giovedì 2 febbraio 2017

Le vite parallele3: Donald Trump e Silvio Berlusconi

Donald Trump, nato a New York il 14 giugno 1946, è un imprenditore, politico e personaggio televisivo, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America. Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1936, è un politico e imprenditore italiano, più volte Presidente del Consiglio. DT si iscrive alla "Wharton School" dell'Università della Pennsylvania e qui si laurea nel 1968, specializzandosi in Economia e Finanza. Nel 1961 SB consegue la laurea in Giurisprudenza, alla Statale di Milano, voto 110 e lode.  Nel 1971 DT rileva in prima persona la gestione dell’azienda paterna e fa costruire torri di uffici e grattacieli (tra cui la famosa Trump Tower), numerosi hotel e casinò, oltre a diversi campi da golf e altro ancora in tutto il mondo. SB inizia la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia. Nel 1975 costituisce la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset. Dopo aver concorso senza successo alle primarie del Partito Riformista per le elezioni presidenziali del 2000, DT aderisce dapprima al Partito Democratico e poi al Partito Repubblicano. Nell'ottobre del 1993 SB scende in politica fondando il partito politico di centro-destra Forza Italia, confluito nel 2008 ne Il Popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013, segnando la vita politica italiana dalla metà degli anni novanta in poi. Nel 2016 DT prende parte alle elezioni presidenziali come candidato del Partito Repubblicano ed imposta la sua campagna elettorale su posizioni conservatrici, attirandosi la violenta opposizione di tutto l’establishment americano. Smentendo gran parte delle previsioni della vigilia, vince le elezioni. Nel 1994 SB vince le elezioni politiche e diventa Presidente del Consiglio con una maggioranza di centro-destra formata da Forza Italia, An, Lega Nord e altri gruppi minori. Entrato in carica il 20 gennaio 2017, già nei primi giorni del suo mandato DT subisce la violenta e rancorosa opposizione della magistratura e dei suoi avversari politici, che non si rassegnano alla sconfitta e non accettano le sue decisioni. Nello stesso anno 1994 SB, mentre a Napoli presiede una conferenza internazionale sulla criminalità organizzata, riceve un invito a comparire da parte della procura milanese, per il cosiddetto Caso Telepiù da cui in seguito sarà ampiamente prosciolto. E’ il primo degli infiniti procedimenti giudiziari che la magistratura di tutt’Italia gli riserva per gli anni successivi.
Il paragone finisce qui. DT è da qualche giorno presidente degli USA e non sappiamo ancora come andrà a finire, anche se l’opposizione che gli stanno facendo, violenta ed ossessiva, ricorda molto da vicino quella che a suo tempo la sinistra italiana ed il partito dei giudici, strettamente collegati, organizzarono contro SB. Di SB invece possiamo dire di sapere ormai tutto, o quasi. Da quando ha presieduto il suo primo governo nel 1994, SB, prima incensurato, ha subito circa 60 processi, il che costituisce un record mondiale, presumo, qualcosa da Guinness dei primati. E’ riuscito a superare indenne i primi 57-58, ma gli ultimi gli sono stati fatali. Col senno di poi si può dire che, almeno nei vari processi Ruby, alcuni nei quali è stato assolto ed altri ancora in corso, egli ci ha messo un po’ del suo, con qualche atteggiamento disinvolto, anche se non penalmente rilevante, che ha contribuito non poco a deteriorare la sua immagine. Il fatto è che SB con una congiura di palazzo, spudoratamente orchestrata dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato costretto prima alle dimissioni da Presidente del Consiglio, e poi, a causa di una condanna definitiva per evasione fiscale, lui, che era ed è il primo contribuente d’Italia, è stato dichiarato decaduto da senatore. Il resto è cronaca recente: un anno ai servizi sociali, una lenta ripresa, un’attesa infinita per l’ultimo ricorso alla Corte Europea dei diritti umani a Strasburgo, qualche velleità politica.
In questa sede, ovviamente, non si ha la pretesa di entrare nel merito dei suoi processi. SB aveva a sua difesa grandi avvocati, che certamente da un punto di vista tecnico avranno operato per il meglio. Quello che non quadra e non convince è la gestione politica delle sue vicende giudiziarie. Sin dall’inizio egli ha cercato di difendere la sua immagine politica piuttosto debolmente, apparendo incerto, esitante e ricorrendo a mezzi piuttosto discutibili e maldestri. Le varie leggi ad personam, da lui fatte approvare, si sono dimostrate deboli ed inutili, perché erano facilmente aggirate dalla Magistratura o fatte decadere dalla Corte costituzionale. Sembrava un gioco a rimpiattino con i giudici, che però avevano il coltello dalla parte del manico e costituivano un ostacolo spietato ed insormontabile.
