Io ho amato la Patria, sin da quando ero bambino e a scuola mi insegnavano che la Patria è la terra dei padri. L’ho amata perché tanti altri non l’amavano e avevano altre patrie, altre bandiere e altri ideali. L’ho amata perché tanti altri amavano sfilare per altre patrie, per altre bandiere e per altri ideali. L’ho amata perché tanti altri, nei momenti di dolore della nostra Patria, preferivano sbeffeggiarla e anzi augurarle 10, 100, 1000 dolori; 10, 100, 1000 stragi; 10, 100, 1000 Nassirya.
Poi, un bel giorno, quelli che una volta auguravano 10, 100, 100 Nassirya, hanno preso a dire che loro amavano la Patria e hanno incominciato a ripeterlo con tale insistenza, che quelli come me hanno avuto prima la nausea e poi almeno un dubbio.
Il dubbio che ci fosse qualcosa di losco in questo voltafaccia e in questa insistenza. Quelli come me hanno preso a chiedersi che cosa non quadrasse in tutto questo e a chiedersi se il losco fosse nascosto nella Patria o nei nuovi esaltatori e nella loro insistenza.
Ma il dubbio è durato poco.
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