A parte qualche nostalgia ideologica, un video largamente condivisibile.
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Immigrazione - La grande sostituzione
Tre condizioni sono necessarie per la felicità: essere imbecilli, essere egoisti e godere di buona salute. Ma, se manca la prima, tutto il resto è inutile. (Gustave Flaubert)
domenica 20 settembre 2015
mercoledì 16 settembre 2015
Omaggio ad Alfredo Giglio, omaggio ad un poeta
ALFREDO GIGLIO E’ STATO INSERITO NELL’ENCICLOPEDIA DELLA POESIA
CONTEMPORANEA DALLA FONDAZIONE MARIO LUZI.
Lo scrittore e poeta di Crotone nell’élite dei 140 selezionati tra oltre
5000 autori in concorso.. Il
riconoscimento a margine del Premio Mario Luzi, da molti considerato il più
importante in Italia e dedicato alla poesia con l’Alto Patrocinio del
Presidente della Repubblica e del Senato. della Repubblica.
Alfredo Giglio consegue un altro
prestigioso riconoscimento nazionale in ambito letterario, il terzo della
propria carriera tra romanzi, narrativa breve e componimenti in versi. Lo
scrittore e poeta nato nel 1941 infatti, in una selezione di oltre 5000
autori in concorso, risulta fra i 140 inseriti nell’Enciclopedia della Poesia
Contemporanea pubblicata dalla Fondazione Mario Luzi nell’ambito
dell’omonimo Premio Internazionale, del quale per anni è stata
Presidentessa, nonché giurata, la grande poetessa Maria Luisa Spaziani,
recentemente scomparsa.
Il premio, l’unico dedicato a Mario Luzi
e ufficialmente autorizzato dall’erede, il figlio del Poeta Gianni Luzi, è da
molti considerato il più importante in Italia per la poesia con l’Alto
Patrocinio del Presidente della Repubblica e del Senato della Repubblica.
Quanto al volume, si tratta della più importante Enciclopedia di Poesia
Contemporanea mai realizzata finora. I numeri, del resto, parlano chiaro.
Solo 140 gli autori selezionati a fronte di oltre 5000 in concorso, 616 pagine
di poesia e 7000 copie di tiratura
limitata.
Il volume, notevolmente rappresentativo
e di pregio per la poesia contemporanea, è stato distribuito presso le
principali biblioteche nazionali, presso personalità del mondo dell’arte e
della cultura e presso rappresentanti delle Istituzioni. Uscita nel maggio
2015, quella di cui è entrato a far parte Alfredo
Giglio è un’edizione speciale per il Centenario della nascita del Poeta
Mario Luzi.
Selezione e scelta critica: la Fondazione Mario
Luzi, in base a precisi parametri editoriali, procede ad una scelta
particolarmente esclusiva e selettiva degli autori in concorso. Sono
oggetto di valutazione l’effettiva qualità dei testi, la capacità
compositiva, l’originalità delle opere e il loro carattere editoriale.
Già autore di tre sillogi di poesie, Alfredo
Giglio è presente nell’Enciclopedia della Poesia Contemporanea con tre dei suoi componenti in versi. Si riporta una delle tre poesie, forse la più suggestiva.
NASCE LA VITA
Vita che fosti incerta in universo
ed aria ed acqua catturasti insieme
fra dense nubi partorite in terra,
ai giorni alterni con la notte
esisti,
pieni di pluvia ed alitar di vento
nel sempiterno divenir del tempo.
Vita che fosti madre di mia madre
ed ora scorri in me più tormentosa,
che voce mi donasti al primo pianto
presto mi lascerai col cuore immoto
e gli occhi dagli umori prosciugati.
In te senso di pace e di dolore
albergarono insieme più malvagi
e la gioia nel suo corso fu funesta
tu, genitrice di selvaggi dei,
e d’alberi fronzuti alla tempesta.
Alla luce venisti sotto il sole
in pascoli d’acque putrescenti
e dalla quiete calda di limaccia
traesti per magia la neve ghiaccia.
Al lume tuo sgorgò l’umor maligno
e generasti l’odio con l’amore,
che vennero fra loro alla tenzone
che gli animi squarciò votati al
gelo.
Ora che sovrasti sul pianeta terra
e, sfidando anche il tempo, ti
rinnovi
sali più alta a prendere il tuo posto
ch’al Ciel piace, tal che l’energia
che t’alimenta più non resti occulta,
per regalare all’anima armonia.
