sabato 20 agosto 2016

In giro per Crotone


Che cosa non si fa per un vecchio amico!
Il giorno 15 luglio 2016 ha esalato l’ultimo respiro un vecchio compagno delle mie serate: un televisore a cristalli liquidi, uno dei primi fabbricati circa 15 anni fa e che ha deciso di lasciare questo mondo per passare nel mondo dei più.
Da quando ho imparato parole nuove come TV al plasma o TV LCD, so che questi sono restii ad ogni intervento medico (costa di più ripararli che comprarli nuovi) e perciò, deposta ogni pretesa di riportarlo in vita, ho pensato subito a come approntargli un bel funerale.
Contavo di portarlo al cimitero degli oggetti ingombranti, presso l’ isola ecologica posta nelle vicinanze del rione Gesù, ma l’ho trovata chiusa ed in evidente stato di abbandono (vedi foto in alto). Ho poi saputo che è già chiusa da qualche mese, che ogni tanto qualcuno vi accende una pira  come nei funerali della religione Indù e che, dopo una ripulita generale operata dal nuovo Sindaco nei primi giorni della sua amministrazione, nessuno se n’è più interessato.
Ho chiesto quindi in giro ad un “becchino”, che portava un berretto con la scritta AKREA. Preciso, per i pochi che non dovessero saperlo, che AKREA è la sopravvissuta tra le due società di pompe funebri  per rifiuti solidi urbani della nostra città. L’altra era AKROS, ma è fallita qualche mese fa. AKREA ancora resiste. Sento già l’obiezione: due aziende? Ma non ne bastava una? Forse bastava per i rifiuti, ma non per le assunzioni che bisognava fare. Faccio inoltre presente che per questo servizio il sottoscritto ha stipulato una polizza a vita, con scadenza annuale di circa 500 Euro, cioè un milioncino delle nostre rimpiante ed amate vecchie lire.
Comunque (riprendo il racconto) il becchino di cui sopra mi ha risposto che lui era addetto solo alle pompe funebri dei rifiuti di piccole dimensioni, mentre per il funerale di un televisore da 39 pollici era il caso che io mi rivolgessi direttamente alla direzione.
Ho telefonato alla società AKREA e, dopo vari tentativi, un bel giorno mi ha risposto una gentile signora. La quale gentile signora mi ha preliminarmente chiesto l’età e le dimensioni del “defunto” e, alle mie precisazioni, ha concluso che lo stesso era in possesso dei requisiti richiesti, ma che al momento, per motivi tecnici non meglio precisati, il funerale era di difficile o impossibile attuazione. Mi ha invitato in modo vago a richiamare più in là nel tempo ed io sono rimasto con la rabbia in corpo e con il morto in casa.
Ma non ho disperato. Ho pensato che al mondo deve pur esserci qualche persona gentile disposta a prendersi cura dei defunti. Ho accompagnato il mio vecchio amico in auto e l’ho deposto in placido abbandono sul sedile posteriore. Quando giro per la città in auto, sto sempre attento a vedere se per caso qualche carro funebre volante, o di passaggio, è disposto a prendersene cura, a rimorchiare il mio vecchio amico trapassato e a dargli onorata sepoltura. Non ne ho trovati finora. In compenso ho scoperto  in vari punti della città decorosi cimiteri, ordinati e lindi, ove riposano per l’eternità defunti di ogni stazza e di ogni specie (televisori, frigoriferi, reti, materassi, mobiletti).
Intanto però il mio vecchio televisore è sempre lì, sul sedile posteriore della mia auto. Non parla, non protesta, sta sempre, in dignitoso silenzio, ad aspettare il suo turno. Ogni tanto mi giro verso di lui e lo saluto con un po’ di dolcezza e di malinconia.
L’altro giorno mi è accaduto pure un fatto strano. Ho dovuto frenare in modo brusco ed il televisore ha battuto con violenza al sedile anteriore. Avrò battuto pure io la testa da qualche parte, perché improvvisamente  ho avuto l’impressione di sentire una voce, dal chiaro accento fiorentino, che proveniva dal retro e diceva che “al prossimo referendum l’è necessario votare sì. Ovvia!”. Nello stordimento ho pensato: “Vuoi vedere che questo qui, dopo aver fatto il miracolo di salvare l’Italia in soli due anni, adesso fa pure il miracolo di resuscitare  i morti?”.
Mi sono istintivamente girato ed il televisore era lì, con uno spigolo chiaramente ammaccato, ma sempre al suo posto, inerte e muto come prima. Gli ho detto di avere pazienza, gli ho piegato che i tempi sono difficili e che i cimiteri sono stracolmi e intasati. Gli ho fatto capire che in fondo ci teniamo ancora compagnia come ai bei tempi e che, quando sarà giunto il momento straziante e definitivo dell’addio, certamente mi commuoverò un pochino e una lacrimuccia furtiva spunterà dalle mie ciglia.
Nel frattempo alla radio, che si era improvvisamente ed inspiegabilmente accesa, un comico continuava ad imitare il nostro Matteo.

1 commento:

  1. Sei veramente spassoso !
    Consolati che tutto il mondo (italiano) è paese e in ogni città piccola o grande ci sono le AKREE che non vengono mai a ritirare i rifiuti

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