giovedì 18 luglio 2019

A proposito di Camilleri


Dei morti non si può che parlar bene ed anche di Andrea Camilleri, che ci ha lasciati ieri, quindi, non si può che parlar bene. A patto di non esagerare, però. L’orgia di incensamento, che imperversa su quasi tutti i media, rischia di diventare ridicola, se non grottesca.
Mi è capitato di sentire di tutto, in questi due giorni. C’è chi lo ha paragonato a Verga, chi, addirittura, non si è fatto scrupolo di accostarlo a Dante Alighieri. E perché non accostarlo, già che ci siamo, a William Shakespeare, ad Omero, a Giovanni Boccaccio?
La verità su Camilleri aleggia in spazi molto più angusti e si mantiene su livelli molto più modesti. E forse non è inopportuno dirne qualcosa, per evitare di cantare nel coro.
Camilleri era un modesto scrittore, rispettabile nel complesso, ma modesto, ed il fatto stesso di aver raggiunto il successo in età veneranda dovrebbe pur significare qualcosa. Non che Camilleri in precedenza non lo avesse cercato, questo successo, ma gli era andata buca. Forse non tutti sanno che i suoi primi manoscritti egli li aveva mandati a Leonardo Sciascia, per averne un giudizio ed un appoggio, ma Sciascia, che pure era suo amico o forse proprio per questo, glieli aveva restituiti, consigliandogli di lasciar perdere e di continuare a fare quello che stava già facendo, cioè l’impiegato/funzionario di Mamma Rai.
Poi, quando era prossimo ai settanta, arrivò il successo, rapido, incredibile, strepitoso, travolgente. Come si spiega questo successo? Come si spiegano i milioni di libri venduti?
Ho motivo di ritenere che il successo non fosse dovuto ai suoi meriti letterari, ma al fatto che Camilleri spuntò dalla parte giusta, al momento giusto, con le idee giuste.
Cercai anche io di capirlo, ma non ci riuscii e, dopo aver letto solo un paio dei suoi libri, lo accantonai, consapevole  del fatto che, ad ignorarlo, non si perdeva molto. Le storie che egli inventava non erano molto diverse da quelle reperibili in qualunque giallo di livello medio, ma mi creava un ostacolo insormontabile la sua grossolana lingua siculo-italiana, che egli utilizzava nell’assurda presunzione di avvicinarsi all’inavvicinabile Verga.
Eppure Camilleri continuava ad imperversare nelle classifiche e questo poteva destare meraviglia solo in chi non sa come funziona il mercato editoriale. In questo mercato i padroni del vapore sono sempre i soliti noti e, se vuoi avere successo, è necessario, ma non sufficiente, che tu scriva qualcosa di decente, ma è molto più importante che tu parli in un certo modo e dica certe cose.
E Camilleri in questo fu insuperabile. Si scoprì militante antifascista quando il fascismo non c’era più; fu prima antiberlusconiano e poi, giustamente e coerentemente, antisalviniano e favorevole all’immigrazione clandestina, ai centri sociali, alle dittature, purché di sinistra. Insomma fu il condensato di tutti gli ideali indispensabili a quella sinistra sempre in cerca di miti da coltivare. Al suo confronto impallidiscono Mimmo Lucano e la capitana Carola Rackete.
Camilleri non lascerà tracce durature nella letteratura italiana e sono convinto che prima o poi egli sarà ridimensionato. A voler esagerare lo si può considerare un bravo scrittore, ma non più di questo. Che riposi in pace.
Ezio Scaramuzzino



9 commenti:

  1. Che piacere! io ho la stessa considerazione di questo che per me valeva molto poco tanto che ho comprato un suo libro, sono arrivata ad una decina di pagine e poi lo lasciato incredula che avesse tutto quel successo che si diceva
    Copio questo suo commento sperando che qualcun altro lo legga

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  2. Come sempre mi hai letto nel pensiero.....😂😂😂😂😂
    Grazie per averlo scritto !!!

