venerdì 24 febbraio 2017

Jendu Vinendu12: De Filippi-Roesch-Zeman-Le Pen


Maria De Filippi
La De Filippi non ha bisogno di essere presentata: è talmente popolare da essere forse diventata il simbolo stesso della Televisione. La trovi quasi in tutte le ore su qualcuno dei vari canali Mediaset, tanto che ti viene il dubbio se lei è una dipendente o la proprietaria di tale gruppo televisivo. Solo alla RAI ancora non aveva messo piede, ma, con la partecipazione a San Remo, ha colmato la lacuna.
Non c’è bisogno di dire che è brava, perché lo è veramente, sia come presentatrice, sia come autrice. Uno dei suoi programmi culto è senz’altro C’è posta per te, che sfrutta ampiamente l’industria del dolore e dei drammi familiari, con un successo ininterrotto che dura ormai da più di dieci anni.
E’ uno dei pochi programmi televisivi che seguo con un certo interesse e da qualche tempo ho notato che al successo contribuiamo quasi esclusivamente noi meridionali. Non ci fossimo noi, la trasmissione dovrebbe chiudere e difatti tutti i casi presentati da Maria hanno la loro origine nelle regioni del Sud, con netta prevalenza della Sicilia.
Da che dipende? Probabilmente dal fatto che noi meridionali siamo più inclini alla teatralizzazione del dolore, nella quale ritroviamo uno sfogo alle nostre passioni e al nostro male di vivere. I settentrionali, invece, sono più riservati e, se proprio debbono affrontare un dramma familiare, ricorrono all’avvocato. In alternativa non vanno a C’è posta per te

Paul Roesch
Se si chiede in giro chi è Paul Roesch, probabilmente nessuno sa rispondere ed è giusto che sia così. Ma siccome oggi ogni sconosciuto, per quanto idiota, ha diritto al suo quarto d’ora di notorietà, è bene allora far sapere che Paul Roesch è il sindaco, del partito dei Verdi, di Merano e che nei giorni scorsi è diventato famoso per aver pulito le scarpe ad uno dei tanti clandestini liberamente circolanti nel nostro Paese.
In fondo Roesch ha fatto lo sciuscià, quello che gi scugnizzi napoletani del secondo dopoguerra facevano con gli Americani vincitori. Nel caso specifico egli è risultato solo in anticipo sui tempi, perché, con questi chiari di luna, non penso ci siano dubbi su coloro che saranno i vincitori e i dominatori  tra qualche anno. Inoltre egli ha solo dato una rinfrescata ad una illustre tradizione, sempre fiorente nel nostro Paese, quella dei lustrascarpe, che  in Italia  hanno anche una qualità particolare: stare sempre con il naso all’insù, per capire come spira il vento ed essere pronti a posizionarsi. 
Da  Roberto Benigni che abbracciava Berlinguer a Sandro Bondi che dedicava le sue poesie a Berlusconi, solo per limitarmi ad un paio di esempi, in Italia c’è sempre stata una rigogliosa fioritura di lustrascarpe. E poteva mancare papa Bergoglio? Pur di farsi accettare all’Università Roma3, dove qualche anno fa avevano impedito di parlare a Benedetto XVI, ha lustrato le scarpe al corpo accademico ospitante, non vergognandosi di tenere un discorso in cui non ha mai nominato né Dio, né Gesù Cristo.
Un’ultima annotazione. I Meranesi, in netta maggioranza, si sono lamentati del gesto del loro sindaco. Di che si lamentano dopo averlo eletto? Era un Verde, Grün nell’altoatesina Merano.

