Ti ho visto arrivare, come ne vedo tanti in questi giorni. Quando
ti ho visto svoltare sul viottolo, ho sperato che tu venissi verso di me: lo hai
fatto e mi fa piacere. Nel silenzio eterno che mi avvolge, un briciolo della
vita che ho vissuto è il balsamo che rischiara le tenebre e si confonde con la
luce che mi attende.
Eravamo felici in quei giorni, insieme a tanti altri, e forse
non lo sapevamo. Abbiamo trascorso tante serate appoggiati sui
tubi che da viale Puccini portavano verso la villetta. Parlavamo di tante cose,
di tutto e di niente. Della Juve, dei tempi che cambiavano, dei soldi che non
bastavano mai. Una sera d’estate, tanto
per fare qualcosa di diverso, improvvisammo una piccola maratona e dalla
villetta ci dirigemmo a passo di corsa verso il vicino paese di San Mauro. Era una corsa, ma forse era più giusto
considerarla una danza. Una danza in cui si respirava il profumo dell’amicizia
che non muore e dell’affetto che sfida il tempo. Non chiedevamo molto alla
vita. Ora tutto è silenzio.
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