Caro fratello mio, caro
Salvatore, sei il secondo della famiglia che ha deciso di lasciarci, dopo
Nando, che ha voluto precedere tutti e ci ha lasciati solo qualche mese fa.
La
tua dipartita, giunta alla fine di un doloroso calvario di malattie che ha
rattristato gli ultimi tempi della tua vita, per quanto potesse apparire
ineluttabile, ci ha lasciati, mi ha lasciato sgomento e straziato.
Tu
non eri uno dei miei fratelli, non eri uno della famiglia nella quale sono
nato, ho visto la luce ed ho vissuto i primi trenta anni della mia vita. Tu eri
qualcosa in più per me. Tu eri il mio fratello più grande, per molti aspetti
eri il mio fratello per eccellenza. A te mi sentivo più vicino, pur nel generale
legame di sangue e di affetto che tutti ci ha legati in un rapporto indissolubile e che ha fatto della nostra una
famiglia meravigliosa, nella quale è stato bello vivere e scoprire giorno dopo
giorno il fascino, il mistero ed il senso della vita.
Io
non dimenticherò mai, caro fratello, i giorni e le ore trascorse insieme.
Quando, sotto un albero, nella calura estiva, tu mi leggevi un libro, qualunque
libro, ed eri felice di essere con me e di insegnarmi tante cose, mentre io
pendevo dalle tue labbra ed ero felice di stare con te e di imparare da te il “mestiere
di vivere”.
Quando
ritornavi dopo un periodo di assenza con un piccolo regalo per me, quasi sempre
un libro, di cui mi impadronivo con avidità voluttuosa, perché lo consideravo come
il più bel regalo che ci si potesse aspettare.
Quando ero ammalato, per un
qualunque motivo, e tu mi stavi vicino e mi tranquillizzavi con le tue parole
esperte, pacate ed affettuose.
Quando,
già adulto, mi accorgevo di aver bisogno di qualche cosa e io mi rivolgevo a
te, prima che agli altri.
Ora io sono qui, caro
Salvatore, insieme a tutti gli altri superstiti componenti della nostra
famiglia, a rivolgerti queste ultime parole di commiato. Sono triste. Ma so che
la mia tristezza non ha motivo di essere. Perché tu, oltre ad essere stato un
fratello affettuoso e comprensivo, oltre ad avere avuto il dono della bontà,
della gentilezza, della estrema disponibilità, hai avuto in dono qualcosa che
supera ogni ricchezza terrena, ogni contingenza della nostra esistenza
quotidiana. Tu hai avuto il dono della fede, di una fede limpida, sincera,
cristallina, che ti ha consentito di vivere in serenità e con fiducia le gioie
ed i dolori dell’esistenza. Tu hai creduto.
Non
mi è difficile immaginare che la tua vita non si conclude qui e che tu sei tra
i pascoli del cielo, con mamma, con papà, con Nando. Tu vivi una nuova vita,
col sorriso sulle labbra, là dove
l’esistenza terrena e le nostre lacrime sono soltanto “silenzio e
tenebre”.
Addio,
addio, fratello mio.
Che
la terra ti sia lieve.