Fateci caso. Nella storia della pittura, quando un artista ha
voluto rappresentare una figura umana, il più delle volte, circa il novanta per
cento, ha rappresentato una figura o un volto di donna. Vengono in mente i volti
allungati di Modigliani, le ballerine di Degas, i ritratti di Boldini. Da che è
dipeso tutto questo? Certo, i pittori sono stati di gran lunga la maggioranza
rispetto alle pittrici e forse è normale che essi possano essere stati
attratti, più o meno inconsciamente, dalle figure dell’altro sesso. Ma non
penso che una tale risposta possa essere considerata risolutiva. Prendiamo il
caso di una delle poche, famose pittrici della storia, Artemisia Gentileschi.
Ho voluto personalmente esaminare molti dei suoi quadri ed anche qui ho trovato
che le donne raffigurate costituiscono la stragrande maggioranza dei soggetti rappresentati, circa il novanta
per cento. Artemisia, vissuta nel Seicento, ebbe vita travagliata e subì anche
uno stupro in giovane età. Orbene nelle sue opere predominano nettamente i
corpi carnosi e voluttuosamente molli di giovani donne. Mi vien voglia di
pensare che le donne, a differenza degli
uomini, conservino qualcosa di misterioso e di affascinante, che le rende
estremamente attraenti per chi, attraverso un quadro, voglia cercare di
spiegare e rendere chiaro il senso
dell’arte e della vita.
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