Man mano che il caso Ruby va avanti e che le carte del processo vengono conosciute, si assiste con sgomento e rabbia all’abisso di squallore, nel quale il Cavaliere si è cacciato con le sue stesse mani. Gli elettori di centrodestra non potranno mai perdonare a lui la stupefacente leggerezza con cui egli ha dimenticato che, a un certo livello dell’agire politico, la propria vita non appartiene più a se stessi, ma appartiene a buon diritto anche a coloro che hanno creduto in te e ti sono venuti dietro, senza chiedere nulla in cambio.
Detto questo, però, gli stessi elettori di centrodestra non possono non considerare la evidente faziosità, la perfidia, l’intolleranza, l’odio, l’obnubilamento cerebrale, la persecuzione, la continuità maniacale ed ossessiva con cui i nemici di Berlusconi, tra cui il partito dei giudici, hanno cercato di abbatterlo con mezzi extrapolitici. Talché alla fine il Cavaliere finisce con l’apparire, forse al di là dei suoi meriti, un perseguitato, meritevole della simpatia e dell’appoggio di cui in genere sono circondati coloro che subiscono un torto.
La maggioranza degli Italiani si è già fatta un quadro della situazione ed ha deciso: tra i due mali, quello di Berlusconi è certamente il minore. Questi Italiani magari si tureranno un po’ il naso, ma alla fine finiranno per sostenere il Cavaliere. I conti con lui li faranno alla fine, quando “la notte sarà passata”.
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