mercoledì 30 settembre 2020

Un giudice per Salvini


Il 3 ottobre inizia a Catania il processo a Salvini per i noti fatti legati alla sua attività di ministro contro l’invasione di clandestini. Forza Italia e Fratelli d’Italia, in tale circostanza, hanno deciso di unirsi alla Lega per una dimostrazione di tutti i parlamentari da tenersi nella città siciliana.

Bisogna dire che si tratta di un buon inizio, ma che si tratta pur sempre del minimo sindacale. Non si può certo sperare che questa dimostrazione possa smuovere più di tanto la magistratura o che possa comunque segnare un’inversione di rotta rispetto al vergognoso e stomachevole andazzo che contraddistingue, ormai da troppo tempo, la lotta politica nel nostro Paese.

E’ il caso di dire che non se ne può più. Da fin troppo tempo ormai la sinistra, quando non riesce a sconfiggere politicamente i suoi avversari o, meglio, quella che essa considera i suoi “nemici”, ricorre all’aiuto non del tutto disinteressato di quella magistratura, che ormai non si fa nemmeno scrupolo di fingere, e si appalesa per quello che veramente è: una corrente fra le tante del variegato mondo della sinistra politica.

Si incominciò tanti anni fa con Giovanni Leone, un galantuomo che fu costretto a dimettersi da Presidente della Repubblica, dopo che una ben orchestrata campagna di stampa e  la magistratura lo avevano coinvolto nello scandalo delle tangenti Lockheed. Inutile dire che alla fine di un  lungo calvario giudiziario Leone fu assolto da ogni accusa.

Visto che il colpo era ben riuscito con Leone, qualche tempo dopo si cercò di fare il bis con Francesco Cossiga, altro Presidente inviso alla sinistra. Si cercò di coinvolgerlo in scandali vari, tipo Gladio ed altri di natura finanziaria, ma ogni tentativo andò buca. Alla fine la sinistra giocò la carta della disperazione: fu fatta circolare la voce che Cossiga non stesse tanto bene di testa. Ma Cossiga non si arrese e rispose colpo su colpo. Non per niente alla fine fu definito “il picconatore”.

Altro caso clamoroso fu quello di Bettino Craxi, l’unico condannato illustre della stagione di Mani Pulite. In un periodo nel quale quasi tutti i partiti politici incassavano le tangenti e nel quale il Partito Comunista Italiano incassava più di tutti gli altri, perché alle tangenti interne aggiungeva quelle esterne provenienti dall’Unione Sovietica, l’unico partito che fu risparmiato dalla magistratura fu …indovinate quale?

Poi fu il turno di Silvio Berlusconi, il quale, bisogna pur dirlo, oltre a metterci del suo, si difese male, molto male dall’assalto giudiziario. Invece di affrontare a viso aperto i suoi persecutori, cercò di giocare a rimpiattino con i giudici, ricorrendo a cavilli, leggi ad personam ed altri sotterfugi che finirono col danneggiarlo politicamente. E’ storia fin troppo recente: condannato con un processo farsa per un’evasione fiscale, comunque non addebitabile a lui, è stato espulso dal Senato e, pur rientrato a pieno titolo nella politica attiva, è in eterna attesa di una totale riabilitazione.

Poi la magistratura mise sotto tiro Matteo Renzi, fino a quando qualcuno avvisò i magistrati che Renzi, pur antipatico e cazzaro, era pur sempre un sinistro della scuola del Pd. E da allora è stato relativamente lasciato in pace.

Ora è il turno di Matteo Salvini. Matteo è l’attuale ossessione della sinistra e della sua longa manus giudiziaria e non casualmente i suoi processi si moltiplicano come i funghi sotto la pioggia autunnale. A differenza di tanti altri, egli appare deciso e tranquillo, oltre che risoluto a difendere il suo operato di ministro a viso aperto e con dignità. Qualche sera fa l’ho sentito citare una pur abusatissima massima di Ezra Pound : Quando uno non è disposto a lottare per le sue idee, o non vale niente lui, o non valgono niente le sue idee. Complimenti!

E’ presto per dire come andrà a finire, anche perché la persecuzione è appena agli inizi, ma è lecito sperare bene. Solo sperare, sia ben chiaro, perché queste cose si sa come iniziano, ma non si sa mai come si concludono e l’esperienza induce ad essere prudenti. D’altra parte Salvini è un politico che è configurato dai suoi nemici politici e dalla stampa fiancheggiatrice in un modo pressoché unico. Contro di lui è lecito tutto, compresi gli insulti più sanguinosi, ma se ogni tanto egli abbozza una sia pur garbata risposta, diventa subito un fomentatore di odio.

La magistratura è potente, si sa, ma anche la politica, se è decisa, se è risoluta, se non si lascia intimidire, ha le sue carte da giocare. Il centrodestra deve essere ed apparire compatto, deve muoversi all’unisono, deve capire che in questo processo è in gioco il suo futuro, non solo quello di Salvini.

La magistratura finora ha giocato con una certa parte politica come il gatto con il topo, decidendo di volta in volta come, quando e dove colpire. Ma, al punto in cui siamo, il gioco non regge più e non vale più quanto poteva valere per il passato, quando ci si consolava del fatto che avevi salvato la tua testa, anche se era rotolata la testa del tuo amico o del tuo alleato. Oggi stanno colpendo Salvini, ma domani colpiranno la Meloni o riprenderanno a colpire Berlusconi, se sarà necessario. Un’accusa la si può sempre inventare ed una certa stampa compiacente o addirittura collusa è sempre lì, pronta ad azzannare chi non si conforma al pensiero unico o non è disposto a cantare nel coro.

Del resto il momento è delicato e, anche se stentiamo a rendercene conto, penso che sia un momento storico. Al di là di quanto accaduto in passato, è la prima volta che nel nostro Paese si porta a processo il leader dell’opposizione, non per reati comuni, ma per reati politici o presunti tali. Bisogna stabilire, una volta per tutte, se in questo nostro Paese un ministro è libero di prendere un’iniziativa politica o se prima deve chiedere il permesso ai giudici.

Nemmeno ai tempi del Fascismo la magistratura apparve così prona ai voleri di chi governava. Nemmeno nella Cina nazi-comunista dei tempi nostri, in quella dittatura, avvengono cose simili, o per lo meno, se anche avvengono, le tengono nascoste, mentre in Italia queste cose si fanno alla luce del sole, così, come se fosse un fatto normale.

L’attuale gruppo di potere in Italia non si vergogna di portare l’Italia allo sfacelo e di colpire al cuore la vita democratica. Bene. Diciamoci disposti, se proprio lo vogliono, a dar loro una mano. Per quanto modesta possa essere la mia persona, per quanto inutili e disperate possano essere le mie parole, voglio dare ai politici del Centrodestra un suggerimento, anche se non richiesto.

Se l’accanimento giudiziario nei confronti di Salvini dovesse continuare, se il processo a Salvini dovesse apparire, nella sostanza e al di là delle apparenze, un’ignobile farsa, tutto il mondo politico legato al Centrodestra pensi seriamente a dimissioni di massa. Si dimettano deputati, senatori, governatori, sindaci, consiglieri. L’Italia se la governino lorsignori, da soli, da papponi e despoti. In questo caso sarebbe inutile alimentare speranze, illusioni, rapporti umani, fiducia nel futuro. Meglio disperare e fare tabula rasa di tutto, con la sola compagnia del vento, della nebbia, della pioggia. E infine del sole, per riprendere a sperare…

Ezio Scaramuzzino