giovedì 9 maggio 2019

Logica e follia



Ogni tanto mi capita, per vari motivi, di cambiare il tragitto del mio footing mattutino. Mi è capitato oggi e mi sono diretto verso la banchina esterna del porto, mai attraversata in precedenza. Ho posteggiato l’auto, con qualche perplessità, perché c’era un cartello di divieto di accesso e poi  mi sono incamminato.
 Ero convinto che la distanza fosse relativamente breve, ma con rammarico ad un certo punto mi sono accorto che incominciavo a scoraggiarmi ed a stancarmi, perché la fine sembrava non dovesse arrivare mai. Non c’era anima viva ed avevo l’impressione di trovarmi nelle stesse condizioni di uno che si fosse smarrito  in una galassia o ai confini dell’universo.
Quando, dopo una breve rientranza, mi è apparso di fronte un solitario signore in bicicletta, mi sono fatto coraggio, gli ho fatto segno di fermarsi e mi sono avvicinato.
-Scusi, signore! Quanto è lunga questa banchina? Ci vuole ancora molto?
-Ma no, saranno un paio di Kilometri. Comunque è quasi arrivato! Se ne accorgerà facilmente, perché finisce il cemento ed incomincia il mare.
-Ah grazie. Così evito di finire in acqua. Buon giorno!
-Buon giorno a lei. Buon proseguimento!
Ho ripreso di buona lena. Sorridendo. Perché mi è venuta in mente una storiella.
In un manicomio c’era un pazzo che ogni sera saliva a fatica su un palo molto alto posto al centro del giardino e, arrivato in cima, vi apponeva  con molta cura un cartello su cui era scritto qualcosa. Poi, lentamente, discendeva. Al mattino il pazzo risaliva sul palo, arrivava al cartello, lo toglieva, lo arrotolava con cura e lentamente ridiscendeva.
La scena  si ripeté per qualche giorno, suscitando la curiosità del direttore, dei medici, degli infermieri e degli altri ospiti del manicomio. Fino a quando il direttore decise di vederci più chiaro e, dopo l’apposizione serale, mandò un infermiere  a controllare più da vicino il cartello.
Sbuffando e imprecando, l’infermiere riuscì ad arrivare in cima al palo, prese il cartello e lesse:
-QUI FINISCE IL PALO!
L’autore del cartello si preoccupava, giustamente, di coloro che avevano voglia di salire in cielo, ma, soprattutto, si preoccupava del fatto che di notte, nell’oscurità, la punta del palo potesse non essere visibile. Santa follia!
P. S. Io comunque la fine della banchina l’ho vista chiaramente grazie alle informazioni del gentile ciclista. Non sono finito in acqua.
Ezio Scaramuzzino

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