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  3. Confesso,di aver trovato anche io spropositata e sicuramente non commisurata alla sua statura di intellettua l'attenzione dei media alla scomparsa di questo scrittore.
    La mia spiegazione al forte clamore mediatico ce l'ho.
    Per meglio illustrarla mi rifaccio ad una esperienza personale
    .
    Ho fatto per brevissimi periodi negli anni ottanta due volte il Sindaco di Isola di Capo Rizzuto.
    Un corrispondente di punta del "crotonese" appena mi insediavo scopriva
    il sacro fuoco della sua verve giornalistica e non vi era articolo nel quale
    non venivano messe in evidenza tutte le malefatte dell'amministrazione da me guidate.
    Le quali poi altre non erano che qualche buca sulle strade cittadine,disfunzioni nella raccolta della nettezza urbana,e la più'eclatante l'assegnazione di un suolo per la costruzione di un luogo di culto ai protestanti.
    Sin qui tutto chiaramente normale dovuto e ineccepibile .Ma!
    Cadute le amministrazioni da me guidate salivano al potere i suoi beniamini e allora.
    Con la velocità della luce (300.000Km/s ),la sua verve giornalistica mutava.
    Ad Isola , non succedeva nient'altro, che pellegrinaggi religiosi a Capo
    Rizzuto, feste mariane e quando proprio mancava anche questo si scopriva
    che gli isolani erano sempre in Sila a raccogliere funghi porcini.
    Salvo poi scoprire da altre testate che mentre il nostro portava in Sila gli Isolani, i Sindaci di Isola, finivano in galera; per traffico di tombe al cimitero per appalti miliardari truccati di opere pubbliche ,parchi automezzi formati da camion usati ,riverniciati e reimmatricolati ecc ecc.
    Era la paura che gli inibiva la strada della verità e della denuncia
    e la consapevolezza delle amicizie pericolose dei suoi eroi e beniamini.
    Cosa c'entra tutto questo con le celebrazioni riservate dalle grandi
    penne nazionali a Camilleri.
    Ma è lampante e visibile ormai anche ai ciechi e ai sordomuti.
    Tolto Travaglio la Gabbanelli e qualcun altro aiutatemi voi a trovarlo,
    il resto che poi sarebbe il tutto mena il can per l'aia.
    Veramente siamo cosi ingenui a pensare che un Bruno Vespa che viene remunerato con somme cosi ingenti che per scriverle ènecessario ricorrere alle potenze decimali,, sia cosi sprovveduto da noncogliere come una manna piovuta dal cielo l 'occasione di dare una momentanea tregua al suo pubblico con qualcosa che sia diverso dal trecentesimo servizio sulla Franzoni o dal Cinquecentesimo su Sarah Scazzi che gli erano serviti da "Sila" come al nostro di Isola per evitare di documentarci sulle malefatte dei suoi potenziali SDATORI di lavoro.(Salvini,Renzi,Berlusconi,Craxi,Andreotti ,De Gasperi ecc ecc) come sarebbe suo dovere?
    E cosi va il mondo ,e cosa pretende il caro amico Ezio che il “nostro” faccia la fine di Montanelli o di Enzo Biagi. Se vogliamo con Montalbano ,Camilleri, non e che ci abbia portato a chi sa quale alti vette ma comunque qualche serata diversa dall'olio di ricino di Porta a porta o Amici o Barbara d'Urso ce l'ha data.
    Forse in questo sta la sua piccola grandezza e forse anche come sottolineavi tu nel suo esser Antisalviniano e io aggiungerei Antiberlusconiano e insieme a quanto ribadito dalla storia Antifascista.
    Dovrei aggiustare la punteggiatura e qualche sgrammaticatura ma visto l'insistenza con la quale mi hai sollecitato l'intervento delego come al solito il tutto alla tua maestria.
    Un abbraccio fraterno e amichevole
    Giovanni

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    1. Caro Giovanni, trovo un po' azzardati i tuoi paragoni tra il mondo di Camilleri e la politica, grande o piccola, cui tu fai riferimento. Tieni presente inoltre che io facevo riferimento al Camilleri scrittore e non a quello degli sceneggiati televisivi, che si pongono in un'altra dimensione. Dissento dalla tua valutazione, ma, ovviamente, la rispetto. Anche perché, contrariamente a ciò che normalmente fanno quelli della tua parte politica, le tue parole sono garbate e gentili e denotano una civiltà della convivenza umana, che sta diventando sempre più rara. Ciao.

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    2. Conosco Camilleri tramite Montalbano TV,non ho letto i suoi libri,
      ho visto qualche sua intervista televisiva e mi ha colpito la sua
      semplicità unita alla sua coerenza nel difendere le sue idee .
      Mi ha colpito anche la sua irreverenza nei confronti del potere per questo sento il dovere non di innalzarlo alle stelle ma di spendere
      qualche parola per evitare che venga buttato alle ortiche.
      Penso comunque che sarebbe il primo egli stesso a zittire chi lo
      vorrebbe mettere al fianco di Dante o Leopardi,ma ricordare facendolo
      dire ai numeri che qualcosina l'ha fatto.

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  4. Mi sfuggiva:
    Nella tua risposta mi parli della "tua parte politica" .
    Faccio una fatica immensa a individuarla questa parte politica nella galassia torbida e putrescente che costituisce l'attuale ossatura
    delle parti in campo.
    Mi considero ormai fortunato a non riuscire a trovarla considerata la
    sfortuna di chi si sforza ancora e nello sforzo finisce per accettare i sottoprodotti che ormai passa il convento.
    Vedi per esempio chi scambia Salvini per un Putin o un nuovo campione
    della destra salvo poi quando andrà a sbattere ricordarsi che le storie
    dei Fini Berlusconi dovevano insegnargli qualcosa.

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