Da
un po’ di tempo non intervengo nel problema degli extracomunitari che invadono
l’Italia e l’Europa. C’è un senso di angoscia che mi assale ogni volta che vedo
le orde di clandestini che arrivano da noi, senza che nessuno faccia niente.
Dico di più. Mi sento quasi rassegnato e preso da inebetito stupore di fronte
allo spettacolo dell’invasione che avviene sotto i nostri occhi. D’altra parte,
mai come in questi ultimi giorni, con l’ossessiva
esibizione di un bambino morto sulla spiaggia di un’isola greca (ma non quella
dei bambini sgozzati dall’ISIS), la propaganda goebbelsiana dell’accoglienza ad ogni costo sta
diventando sempre di più sfrontata fino al parossismo.
Ho
già avuto modo di dire che non ce l’ho
con i clandestini, ma con chi li fa venire; che il problema dei naufraghi e dei
morti sarebbe facilmente risolvibile con l’istituzione di un regolare servizio
traghetti tra le due sponde del Mediterraneo. Niente da fare. Chi li accoglie
non si accontenta di sfruttare un fenomeno epocale e di mangiarci pure sopra,
adesso incomincia a considerare normale la prassi dell’insulto.
Ieri
Matteo Renzi, dopo aver fatto abbondante sciacallaggio sulle immagini dei
profughi, ha sostenuto che su tale problema il contrasto non è tra Sinistra e
Destra, ma tra uomini e bestie. Avete
capito bene: chi non la pensa come lui, “è una bestia”. A parte il linguaggio
da taverna (con tanto di rispetto per le taverne), poco consono ad un
rappresentante delle istituzioni, forse il delirio di onnipotenza incomincia a
sconvolgergli il cervello. Secondo lo “statista” fiorentino alcuni milioni di
Italiani, che non la pensano come lui, sono soltanto delle bestie.
Bisogna
reagire all’insulto? Oppure nutrire un sentimento di umana pietà nei confronti
di un demente?
Ricordo
soltanto che per il grande Totò c’erano Uomini e Caporali, per John Steinbeck c’erano Uomini e
Topi, per Leonardo Sciascia c’erano Uomini, Mezzi Uomini, Ominicchi e
Quaquaraquà. Considerato che Matteo Renzi non ha la pretesa di rientrare in
queste categorie, anche perché, probabilmente, non conosce i film di Totò e i
romanzi di Steinbeck e Sciascia, gli basta se lo collochiamo nella categoria
dei platelminti, cioè, per usare un linguaggio più comprensibile a lui, nella
categoria dei vermi?
Ezio Scaramuzzino
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