sabato 13 settembre 2025

Gli eredi di Scanderbeg

 



Da oggi la Rai di Cosenza incomincia a trasmettere anche in lingua arbëreshë, per cui la Calabria è la prima regione non a statuto speciale ad avere trasmissioni radiofoniche e televisive dedicate ad una minoranza linguistica. 

La notizia mi induce ad alcune riflessioni.

Sono vissuto nel mondo della scuola per circa cinquant’anni e, nei miei primi anni di insegnamento, all’incirca negli anni settanta del secolo scorso, mi colpì molto il fatto che gli alunni provenienti dai paesi albanesi della provincia di Crotone, San Nicola dell’alto, Verzino, Carfizzi, facevano di tutto per simulare, o addirittura nascondere, la loro origine albanese. Mi sembrava evidente che questi ragazzi si “vergognavano” quasi della loro origine e facevano di tutto per non farla apparire. Oggi le cose sono cambiate, per fortuna. Nel moderno clima di tutela delle minoranze di qualunque tipo, ogni gruppo che presume di avere qualcosa di diverso, rivendica la sua diversità, anzi la esalta, e quindi anche i nostri simpatici fratelli di origine albanese, giustamente, si muovono in questa prospettiva.

L’importante, ritengo, è non esagerare, perché il troppo storpia e l’esagerazione potrebbe risultare controproducente. Per tutti.

Gli Albanesi, cristiani, sotto la guida del loro eroico comandante Giorgio Castriota detto Scanderbeg, giunsero nel meridione d’Italia nel XV secolo per sfuggire all’invasione musulmana. Furono accolti benevolmente ed essi, pur memori ed orgogliosi della loro civiltà, fecero di tutto per integrarsi. Ora siamo giunti quasi all’opposto. Gli Albanesi, tra di loro, parlano quasi esclusivamente la loro lingua; hanno richiesto, ed ottenuto, il riconoscimento ufficiale della loro lingua e le iscrizioni bilingui, come se fossimo in Alto Adige; ricevono sovvenzioni particolari per la difesa della loro cultura; tendono a rimarcare le loro differenze. Gli Italiani li trattano sempre con simpatia e li considerano fratelli, anche se negli ultimi tempi qualcosa non funziona più come prima per via della massiccia immigrazione più o meno clandestina. Per altro non bisogna dimenticare che gli Albanesi furono i primi a far nascere il problema di tale immigrazione irregolare, quando, in 20.000,  si presentarono nel porto di Bari l’8 agosto 1991 a bordo della nave Vlora.

Un’ultima annotazione. Per una minoranza che negli ultimi tempi ha ottenuto tanto, ci sono altre minoranze che invece hanno perso o stanno perdendo tanto. Mi riferisco in particolare agli Ebrei Italiani ed alla consistente minoranza di Russi o Ucraini di lingua russa che vivono nel nostro Paese. Il tutto a causa di un abominevole pregiudizio, per cui vengono attribuiti ai popoli le eventuali, vere o presunte,  colpe dei loro governi. Gli Ebrei oggi rischiano molto nel nostro Paese, anche la vita, se poco poco si espongono, con l'impressione di essere ritornati ai tempi delle persecuzioni razziali del Nazismo. Gli stranieri di lingua russa, poi, vengono discriminati e boicottati ovunque. E qualche volta si pretende da loro anche qualche pubblica dichiarazione di colpa. Per caso vogliamo ritornare ai tempi di Giordano Bruno e della Santa Inquisizione?

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