giovedì 5 settembre 2019

Il Vis-Conte raddoppiato - 1



Finalmente il nuovo governo è nato; è nato settimino, quindi un po’ gracile, ma è nato. C’era qualche preoccupazione di possibili aborti all’ultimo momento, ma per fortuna tutto è filato liscio, grazie anche alla sapiente e non disinteressata regia della mammana Mattarella, e finalmente possiamo dare sfogo al nostro entusiasmo e gridare Gloria in excelsis Deo.
Ho appena letto la lista dei ministri. Per qualcuno mi son dovuto documentare, ma l’impressione generale è positiva e beneaugurante per il futuro del nostro Paese. Di seguito qualche prima impressione.
Presidente del Consiglio – Giuseppe Conte
Uno che, illustre sconosciuto fino ad un anno fa, riesce a sopravvivere ai marosi della politica e  salva sinecura e posizione, è una garanzia anche per l’Italia. Sono sicuro che il famoso stellone, che finora ci ha protetti, d’ora in poi si identificherà sempre di più con la sua immagine. E poi il nostro è devotissimo di padre Pio. E padre Pio è o non è il Santo dei miracoli?
Ministro degli esteri – Luigi Di Maio – M5S
Se si pensa che fino a qualche anno fa vendeva bibite al San Paolo, bisogna ammettere che la sua carriera è stata fulminea. Unico neo: non conosce l’Inglese, indispensabile all’estero. Ma questa è anche la sua fortuna: l’Inglese non ha il Congiuntivo, nel quale notoriamente il nostro è deboluccio. Altro piccolo neo: non conosce bene la Storia e la Geografia. Ma qualunque usciere del Ministero potrà spiegargli che Pinochet non è mai stato Presidente del Venezuela e che la Russia non è bagnata dal Mar Mediterraneo.
Ministro degli Interni - Luciana Lamorgese, tecnico
Ex prefetto di Milano, al di là delle sue eventuali capacità, è stata scelta con l’unico intento di  catalizzare le critiche che qualunque politico avrebbe attirato su di sé, nel posto che fu di Salvini. Dal che si deduce che nella politica italiana si invera una famosa massima calabrese: u fùjiri è brigogna, ma è sarvazion ’i vita (scappare è vergogna, ma è l’unica salvezza di vita).
Ministro della Giustizia – Alfonso Bonafede – M5S
E’ uno dei pochissimi riconfermati del precedente governo, dal che si deduce che la sua azione è stata giudicata positivamente dal suo partito di riferimento. Gli si riconosce il merito di aver abolito di fatto, dal primo Gennaio 2020, la prescrizione dei reati, per cui chiunque dovesse incappare nelle maglie della giustizia italiana, potrà e dovrà tranquillamente considerarsi imputato a vita. Ci si attende da lui qualche altra buona idea, sulla falsariga di quanto sostiene il suo profeta Piercamillo Davigo: Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti. Ad esempio: perché non regalare a tutti i bambini italiani, quei pochi che ancora nascono, un certificato di colpevolezza preventiva con conseguente iscrizione al casellario giudiziario?
Ministro Infrastrutture e Trasporti – Paola De Micheli – PD
Deve solo riuscire a non far rimpiangere Danilo Toninelli ed in questo è fortunata, perché non ci vuole molto. Intanto lei ha già fatto di tutto per adeguarsi al suo predecessore. In qualità di Presidente e Amministratore delegato, è riuscita a far fallire Agridoro, l’Unica società da lei gestita in vita sua. E’ stata anche per quasi due anni Commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016. E grazie alla sua opera tutta la zona terremotata è ora “più bella e più superba che pria”, come diceva Petrolini della Roma di Nerone.
Ministro affari regionali ed autonomie – Francesco Boccia – PD
E’ stato nominato  perché notoriamente avverso ad ogni forma di autonomia, specie delle regioni del Nord. A questa avversione ha probabilmente contribuito anche la moglie Nunzia De Girolamo, ex deputata di Forza Italia, poi ministro nel governo Letta, poi scissionista di Forza Italia, poi rientrata in Forza Italia, infine candidata per Forza Italia alle ultime politiche nel collegio “nordista” Bologna-Imola e regolarmente trombata, attualmente soubrette televisiva.
Ministro lavoro e Politiche sociali – Nunzia Catalfo – M5S
Siciliana, è stata nominata in qualità di massima esperta per il suo partito del Reddito di Cittadinanza, che, come è noto, ha procurato lavoro a milioni di Italiani. Se il buon giorno si vede dal mattino…
Ministro pari opportunità e famiglia – Elena Bonetti – PD
Fedelissima di Matteo Renzi e trombata alle ultime elezioni, deve la  nomina alle sue idee aperte in materia di famiglia e di etica sessuale, talmente aperte che non è da escludere una rivalutazione positiva delle incresciose (per il PD) vicende di Bibbiano.
Non rinfacciatemi il tono semiserio del mio discorsetto. Meglio riderci di sopra, o almeno sorridere. Che altro si può fare?
Mi riservo di ultimare la rassegna in un post successivo, in attesa che alcuni illustri sconosciuti forniscano adeguata materia di riflessione.
Coraggio! E a presto…
Ezio Scaramuzzino

1 commento:

  1. Ma cosa diavolo dici?! Il santo dei miracoli è sant'Antonio da Padova!!!! Blasfemo!
    Quanto a quella signora che viene regolarmente trombata: ma suo marito lo sa?

    RispondiElimina