Zdeněk Zeman
Leggo da qualche parte che la squadra di calcio del Pescara, dopo 43 partite di astinenza, riesce a vincere una partita in Serie A, domenica 19 febbraio 2017, e la vince con il risultato rotondo di 5 a 0. Si dà il caso che la vittoria arriva dopo il cambio dell’allenatore, da Oddo a Zeman. Tutti conosciamo Zdeněk Zeman, simpatico allenatore boemo giunto in Italia tanti anni fa e fautore di una sorta di calcio totale che poi avrebbe fatto la fortuna di Arrigo Sacchi. Zeman è bravo, ma lui stesso è il primo a riconoscere di non essere in grado di fare miracoli. Alla luce di queste dichiarazioni, come si spiega il clamoroso exploit del Pescara? Gli intenditori riferiscono di una congiura dei giocatori che, per una sorta di incompatibilità con il vecchio allenatore, giocavano a perdere. Inaudito! Giocatori, pagati fior di quattrini, che vigliaccamente facevano del male alla società, ai tifosi, alla città e anche a se stessi. Mi ricordano tanto quei mariti, che, per fare un dispetto alla moglie…


Marine Le Pen
Una buona notizia. Mentre le periferie di Parigi bruciano per le rivolte dei migranti, la magistratura francese, non molto diversa da quella italiana, ha ordinato perquisizioni nella sede del Front National ed ha operato un paio di arresti. L’accusa, risibile, è che la Le Pen avrebbe pagato due impiegati con i fondi del parlamento Europeo invece di pagarli con quelli del partito. Dov’è la buona notizia? La buona notizia è che, se la magistratura ha deciso questa grottesca operazione, significa che la Le Pen ha buone possibilità di vincere, non solo al primo turno, ma anche al secondo, dove finora le previsioni la vedevano soccombere di fronte a Macron, espressione dell’establishment francese e soprattutto espressione della banca  Rotschild. L’operazione non ha inciso sui sondaggi, che restano sempre favorevoli alla Le Pen, anche se questo ovviamente non garantisce la sua elezione. 
Una cosa è certa: tutto l’andamento della campagna elettorale ci sta presentando una Marine Le Pen, donna, come unico candidato con gli attributi, specie se paragonata al gollista Fillon, colto con le mani nella marmellata a regalare stipendi ai suoi familiari, o a Macron, ex ministro di Hollande, il che è tutto dire.
      Di recente la Le Pen si è rivelata anche come campione della laicità. Durante una visita in Libano, si è rifiutata di coprire il capo con il velo ed ha fatto saltare un incontro con il Gran Muftì. Quanta differenza con le nostre femministe e con le nostre Boldrini, sempre pronte a firmare manifesti contro Trump e contro il sessismo, ma sempre pronte ad indossare il velo ed a farsi sottomettere, quando c’è di mezzo l’Islam.
Ezio Scaramuzzino



8 commenti:

  1. E'sempre un piacere leggerti!
    Non seguo il calcio e non accendo quasi più la televisione salvo quando sono a letto e non riesco a prendere sonno: scelgo qualche poliziesco americano che mi distrae e mi fa addormentare.
    Per la Le Pen aggiungo che l'ho ammirata per il coraggio che l'ha uguagliata alla grande Oriana Fallaci che, al suo tempo, non ha voluto mettere il velo durante la sua intervista a Khomeini

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    1. E per me è un piacere leggere i tuoi commenti. Grazie.

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    2. Non ha voluto mettere il velo?! Ci sono tutte le foto coperta dal chador nero dalla testa ai piedi!!!! Lei è quella che si è prostituita più di tutte all'islam!
      https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2016/12/17/donne-a-confronto/

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  2. In effetti la Fallaci davanti a Khomeini mise il chador. Non esistono, o almeno a me non risultano, altre foto che la ritraggono così. Perché lo fece? Non lo so. Ma un unico errore può essere perdonato alla grandissima Oriana.

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    1. Non esistono altre foto che la ritraggano così perché 35 anni fa non c'era nessun altro, oltre a Khomeini, a pretenderlo. L'errore è stato unico perché in tutta la sua carriera non ha avuto altre occasioni di commetterne. Più o meno come se ti si offrisse Rosi Bindi e tu ti vantassi della tua incrollabile fedeltà coniugale: è solo quando si presentano le occasioni che si può vedere se sei ladro o no.

