Per i pochi che ancora non lo sapessero, oggi, in tutto il mondo si celebra la giornata dell'orgoglio LGBT.
Uno dei motivi ricorrenti degli officianti di tale rito è che la diversità sessuale, ben lungi dall'essere una menomazione, costituisce motivo di arricchimento della specie e tale da conferire alla vita di ogni individuo elementi di orgoglio e di soddisfazione.
Mi voglio unire anche io a tale
celebrazione, al di là delle mie modeste possibilità di contributo, essendo io
etero, anche se non avversario rispetto a chi dissente dalle mie preferenze.
Personalmente non mi sento ostile al
mondo LGBT, perché ho sempre ritenuto che ognuno è, e deve potere essere,
libero di fare quel che vuole in ambito sessuale, soprattutto in privato e
sotto le lenzuola.
Qualche volta, è vero, mi infastidiscono
certe esibizioni sguaiate e volgari, ma tutto ciò offende il mio senso
estetico, non certo il mio senso morale.
Detto questo, e puntualizzato il mio
atteggiamento in merito, mi permetto qualche ulteriore considerazione, spero
non superflua.
Prima di tutto dico che trovo riduttiva
e semplicistica la sigla LGBT. Se la diversità è un arricchimento, perché non
diversificare ed arricchire la stessa sigla? L'acronimo in questione sta per
Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, di chiaro intendimento, tranne, forse, per
Transgender, con cui si intende la
percezione sessuale che uno ha di sé, al di là dei suoi attributi fisici.
Lesbian
sta per Lesbica, ma perché non
distinguere tra Lesbica attiva e Lesbica passiva? Poi si sa quel che vuole
dire Gay, ma perché non distinguere tra Gay
attivo e Gay passivo? Bisexual potrebbe non aver bisogno di
precisazioni, ma, volendo, si potrebbe distinguere tra preferenze attive o
passive. E anche nel caso di Transgender si potrebbe fare quest’ultima
distinzione.
E poi, vogliamo dimenticare quelli che
rivendicano il diritto all’incesto o alla pedofilia, da molti considerati forme
legittime di rapporto amoroso?
Quanto all’incesto, sulla base di quanto
stabilito in altre circostanze similari, perché negare la liceità di un
rapporto tra consanguinei adulti e consenzienti? Non dimentichiamo che il
consenso e la maggiore età per molte persone costituiscono da qualche tempo l’unico
discrimine per stabilire la legittimità di una relazione sessuale.
E quanto alla pedofilia, possiamo
dimenticare che essa era largamente praticata nel mondo greco-romano, fino ad
essere considerata degna soltanto degli spiriti nobili? L’imperatore Adriano
non si faceva scrupolo di esibire in pubblico il suo amante, il giovinetto
Antinoo, addirittura divinizzato dopo la sua morte prematura. E nell’Iliade, Achille
e Patroclo sono chiaramente rappresentati da Omero per quello che
effettivamente sono, cioè due giovani amanti.
Perciò, ricapitolando, la sigla LGBT
dovrebbe essere cambiata in L(a)L(p)G(a)G(p)G(a)G(p)B(pa)B(pp)T(pa)T(pp)I(c)I(nc)P(pm)P(pf),
dove a=attivo, p=passivo, pa= preferibilmente attivo, pp=preferibilmente
passivo, c=consenziente, nc=non consenziente, pm=preferibilmente maschio,
pf=preferibilmente femmina, I= incestuous, P=pedophile.
Trovo che la sigla corretta, pur un po’
troppo lunga, sarebbe più adeguata ai tempi che viviamo e al diffuso bisogno di
varietà e differenziazione. Trovo altresì che, nella sua nuova veste, essa
potrebbe costituire un più severo monito per gli omofobi di ogni specie.
Ed
anche quel vecchio omofobo di Ugo Foscolo, che negli ultimi versi dei Sepolcri celebra Ettore come simbolo dell’eroismo sconfitto e della
gloria eterna che ne deriva (E tu onor di
pianti, Ettore, avrai…), avrebbe avuto di che vergognarsi.
Fosse vissuto oggi, nella scelta tra la
coppia Achille-Patroclo, giovani amanti, e la coppia Ettore-Andromaca, vecchi
bacucchi e sposati, Ugo Foscolo, il grande maschilista omofobo, non avrebbe
avuto esitazioni.