mercoledì 10 gennaio 2018

Piazzisti d'Italia

E’ tempo di campagna elettorale ed è tempo anche di piazzisti. Flat tax, reddito di inclusione, reddito di cittadinanza, abolizione delle tasse universitarie, abolizione del canone RAI, abolizione del bollo auto, 80 € mensili per tutti, bonus bebé, dentiere gratis per tutti: sono in ordine di tempo le ultime offerte pervenuteci dai piazzisti di cui sopra. Ma non è detto che l’elenco sia completo: mancano ancora la cura gratuita delle unghie incarnite, la cura gratuita delle fistole e delle emorroidi e probabilmente, ma solo probabilmente, il ventaglio delle offerte potrà considerarsi completo.
Certo ogni nazione ha i politici che si merita, ma, per quanto riguarda l’Italia, pare che la spinta al ribasso stia diventando una tendenza difficilmente arrestabile. Solo per una questione di serietà e solo per questo, ritengo sarebbe opportuno che in una competizione elettorale i partiti si astenessero dal fare promesse di tipo fiscale-finanziario, ma capisco bene che una proposta del genere rasenta l’utopia e quindi teniamoci le promesse, teniamoci questi partiti e questi candidati e cerchiamo di tirare avanti e di sopravvivere.
Intanto nel mare magnum di queste promesse una cosa appare subito evidente e cioè che la torta da spartire è insufficiente, è sempre quella e che l’unica cosa che cambia è il modo di spartirla e di suddividerla tra tutti gli invitati. E’ un po’ come la classica coperta troppo corta: la tiri da una parte e resti scoperto dall’altra. E questo succede anche perché la nostra classe politica ha un orizzonte ristretto, si limita a pensare all’oggi, al successo ed ai vantaggi immediati e non riesce a pensare al domani: figuriamoci quindi se riesce a pensare al dopodomani o, addirittura, al futuro. Il futuro? E che cos’è il futuro per i nostri politici? Una cosa inconcepibile, una cosa vaga e fumosa, per la quale non è il caso di spendersi più di tanto e di sprecare preziose risorse, meglio utilizzabili per procurarsi qualche voto e sperare di non essere trombati alle prossime elezioni.
E invece la differenza tra un politico e uno statista consiste proprio in questo. Diceva la buonanima di Giulio Andreotti, il divo Giulio, che, quando ogni tanto si trovava ad accompagnare Alcide De Gasperi in chiesa, De Gasperi ci andava per parlare con Dio, mentre lui ci andava per parlare col sagrestano e col prete, che disponevano del voto.
Per ritornare al nostro discorso iniziale, io penso che, a prescindere dalle promesse più o meno serie che tanti politici stanno facendo in vista delle elezioni, due sono i problemi più grossi che il nostro Paese si trova ad affrontare e dalla soluzione dei quali dipende veramente il nostro futuro, o almeno quello delle prossime generazioni: il debito pubblico e l’immigrazione clandestina.
E’ inutile farsi illusioni: l’Italia potrà continuare a vivere nel futuro più o meno prossimo, almeno per come essa è, per come la conosciamo e per come speriamo che sia, solo se riuscirà a trovare una qualche soluzione a questi due grossi e drammatici problemi. Non ci vuol molto a capire che dalla soluzione di questi due problemi dipende la soluzione di tutti gli altri, anche quello del canone Rai o delle dentiere.
Eppure basta seguire un qualunque dibattito politico per capire che il problema del debito pubblico è allegramente ignorato, quando non è addirittura capovolto per favorire ulteriore debito, e quello dell’immigrazione clandestina è affrontato solo di sguincio e quasi con una certa sufficienza, quando anche esso non è addirittura capovolto per favorire ulteriore immigrazione.
Ricordo che io stesso scoprii circa trenta anni fa l’esistenza del problema del debito quando una mattina vidi a scuola un collega piuttosto preoccupato. Gli chiesi premurosamente se gli era successo qualcosa e lui, tra il serio ed il faceto, mi rispose che era preoccupato perché nell’ultimo anno (era il 1987) il debito pubblico dell’Italia (ricalcolato in €) era passato da 463 miliardi a 524 miliardi di €, dall’89% al 90% del PIL (al momento in cui scrivo è di 3.200 miliardi di €, il 133% del PIL). Ora io non dico che bisogna fare come il mio collega  e magari non dormirci ogni volta che il debito pubblico aumenta o ogni volta che arriva in un porto italiano una nave carica di clandestini. Oltre tutto finiremmo col non dormire più, diventeremmo insonni e saremmo costretti a ricorrere al Tavor. Ma, in tutta onestà, penso che i due problemi meritino più attenzione di quanta normalmente la nostra classe politica è disposta a riservargliene.
Ora, anche tra i vari partiti, la posizione sui due problemi è abbastanza variegata, per cui penso sia importante avere un quadro sintetico della situazione, che consenta di farsi idee chiare sui due problemi e poter decidere a chi dare o non dare il nostro voto alle prossime consultazioni. Il prospetto che segue l’ho trovato su Internet, lo considero abbastanza chiaro e affidabile, per cui, con qualche aggiustamento, ho deciso di riproporlo.
La tabella contiene l’elenco dei partiti politici più importanti e la loro posizione rispetto ai due problemi, con un voto compreso tra 1 e 5; 5 significa che per il partito il problema è grave e va risolto o almeno affrontato; 1 che non è importante e che può essere trascurato. La somma tra i due voti indica la classifica dei partiti più sensibili nei confronti dei due problemi.
Partito
Leader
Debito pubblico
Immigrazione
Totale
Fratelli d’Italia
Meloni
2
5
7
Lega
Salvini
3
5
8
Forza Italia
Berlusconi
2
4
6
Partito Democratico
Renzi
2
2
4
Liberi e uguali
Grasso
1
1
2
Movimento 5 Stelle
Di Maio
1
2
3

Considerato che il punteggio massimo è 10, la classifica finale è la seguente: Lega 8/10; Fratelli d’Italia 7/10; Forza Italia 6/10; Partito Democratico 4/10; Movimento 5 Stelle 3/10; Liberi e Uguali 2/10.
Non pretendo di convincervi, ma io la vedo così. Coraggio! Ed auguri!
Ezio Scaramuzzino

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