martedì 9 agosto 2022

In ricordo di Pasquale Attianese


 

A distanza di qualche giorno dalla sua scomparsa, ora che il tumulto dei ricordi si è come sedimentato ed ha ripreso la calma consistenza di ciò che è destinato a durare per sempre, mi piace ricordare Pasquale Attianese, un amico e collega che ci ha lasciati improvvisamente più soli. Di Pasquale, a voler parafrasare il titolo di un famoso film, posso dire “Io lo conoscevo bene“.

Certo, a Crotone, egli era conosciuto un po’ da tutti. La sua quarantennale attività di Docente di Latino e Greco al Liceo Pitagora l’aveva messo a contatto di tante famiglie ed anche io, all’inizio, lo avevo conosciuto in tale veste.  Si aggiungano a questo la sua competenza altissima di monetazione magno-greca e i tanti libri da lui pubblicati, che ne avevano fatto un’autorità indiscussa in materia. Le nostre strade si sono poi incrociate allorché entrambi ci siamo ritrovati  ad essere docenti dell’Istituto paritario Benedetto XVI ed in quell’occasione  ho avuto  il privilegio di poterlo apprezzare anche dal punto di vista umano.
Mi piace ricordare ora il suo eterno sorriso, le sue polemiche da burbero benefico quale in fondo egli era e che si sgonfiavano nel tempo di qualche minuto. Mi piace ricordare ancora le tante “pizze” che ci hanno visto insieme, le nostre escursioni in auto, il nostro piacere reciproco di ritrovarci  con i tanti amici e colleghi della scuola.
Caro Pasquale, siamo stati bene assieme e ci siamo voluti bene. Sempre a confidarci i nostri crucci, le poche volte che c’erano, con un tono tra il serio ed il faceto, che pareva essere diventato la cifra segreta del nostro modo di affrontare i problemi. Ma uno sgarbo, debbo ammetterlo, alla fine io l’ho ricevuto da te. Tu, che eri di qualche anno più giovane di me, mi hai preceduto nel lungo viaggio e mi hai dato il dispiacere della tua scomparsa. Ma non posso nemmeno escludere che in fondo si tratti soltanto del tuo ultimo sberleffo.
Io me ne vado, sembri volerci dire, i tempi sono quelli che sono ed io mi ero rotto. Arrangiatevi“.
Ezio Scaramuzzino
 

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