venerdì 21 gennaio 2022

Un amico che se ne va



Non sapevo della sua malattia ed ho saputo adesso della sua scomparsa. Il caro Peppe non c'è più ed avverto la necessità di dedicargli queste ultime parole, per fargli capire, se già non l'aveva capito, l'affetto che mi legava a lui e che è lo stesso affetto con cui adesso lo ricordo. Peppe è stato uno dei punti fermi della mia infanzia e dei legami di tenera amicizia che legava tutti quelli che abitavamo, a Scandale, nei dintorni di Viale Puccini e del quartiere San Leonardo. Lo ricordo quando, con un sorriso, cercava di dire il suo cognome, mettendosi le mani alle orecchie e restringendo le guance per creare simpaticamente l'immagine di un coniglio. Lo ricordo quando si sforzava di ripetere il mio difficile e lungo cognome e mi chiamava Hunt, come un famoso calciatore inglese dei mondiali del '66, finendo, lui per primo, col sorridere della confusione che si creava. Lo ricordo ancora quando mi vedeva ritornare al paese, di tanto in tanto, e ci teneva a dirmi che aveva stima di me e, chissà perché, accompagnava le sue parole con l'indicazione di una penna che scrive. Caro Peppe, ora che non ci sei più, avverto pienamente il senso della vita che scorre e ci lascia soltanto il ricordo struggente di ciò che maggiormente ci ha legati alle nostre abitudini più care, ai nostri legami più teneri e più dolci. Mi piace immaginarti mentre ancora ti aggiri, gesticolando, in un luogo destinato alle persone giuste, alle persone  che se ne vanno e ci lasciano con un bilancio che è in credito con la vita. Ti invio un lungo, ultimo, affettuoso abbraccio. Riposa in pace.

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