei valori e dallo smarrimento che sta sconvolgendo la
nostra civiltà. Ma, se questa salvezza ci sarà, un contributo decisivo potrà darlo solo chi in questa salvezza crede davvero e soprattutto crede che essa sia
ancora possibile. Come Matteo Salvini,
Marine Le Pen, Norbert Hofer, Geert Wilders…
venerdì 20 maggio 2016
E' morto Marco Pannella
E’ morto Giacinto Pannella, detto Marco. In queste ore infuriano su stampa e TV i necrologi, i ricordi, i commenti, tutti improntati all’ammirazione e alla celebrazione. Certo, nihil de mortuis nisi bonum, dei morti non si può che parlar bene, e anche io mi associo, per quel che possono valere le mie modeste parole, alla celebrazione universale. Ma fu vera gloria? Marco Pannella ci teneva ad essere, e ad apparire, una persona fondamentalmente schietta e quindi certamente non si dispiacerà se io, nell'allisciamento generale del pelo, mi permetterò di fargli anche il contropelo.
Dunque. Pannella incominciò a diventare famoso con il trionfo nei referendum su divorzio ed aborto. Furono meriti quelli? E’ indubbio che per molti lo furono. Ma, col senno di poi, furono quelle veramente delle vittorie o non piuttosto l’inizio di una frana che di recente è approdata alle unioni civili, alle coppie di fatto, all’utero in affitto e presto (c’è da giurarlo) porterà all’eutanasia, alla liberalizzazione delle droghe pesanti, all'accettazione della pedofilia e dell’incesto?
Lo so: è antipatico
atteggiarsi a depositari esclusivi del bene e della verità e io sono ben lontano
dall’avere simili certezze. So bene che a tante persone queste cose piacciono,
che per tante persone la somma disponibilità e manipolazione della propria vita equivale alla massima libertà possibile e che
probabilmente anche la desertificazione delle nascite, se è conseguenza della
libera scelta e del libero convincimento degli individui, rappresenta l’optimum perfino per i popoli allegramente destinati alla scomparsa.
Ma non è tutto. Pannella
creò anche Radio Radicale, una radio che vanta una media di qualche centinaio
di ascoltatori al giorno. Orbene questa radio è stata mantenuta, e penso che
continui ad essere mantenuta, dal finanziamento pubblico. Ricordo che Pannella, incurante dello sperpero, difese
sempre strenuamente questa sua creatura, arrivando a ricattare talvolta singoli
uomini politici ed interi governi pur di avere i miliardi di lire che gli
servivano a sistemare qualche suo amico.
Ma, dal punto di vista
finanziario, in un altro ambito egli riuscì ad eccellere, in anticipo, in netto
anticipo sui tempi rovinosi del debito pubblico e dell’attuale dissesto
finanziario. Probabilmente non tutti lo sanno, perché i media e le lacrime di
oggi tendono a stendere un velo pietoso su questo aspetto della sua attività politica,
ma certe cose bisogna pur dirle.
Orbene bisogna sapere che
da qualche tempo il fu partito Radicale non riesce quasi più ad eleggere
qualche deputato o senatore, ma ci furono tempi gloriosi, gli anni 80-90 del
Novecento, in cui tra Camera e Senato veniva eletta una discreta pattuglia di
rappresentanti radicali, una ventina circa. Erano gli anni giocondi dei
superstipendi, dei superfinanziamenti ai partiti, dei vitalizi, gli anni in cui esplodeva quel debito pubblico che ancora oggi ci sommerge. Beh, Pannella ci
mise allegramente del suo, contribuendo, per quanto dipendeva da lui, a
quell’esplosione. Aveva, a tal proposito, ideato un sistema particolarmente
ingegnoso per aumentare le entrate del partito e dei rappresentanti radicali e,
a quel che ne so, fu l’unico ad applicarlo in modo rigoroso e quasi
scientifico. Allora i vitalizi dei parlamentari scattavano anche se si era
stati deputati o senatori per un solo giorno e Pannella costrinse tutti gli
eletti a dimettersi a rotazione in modo da far subentrare i primi dei non
eletti. Insomma, per farla breve, 20 eletti radicali comportavano a fine
legislatura almeno il doppio o il triplo dei vitalizi. Il fatto che poi quei vitalizi fossero in
parte dirottati nelle casse del partito non attenua la gravità della cosa. A coronamento bisogna pur dire che il Partito radicale era ufficialmente contro il finanziamento pubblico dei partiti.
Potrei continuare con
qualche altra furbata del simpatico Marco, ma preferisco fermarmi qui.
Marco, o Giacinto, se preferisci essere chiamato così, scusami se ho ricordato qualche cosetta che forse preferivi non
fosse ricordata. Ma non ce l’ho fatta. Tu eri una persona schietta ed immagino
che, anche adesso che sei lontano dalle miserie della vita, continui ad essere
una persona schietta. Sono certo che ami la verità, non le sciocchezze
che si stanno dicendo su di te in questi tempi calamitosi.
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