E’ andata come è andata ed è inutile ora rifare processi virtuali. Ma una cosa almeno voglio dire, già da me ribadita in precedenti occasioni. SB ha fatto tanti errori negli ultimi anni, ma forse il suo errore più grande egli l’ha fatto alla fine della sua carriera politica. Quando è stato costretto alle dimissioni da Presidente del consiglio, egli addirittura, in una sorta di sindrome di Stoccolma, ha favorito i suoi carnefici appoggiando i governi  Monti e  Letta, anche se poi, con una resipiscenza tardiva, si è tirato indietro. Senso di responsabilità? Non direi. SB appariva debole, confuso, incerto e dava l’impressione di voler raccattare e conservare le briciole del suo passato politico. Quando poi in un processo farsa è stato condannato per evasione fiscale e successivamente espulso dal Senato, è apparso ancora una volta remissivo, quasi a voler mendicare pietà. Chiaramente non era più lui. Avrebbe dovuto fare ben altro. Io penso che nella vita si possa anche cadere, ma bisogna saper cadere e soprattutto cadere in piedi.
SB avrebbe dovuto rivolgersi direttamente agli Italiani, anche a reti unificate (i mezzi e le tribune non gli mancavano), e denunziare pubblicamente prima la congiura ai suoi danni e poi la persecuzione giudiziaria di cui era stato fatto oggetto, senza esitazioni, senza timidezze, cercando anzi di creare un caso clamoroso a livello mondiale. Poi si sarebbe dovuto dirigere al carcere più vicino, pretendendo di essere messo in cella con i detenuti comuni e senza chiedere per sé alcun privilegio. E invece no. Lui, persona stritolata dal sistema ma incapace di opporsi validamente al sistema, ha fatto regolare richiesta ai giudici di essere impiegato nei servizi sociali; ha regolarmente scontato la sua pena, magari ricevendo pure un attestato di buona condotta, e poi ha fatto ricorso alla corte di Strasburgo. Campa cavallo! Ma per fare altro sarebbe forse stato necessario, dico forse, che SB non fosse tanto ricco, che non fosse il primo contribuente d’Italia, che non avesse interessi economici diffusi e variegati. Le aziende forse erano in pericolo insieme a lui e lui, da buon padre di famiglia, ha riflettuto e si è offerto come agnello sacrificale. Non voglio infierire contro il Cavaliere, al quale in ogni caso bisogna rendere l’onore delle armi, ma Longanesi diceva che sulla bandiera italiana in controluce è leggibile il motto “Tengo famiglia” e SB la famiglia l’aveva e pure numerosa.
Ora la storia sembra volersi ripetere con DT e davanti ai nostri occhi scorrono, in una impressionante sequenza, i fotogrammi di un film già visto. Gli USA non sono l’Italia, ma l'amministrazione della giustizia comincia a muoversi anche lì e qualche nube comincia ad addensarsi. Finora DT si è dimostrato coraggioso e sicuro, incline a combattere contro i suoi nemici, non ad implorarne la collaborazione. Speriamo che duri.
Ezio Scaramuzzino

2 commenti:

  1. Le differenze sono tante, soprattutto perchè in America quando si vince si governa, swoprattutto se si ha la fortuna di avere Congresso e Senato della stessa parte politica, in Italia non Governi perchè avresti bisogno di avere una maggioranza di almeno il 51% di deputati alla Camera e altrettanto al Senato. Se devi avere alleati dovrai sempre cercare di mediare con gente che dentro di sè ti odia perchè vorrebbe essere al tuo posto
    Poi c'è il problema Magistratura: tutti lo sapevamo, non c'era bisogno che lo dicesse in TV, tanti di noi erano davanti al Tribunale di Milano per fargli sentire l'affetto, ma l'odio instillato dalla sinistra che si è vista sfilare la sedia quando ormai era riuscita ad averla vicina non finirà mai e in Italia non c'è protezione alcuna
    Tutti sanno chi è Berlusconi, tutti conoscono la sua generosità, ma in realtà quello che si conosce è un centesimo di quello che fa, però nessuno è mai sceso in piazza per aiutarlo, nessuno si è mosso dal computer per combattere insieme a lui

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  2. è tardi, non rileggo, non so se sono riuscita a scrivere per intero quello che penso

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