domenica 31 maggio 2020

Tornano i vitalizi in Calabria?

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Il giorno 26 maggio 2020 all’assemblea regionale (rigorosamente tutto in minuscolo) della Calabria è accaduto quel che non ci saremmo mai aspettati che potesse accadere. A fine seduta, su proposta dell’UDC Giuseppe Graziano, il quale, per fare in fretta, ha evitato di illustrare la sua proposta, l’assemblea (sempre in minuscolo) ha approvato in due minuti una leggina che, di fatto, reintroduce i famosi vitalizi. C’è da sottolineare che la proposta è stata approvata all’unanimità, senza differenze ideologiche o di partito.
Ai nostri onorevoli (sic!) rappresentanti non è bastato il coronavirus, non è bastato lo sconquasso sociale, economico e finanziario degli ultimi mesi. C’è da ritenere che essi volessero sottolineare la fine della pandemia ed il ritorno alla normalità e per loro la normalità, evidentemente, coincide con lo sperpero del denaro pubblico e con l’autobeneficenza.
Fa tristezza tutto questo, se proprio non si vuole dire che fa rabbia. E fa tanto più tristezza, quanto più si può  notare la protervia degli autori di cotanto scempio, quasi fossero sicuri della loro impunità di fronte all’opinione pubblica e agli stessi elettori che li hanno spediti in quel posto non certo perché essi si esercitassero in simili bizzarrie e infamie legislative. Basta dire che la stessa legge, tra tante altre amenità, non si fa scrupolo di premiare anche chi, per i motivi più vari, si fosse trovato nelle condizioni di aver frequentato l’assemblea anche per un solo giorno. Essa prevede infatti che basta riscattare i periodi senza contribuzione e poi, a 65 anni, si può godere tranquillamente il vitalizio per il resto della vita.
Ora, sia ben chiaro, non è che io mi meravigli più di tanto per quello che è successo. Non mi meraviglia più di tanto l’atteggiamento dell’onorevole (sic!) Pippo Callipo, ex candidato governatore per il Pd, il quale sostiene di non aver ben capito quello che stava approvando. Non mi meraviglia l’atteggiamento dell’onorevole (sic!) Domenico Tallini, presidente dell’assemblea,  il quale “non vede dov’è lo scandalo” (sono parole sue). E non si accorge, lo sventurato, sulla falsariga di quanto in Sicilia fa il suo collega di partito (Forza Italia) Gianfranco Miccichè, della sua evidente incompatibilità con la decenza, oltre che con l’intelligenza.
No, non mi meraviglia tutto questo, non mi meraviglia l’atteggiamento di tanti personaggi che, per inveterata consuetudine, considerano ciò che è pubblico come res nullius, in attesa che qualcuno se ne impossessi e lo utilizzi pro domo sua (per continuare con il Latinorum). Quello che mi meraviglia è l’atteggiamento dei rappresentanti della Lega e di Fratelli d'Italia, e della Lega in particolare, che doveva rappresentare il nuovo nella politica calabrese e che doveva portare qui da noi la buona amministrazione e l’efficienza delle regioni del Nord.
Penso per un attimo a Nino Spirlì, Reggino, esponente della Lega, vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura, oltre che esimio giornalista e scrittore, da me profondamente stimato, anche per il suo essere sempre stato una voce fuori dal coro ed uno spirito libero.
 Mi chiedo: ma, mentre si stava per approvare quella legge odiosa e tanto nociva al buon nome della nostra regione, avrà fatto qualcosa per opporsi, avrà almeno avuto un qualche scrupolo, un po’ di pudore?
P. S. Leggo da qualche parte che  tutti si sono pentiti di quel che hanno fatto e che per il giorno 3 giugno 2020 è convocata l’assemblea regionale con un unico punto all’ordine del giorno: abolizione della legge approvata il giorno 26 maggio 2020. Sarà l’ennesima presa per i fondelli? Chi vivrà vedrà.

* Quella che si vede nella foto non è la reggia di Versailles: è la sede della Regione Calabria.
Ezio Scaramuzzino