lunedì 15 agosto 2016

Lettera d'amore ad Israele


       Io amo Israele.
Ho già raccontato una volta come è nato il mio amore per Israele (leggi qui), ma quel che ho raccontato allora non esaurisce il discorso. Premetto che io sono cristiano cattolico e che sono orgoglioso di esserlo, anche se la mia religiosità è molto lontana da quella di papa Bergoglio. Premetto ancora che so tutto, o quasi, della diaspora, di Ferdinando il Cattolico, dei marrani, dei ghetti, dei pogrom, dell’olocausto e che so anche tutto, o quasi, dell’Israele di oggi, del Neghev, di Ariel Sharon , di Isaac Rabin, di Golda Meir, di Moshe Dayan, del raid di Entebbe, di David Ben Gurion. Ma anche questo non spiega tutto e non esaurisce il discorso.
Perché ancora oggi, quando sento parlare di Israele, mi accorgo che un leggero brivido di emozione mi avvolge? Perché quando vedo i soldati di Israele, uomini e donne, mi sembrano tutti belli nelle loro divise, pronti a volare come se fossero degli angeli, pronti a stendere un velo difensivo sul loro cielo, talché essi potrebbero anche fare a meno dei missili  Patriot? Perché, se vedo lo Yom Hazikaron (leggi qui), il giorno in cui tutto Israele si ferma per un minuto ed al suono delle sirene  ricorda i  soldati caduti per la Patria, mi capita di commuovermi?
E’ difficile dare una spiegazione logica e razionale di questo sentimento ed io non ho la pretesa di darla questa spiegazione.
Io non sono mai stato in Israele e gli unici contatti sono avvenuti in modo indiretto e casuale. Mi sarebbe piaciuto andarci, almeno una volta nella vita, e i motivi sono da riferirsi certamente alla mia cronica mancanza di tempo e alla mia pigrizia. Ma da quest’anno avrò più tempo a disposizione e quindi conto di andarci, finalmente. So già, o almeno immagino, quel che mi attende.
Sbarcherò all’aeroporto di Tel Aviv. Le hostess mi sorrideranno e mi daranno il benvenuto. In albergo alla reception mi sorrideranno e mi daranno il benvenuto. Al pomeriggio andrò a visitare lo Yad Yashem e rivivrò la Shoah tra il sorriso mesto e contenuto delle guide. Vedrò un po’ dovunque i soldati dell’IDF, vigili e tesi, ma che non mancheranno di essere gentili con chi, come me, si avvicinerà loro in segno di pace e di amicizia. Toccherò e calpesterò la terra sacra d’Israele e ogni luogo mi racconterà la storia di un popolo che ha tanto sofferto, che è attaccato alla vita e che, soprattutto, ha tanta voglia di continuare a vivere.
Perché questo è oggi Israele: uno stato, un popolo che ha bisogno di essere amato. Ed io lo amo. Vola, vola Israele e colpisci, quando qualcuno si lascia saltare in aria per incutere il terrore. Vola e colpisci, quando gli assassini con il turbante e la kefiah usano i coltelli per sconvolgere la tua vita. Vola e colpisci, quando i missili Qassam vengono lanciati da Gaza per distruggere le scuole di Sderot e toglierti la pace. Vola e colpisci quando le navi dei falsi pacifisti cercano di forzare il blocco che deve impedire il passaggio delle armi. Vola e colpisci quando i terroristi costruiscono dei tunnel per favorire l'incedere della morte e della distruzione. Vola, colpisci e distruggi i subumani che si rifiutano di dare la mano ai tuoi atleti alle Olimpiadi di Rio. Vola, vola, Israele. Tu non sei solo. Il nostro amore e la tua forza sono più forti dell’odio dei tuoi nemici. E le porte dell’Inferno non prevarranno.

Per chiudere, si prega di vedere questo breve video sul Giorno della memoria.


4 commenti:

  1. Molto commovente il video !
    Amo anche io Israele e neppure io ci sono mai andata: considero gli ebrei come se fossero miei parenti per cui credo di capire quello che provi

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  2. https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2012/11/23/lettera-aperta-alla-terra-disraele/

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  3. Grazie, Mella. Molto bella la lettera aperta alla terra d'Israele.

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  4. Meno male che qualcuno ci ama...
    (Purtroppo, spesso tale amore si rivela simile a quello che Yehuda aveva per Yeshua)

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