mercoledì 1 febbraio 2012

Vari post sul blog di Paolo Guzzanti


Ezio Scaramuzzino scrive: 
1 gennaio 2012 alle 15:50
Non ho ascoltato il discorso di fine anno di Napolitano e quel poco che ne so, l’ho saputo “de relato”. Ho visto però che gli incensamenti sono infiniti e fanno riferimento ad un “discorso alto e solenne, condivisibile, giusto”.
Di fronte a tanto smodato uso di saliva, non riesco a dimenticare che Napolitano resta pur sempre quello che inneggiò alla strage dei patrioti ungheresi del ‘56 e ancora oggi in fondo è il supremo garante di un ordine di cose che garantisce una casta di parassiti e di privilegiati e che ci ha portati all’attuale stato di profonda crisi economica.
In tale contesto il commento di Calderoli, che parla di Napolitano come di un Cetto Laqualunque, è probabilmente esagerato, ma costituisce una sano richiamo alla realtà delle cose. Come un pernacchio (non una pernacchia, che è cosa diversa) rivolto a chi si ritiene ed è ritenuto intoccabile e infallibile.

Ezio Scaramuzzino scrive: 
7 gennaio 2012 alle 15:48
Riposto
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Casta, caste, anticasta, forconi, vergogna. Che dire di più? Ormai tutto lo scibile è stato tirato in ballo per discutere del problema. Si è raschiato il fondo del vocabolario per definire l’atteggiamento dei parassiti che ammorbano l’aria circostante. Risultati? Zero. Anzi i parassiti di cui sopra, quelli che oltretutto sono i responsabili dell’attuale, drammatico stato di cose, diventano anche più arroganti e impuniti.
A me ormai viene la nausea perfino a parlarne. L’unica conclusione che riesco a trarne è che, al punto in cui siamo, ormai l’Italia merita solo di finire in malora e di scomparire. Sì, certo.
Un popolo, in cui circa 5 milioni di persone, circa il 15% del totale, campa di politica o di parapolitica, è un popolo che merita di scomparire.
Un popolo, in cui il presidente della provincia di Bolzano prende più del Presidente degli Stati Uniti, merita di scomparire.
Un popolo, in cui la presidenza della Repubblica costa il doppio della Monarchia inglese e nel mondo è seconda per spese solo al Sultanato del Brunei, merita di scomparire.
Un popolo, che assiste inerte allo scempio che i politici fanno della sua dignità, merita di scomparire.
Un popolo, che non riesce a ribellarsi concretamente a tale stato di cose e si limita solo ai mugugni, merita di vivere nel disonore e nella vergogna, oppure merita di scomparire.
E mi fermo qui.
Amici, c’è qualcuno di voi che ancora si fa delle illusioni? Lo invidio. Io sono rassegnato. Mi limito ad osservare il verminaio che ci circonda e mi preparo al peggio.
Ah!Dimenticavo…Auguri per l’anno nuovo…


Ezio Scaramuzzino scrive: 
13 gennaio 2012 alle 13:56
Non vedo cosa c’entri Cosentino con il problema della casta o delle caste. Cosentino è semplicemente un poveruomo, non so se innocente o colpevole perché non ho approfondito l’argomento e non ho letto gli atti, il quale nella sua vita forse ha commesso varie cazzate e forse anche qualche reato, ma il cui reato più grave è quello di trovarsi politicamente dalla parte sbagliata. Si fosse trovato dalla parte giusta, nessun giudice si sarebbe accanito contro di lui e i suoi misfatti sarebbero passati sotto silenzio.
Caro Guzzanti, tu dovresti saperle certe cose, perché anche tu, in un certo periodo della tua vita, ti sei trovato ad ad avere a che fare con i giudici, combattendo dalla trincea sbagliata. Poi sei stato lasciato in pace quando, per un certo periodo, ti sei riposizionato su un’altra trincea.
Quanto al problema delle caste, so bene come la pensi e so altrettanto bene che nessuno ti farà cambiare idea. D’altra parte mica ce lo ha ordinato il medico che bisogna sempre essere d’accordo sui tutto: gli uomini possono vivere decentemente bene anche avendo opinioni diverse.
Mi preme solo ribadire un paio di concetti. Nessuno mette in dubbio i valori e i fondamenti della democrazia. Senza la necessità di rifarsi a Cromwell, un famoso statista del Novecento sosteneva che, pur con tutti i suoi difetti, non si trova niente di meglio in giro.
Ma in Italia oggi abbiamo ancora una democrazia, dove i governanti hanno il senso della dignità e dell’onore, il senso dello Stato, la coscienza di essere al servizio della collettività?
Oppure, senza scomodare Polibio e la sua teoria delle degenerazioni dello Stato, abbiamo una caricatura, una degenerazione demagogica, oclocratica e parassitaria della democrazia?
 Ezio Scaramuzzino scrive: 
15 gennaio 2012 alle 14:39
Per il sig. Gianluca
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“Ventennio di Berlusconismo”?
Perché lei è cosi riduttivo? Il Berlusconismo, come insegna il sommo Umberto Eco, è un modo di pensare prima che un’idea politica e come tale appartiene alla categoria dell’eterno, prima di essere correlato ad un atteggiamento effimero e transeunte.
D’altra parte Cornelio Nepote ci fa sapere, nelle “Vite degli uomini illustri”, che un generale di Annibale si chiamava “Bersca”, chiaramente una contrazione di “Berlusca”. Si può del tutto escludere quindi che un antenato del Cavaliere abbia avuto una qualche responsabilità nello scoppio delle Guerre Puniche e che quindi anche lui non possa impunemente dichiararsene estraneo?
Ezio Scaramuzzino scrive: 
26 gennaio 2012 alle 14:38
Riconosco di essermi sbagliato e sono pronto a fare ammenda. Pensavo che lo Stato italiano fosse debole con i prepotenti e invece non è così. Basta pensare che proprio in queste ore le forze dell’ordine stanno procedendo in tutta Italia al fermo di una trentina di delinquenti coinvolti nei disordini No TAV in Val di Susa.
A scorrere l’elenco si viene a sapere che si tratta per lo più di persone con molti precedenti, ex terroristi e affini, ma è lecito sperare che questa volta per loro sarà difficile sfuggire alla giusta punizione. I capi di imputazione sono di quelli che non lasciano scampo. Si va dal danneggiamento di cosa pubblica ( per i varchi nelle reti di protezione), alla resistenza a pubblico ufficiale (per gli scontri con le forze dell’ordine), al deterioramento ed imbrattamento di materiale dello stato( per la vernice lanciata contro le divise dei carabinieri).
Insomma la vedo brutta per loro. Finalmente! Si può ben dire che con il governo dei tecnici la musica è cambiata.

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