Se un uomo non è disposto a battersi per le sue
idee, o non vale niente lui o non valgono niente le sue idee. E’ un pensiero di
Ezra Pound, citatissimo per questo, ma oggi più che mai attuale per il caso Marcello Foa.
In breve: Foa è, tra le sue molte attività,
anche un giornalista del berlusconiano Giornale.
Candidato dalla Lega per la presidenza della RAI, necessita in Commissione
anche dei voti di Forza Italia, che però al momento si è detta non disposta a
votarlo, adducendo a pretesto alcune forzature procedurali della Lega. Il Giornale, da parte sua, tramite gli
editoriali di Alessandro Sallusti, non ha esitato a schierarsi contro Foa,
considerato una specie di utile idiota, oltre che ennesima vittima del
machiavellismo di Salvini. Significativo comunque il fatto che la posizione di
Forza Italia è venuta fuori solo dopo un perentorio invito della Sinistra a non
votare un candidato che addirittura si è
permesso di criticare in un’occasione il Presidente della Repubblica, ha chiari
atteggiamenti sovranisti e poi, vergogna delle vergogne, in varie occasioni si
è dimostrato filo Putin.
Ora, sia ben chiaro, io non ho nulla da dire
sull’atteggiamento della Sinistra, che si limita a fare, senza vergognarsene,
il suo mestiere di sempre, ma ho qualcosa da dire sul Giornale, su Sallusti, su
Forza Italia, sul cavalier Berlusconi. Mi pare sia la prima volta che un
giornale ritiene di non poter difendere un suo dipendente candidato alla
Presidenza RAI, riconoscendo implicitamente che i suoi giornalisti sono figli
di un Dio minore.
Si blatera tanto sulla presunta superiorità
morale rivendicata dalla Sinistra, ma, se basta un semplice ricatto, una
semplice minaccia, addirittura una semplice richiesta per farti abbassare la
testa, allora non è che loro sono o si sentono superiori; sei tu che alimenti e
favorisci questa presunta superiorità, facendola diventare dileggio e
tracotanza.
Mercoledì
1 agosto si voterà in commissione e, onestamente, è un po’ difficile
sapere come si concluderà questa vicenda. Marcello Foa è un giornalista valente, onesto, perbene, difficilmente ricattabile e che ha l’unico torto di cantare un po’
fuori dal coro. Per conoscerlo meglio è sufficiente leggere gli articoli del
suo blog sul sito del Giornale (http://blog.ilgiornale.it/foa/). Capisco che, con i tempi che corrono,
con tanti giornalisti disposti a vendersi pure il culo, uno come lui possa
crearsi antipatie ed altro, ma alla vergogna deve esserci pure un limite.
Quanto a Forza Italia ed al cavalier
Berlusconi, questa è forse l’ultima occasione per far capire ad un elettore di
destra o di centrodestra se è il caso di continuare a votarli. Io non so se per
caso Forza Italia sia stata invasa dalla follia della auto dissoluzione, ma mi
rifiuto di credere che anche il Cavaliere sia preda della stessa follia. Berlusconi ha segnato con la sua presenza venti anni e più della storia d’Italia, venti anni, che, pur tra luci ed ombre, hanno
anche conosciuto momenti di gloria. Basta ricordare Pratica di Mare, con la
stretta di mano e la foto tra Bush e Putin; basta ricordare il dopo terremoto
all’Aquila, con il Cavaliere alla celebrazione del 25 aprile tra i partigiani e
le rovine delle case crollate. Mi rifiuto di credere che il Cavaliere, ora che
ha molti ricordi dietro le spalle e poche speranze per il futuro, abbia voglia
di concludere questa sua cavalcata nella cronaca e nella storia d’Italia
nell’ignominia e in un avvilente voltafaccia.
Ezio Scaramuzzino
Ezio Scaramuzzino
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