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  3. FALLACI: NEL 1979 DAVANTI A KHOMEINI SI TOLSE IL CHADOR
    FU LA PRIMA DONNA A INTERVISTARE LO AYATOLLAH IRANIANO
    Roma, 15 set. - (Adnkronos) - Fra gli exploit giornalistici piu’ memorabili di Oriana Fallaci e’ da ricordare la sua infiammata intervista all’ayatollah Khomeini, leader del regime teocratico iraniano e poco incline a riconoscere diritti e dignità alle donne. Durante l’intervista all’ayatollah Khomeini, il 26 settembre 1979, la Fallaci lo apostrofò deliberatamente come ‘’tiranno’’ e senza timore si tolse il chador che era stata costretta ad indossare per essere ammessa alla presenza del leader iraniano.

    A sei mesi dal movimento guidato dai partiti di opposizione e dal clero sciita, che in Iran aveva deposto lo scia’ Reza Pahlavi, Oriama Fallaci intervisto’ Khomeini. Fu la prima donna a riuscirci. Alla ‘’massima guida spirituale’’ la giornalista pose domande scomode e spinose. Ad esempio lo defini’ un dittatore, sostenne che in Iran la rivoluzione non aveva portato la liberta’. E a un cero punto avvenne il colpo di scena.

    Per intervistare Khomeini, Fallaci fu costretta ad indossare il chador. Allo ayatollah chiese perche’ costringeva le donne ‘’a nascondersi come fagotti sotto un indumento scomodo e assurdo con cui non si puo’ lavorare ne’ muoversi’’. Di fronte alla risposta misogina di Khomeini, Fallaci si tolse lo chador, che defini’ ‘’uno stupido cencio da medioevo’’.

    (Sin-Pam/Pn/Adnkronos)
    http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/09/15/Cronaca/FALLACI-NEL-1979-DAVANTI-A-KHOMEINI-SI-TOLSE-IL-CHADOR_094845.php

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    1. C’è solo un piccolo problema: lei, che aveva notoriamente l’abitudine di “arrotondare”, diciamo così, i fatti quando non ci fossero testimoni in grado di smentirla, ha raccontato di essersi tolta il chador, lei ha raccontato di averlo duramente apostrofato eccetera. Purtroppo di tutti questi atti di eroismo non esiste alcuna documentazione: non una foto, non una testimonianza indipendente, niente di niente. Solo le sue dichiarazioni autoincensanti.
      A parte questo, lei aveva scritto che “non ha voluto mettere il velo durante la sua intervista a Khomeini”, cosa che tutte le foto scattate durante l’intervista smentiscono clamorosamente.
      Niente di personale, intendiamoci, né verso di lei né verso la Fallaci, ma non amo i santini. Meno che mai di coloro che, sia pure con notevoli meriti in alcuni campi, hanno passato la vita ad autoincensarsi e a “correggere” i fatti qualora non fossero troppo edificanti per lei.

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    2. Poi sono andata a controllare, perché non ero sicura di ricordare bene, ma ho constatato che ricordavo benissimo: qui http://www.mattinonline.ch/quando-la-fallaci-si-tolse-quello-stupido-velo-di-fronte-allayatollah/ riporta il testo dell'intervista:
      A.K.: Tutto questo non la riguarda. I nostri costumi non vi riguardano. Se la veste islamica non le piace, non è obbligata a portarla. Perché la veste islamica è per le donne giovani e perbene.
      O.F.: Molto gentile. E, visto che mi dice così, mi tolgo subito questo stupido cencio da medioevo.

      Ora, che le donne devono coprire il capo sta scritto nel corano. Tutte, non quelle giovani. Tutte dalla pubertà (me meglio se anche prima) fino alla morte. Quindi il mettere in bocca a Khomeini, un'autorità religiosa di prim'ordine, una simile bestialità rende palese che la signora sta raccontando una mastodontica balla. E la sta raccontando nella maniera più stupida possibile, ossia senza sapere di che cosa sta parlando e senza avere almeno il buon senso di informarsi prima di sparare simili puttanate.

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