lunedì 17 maggio 2021

Orgoglio LGBT

 


 

Per i pochi che ancora non lo sapessero, oggi, in tutto il mondo si celebra la giornata dell'orgoglio LGBT.

       Uno dei motivi ricorrenti degli officianti di tale rito è che la diversità sessuale, ben lungi dall'essere una menomazione, costituisce motivo di arricchimento della specie e tale da conferire alla vita di ogni individuo elementi di orgoglio e di soddisfazione.

        Mi voglio unire anche io a tale celebrazione, al di là delle mie modeste possibilità di contributo, essendo io etero, anche se non avversario rispetto a chi dissente dalle mie preferenze.

        Personalmente non mi sento ostile al mondo LGBT, perché ho sempre ritenuto che ognuno è, e deve potere essere, libero di fare quel che vuole in ambito sessuale, soprattutto in privato e sotto le lenzuola.

        Qualche volta, è vero, mi infastidiscono certe esibizioni sguaiate e volgari, ma tutto ciò offende il mio senso estetico, non certo il mio senso morale.

        Detto questo, e puntualizzato il mio atteggiamento in merito, mi permetto qualche ulteriore considerazione, spero non superflua.

        Prima di tutto dico che trovo riduttiva e semplicistica la sigla LGBT. Se la diversità è un arricchimento, perché non diversificare ed arricchire la stessa sigla? L'acronimo in questione sta per Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, di chiaro intendimento, tranne, forse, per Transgender, con cui si intende la percezione sessuale che uno ha di sé, al di là dei suoi attributi fisici.

        Lesbian sta per Lesbica, ma perché non distinguere tra Lesbica attiva e Lesbica passiva? Poi si sa quel che vuole dire Gay, ma perché non distinguere tra Gay attivo e Gay passivo? Bisexual potrebbe non aver bisogno di precisazioni, ma, volendo, si potrebbe distinguere tra preferenze attive o passive. E anche nel caso di Transgender si potrebbe fare quest’ultima distinzione.

E poi, vogliamo dimenticare quelli che rivendicano il diritto all’incesto o alla pedofilia, da molti considerati forme legittime di rapporto amoroso?

Quanto all’incesto, sulla base di quanto stabilito in altre circostanze similari, perché negare la liceità di un rapporto tra consanguinei adulti e consenzienti? Non dimentichiamo che il consenso e la maggiore età per molte persone costituiscono da qualche tempo l’unico discrimine per stabilire la legittimità di una relazione sessuale.

E quanto alla pedofilia, possiamo dimenticare che essa era largamente praticata nel mondo greco-romano, fino ad essere considerata degna soltanto degli spiriti nobili? L’imperatore Adriano non si faceva scrupolo di esibire in pubblico il suo amante, il giovinetto Antinoo, addirittura divinizzato dopo la sua morte prematura. E nell’Iliade, Achille e Patroclo sono chiaramente rappresentati da Omero per quello che effettivamente sono, cioè due giovani amanti.

Perciò, ricapitolando, la sigla LGBT dovrebbe essere cambiata in L(a)L(p)G(a)G(p)G(a)G(p)B(pa)B(pp)T(pa)T(pp)I(c)I(nc)P(pm)P(pf), dove a=attivo, p=passivo, pa= preferibilmente attivo, pp=preferibilmente passivo, c=consenziente, nc=non consenziente, pm=preferibilmente maschio, pf=preferibilmente femmina, I= incestuous, P=pedophile.

Trovo che la sigla corretta, pur un po’ troppo lunga, sarebbe più adeguata ai tempi che viviamo e al diffuso bisogno di varietà e differenziazione. Trovo altresì che, nella sua nuova veste, essa potrebbe costituire un più severo monito per gli omofobi di ogni specie.

 Ed anche quel vecchio omofobo di Ugo Foscolo, che negli ultimi versi dei Sepolcri celebra Ettore come simbolo dell’eroismo sconfitto e della gloria eterna che ne deriva (E tu onor di pianti, Ettore, avrai…), avrebbe avuto di che vergognarsi.

Fosse vissuto oggi, nella scelta tra la coppia Achille-Patroclo, giovani amanti, e la coppia Ettore-Andromaca, vecchi bacucchi e sposati, Ugo Foscolo, il grande maschilista omofobo, non avrebbe avuto esitazioni.