Alfredo Giglio ©
Jun 12, 2015Ammirati
martedì 15 settembre 2015
Volti di donna
Fateci caso. Nella storia della pittura, quando un artista ha
voluto rappresentare una figura umana, il più delle volte, circa il novanta per
cento, ha rappresentato una figura o un volto di donna. Vengono in mente i volti
allungati di Modigliani, le ballerine di Degas, i ritratti di Boldini. Da che è
dipeso tutto questo? Certo, i pittori sono stati di gran lunga la maggioranza
rispetto alle pittrici e forse è normale che essi possano essere stati
attratti, più o meno inconsciamente, dalle figure dell’altro sesso. Ma non
penso che una tale risposta possa essere considerata risolutiva. Prendiamo il
caso di una delle poche, famose pittrici della storia, Artemisia Gentileschi.
Ho voluto personalmente esaminare molti dei suoi quadri ed anche qui ho trovato
che le donne raffigurate costituiscono la stragrande maggioranza dei soggetti rappresentati, circa il novanta
per cento. Artemisia, vissuta nel Seicento, ebbe vita travagliata e subì anche
uno stupro in giovane età. Orbene nelle sue opere predominano nettamente i
corpi carnosi e voluttuosamente molli di giovani donne. Mi vien voglia di
pensare che le donne, a differenza degli
uomini, conservino qualcosa di misterioso e di affascinante, che le rende
estremamente attraenti per chi, attraverso un quadro, voglia cercare di
spiegare e rendere chiaro il senso
dell’arte e della vita.
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Gentileschi,
pittura
lunedì 7 settembre 2015
Uomini e bestie
Da
un po’ di tempo non intervengo nel problema degli extracomunitari che invadono
l’Italia e l’Europa. C’è un senso di angoscia che mi assale ogni volta che vedo
le orde di clandestini che arrivano da noi, senza che nessuno faccia niente.
Dico di più. Mi sento quasi rassegnato e preso da inebetito stupore di fronte
allo spettacolo dell’invasione che avviene sotto i nostri occhi. D’altra parte,
mai come in questi ultimi giorni, con l’ossessiva
esibizione di un bambino morto sulla spiaggia di un’isola greca (ma non quella
dei bambini sgozzati dall’ISIS), la propaganda goebbelsiana dell’accoglienza ad ogni costo sta
diventando sempre di più sfrontata fino al parossismo.
Ho
già avuto modo di dire che non ce l’ho
con i clandestini, ma con chi li fa venire; che il problema dei naufraghi e dei
morti sarebbe facilmente risolvibile con l’istituzione di un regolare servizio
traghetti tra le due sponde del Mediterraneo. Niente da fare. Chi li accoglie
non si accontenta di sfruttare un fenomeno epocale e di mangiarci pure sopra,
adesso incomincia a considerare normale la prassi dell’insulto.
Ieri
Matteo Renzi, dopo aver fatto abbondante sciacallaggio sulle immagini dei
profughi, ha sostenuto che su tale problema il contrasto non è tra Sinistra e
Destra, ma tra uomini e bestie. Avete
capito bene: chi non la pensa come lui, “è una bestia”. A parte il linguaggio
da taverna (con tanto di rispetto per le taverne), poco consono ad un
rappresentante delle istituzioni, forse il delirio di onnipotenza incomincia a
sconvolgergli il cervello. Secondo lo “statista” fiorentino alcuni milioni di
Italiani, che non la pensano come lui, sono soltanto delle bestie.
Bisogna
reagire all’insulto? Oppure nutrire un sentimento di umana pietà nei confronti
di un demente?
Ricordo
soltanto che per il grande Totò c’erano Uomini e Caporali, per John Steinbeck c’erano Uomini e
Topi, per Leonardo Sciascia c’erano Uomini, Mezzi Uomini, Ominicchi e
Quaquaraquà. Considerato che Matteo Renzi non ha la pretesa di rientrare in
queste categorie, anche perché, probabilmente, non conosce i film di Totò e i
romanzi di Steinbeck e Sciascia, gli basta se lo collochiamo nella categoria
dei platelminti, cioè, per usare un linguaggio più comprensibile a lui, nella
categoria dei vermi?
Ezio Scaramuzzino
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