Stanotte è morto il mio tesoro,
Vittoria Celsi. I funerali si svolgeranno domani, domenica 10 gennaio 2021, alle ore 15,30, alla Parrocchia del Carmine di Crotone, con il rispetto delle norme anti covid. Il corteo muoverà dall'abitazione in Viale Gramsci, 154, dove la salma è esposta.
Addio,
tesoro. Mi hai lasciato, ci hai lasciati, di notte, mentre tutto intorno era
silenzio. Mi avevi chiamato, per chiedere aiuto, poi eri stata meglio, ma alla
fine il tuo cuore ha incominciato a non reggere più. Eravamo soli io e te ed
avevamo come muti testimoni del nostro destino i contorni delle ombre, mentre
la città dormiva e noi eravamo l'uno accanto all'altro.
Mi sono alzato, per un attimo ti ho lasciata sola e mi sono
avvicinato alla finestra, aprendola un po'. Proprio in quel momento, pur tra
una foschia che ne attenuava la luce, la luna stava sorgendo, come a
simboleggiare il corso eterno della vita che continua. Ho avvertito che improvvisamente
le cime degli alberi erano mosse da un fremito leggero del vento e le onde del
mare di fronte, da calme che erano, altrettanto improvvisamente avevano preso a
muoversi ed a infrangersi leggermente sugli scogli. Mi è parso che la natura avesse incominciato a piangere,
rattristata dal tuo imminente addio.
Mi
sono riavvicinato a te. Respiravi affannosamente ed il tuo cuore sobbalzava.
Poi, a poco a poco, il respiro si è fatto leggero e tu hai cercato la mia mano,
stringendola per quanto le tue povere forze te lo consentivano.
Hai
sorriso, mentre le lacrime rigavano il mio volto, ed in quel tuo sorriso c'era
il compendio, l’esito finale di una vita vissuta insieme, dei dolori,
delle gioie che avevano accompagnato il
nostro cammino, del tuo grazie per quanto la vita ti aveva comunque concesso,
nel bene e nel male. Nelle mie lacrime c'era invece il mio dolore immenso, non
attenuato dalla consapevolezza di un destino ineluttabile e crudele: una lunga
malattia ti aveva straziato nel corpo e nell'anima ed aveva offeso la tua
bellezza e la tua dignità.
Ho
chiuso i tuoi occhi, poi mi sono chinato su di te ed anche io ho sorriso. Ho
sorriso perché, come qualcuno ha detto, la morte non è niente e in realtà tu
non eri morta.
Tesoro
mio,
sei
soltanto passata dall’altra parte.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro, lo siamo ancora.
Io continuerò a chiamarti con il nome che ti ho sempre dato e che mi è
familiare; continuerò a parlarti nello stesso modo affettuoso che ho sempre
usato.
Non cambierò tono di voce, non assumerò un’aria solenne o triste.
Continuerò a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che
tanto ci piacevano.
Continuerò a pensare a te.
Il tuo
nome sarà sempre per me la parola familiare di prima ed io lo pronuncerò senza
la minima traccia di ombra o di rimpianto.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa
di prima, perché tra me e te c’è una continuità che non si spezza.
Tu non sei lontana, sei solo dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ecco, io asciugo le mie lacrime e non piango, perché continuo ad amarti ed il
tuo sorriso è la mia pace.
Ciao Ezio, che ti posso dire? Mai nessuno era riuscito a commuovermi e a farmi piangere come un bambino come hai fatto tu. E non me ne vergogno nemmeno a dirtelo. Sincere condoglianze! Balilla
RispondiEliminaProfessore,mio professore...tu mi hai insegnato il peso delle parole,la loro bellezza...hai aperto gli occhi di una piccola ragazza qualsiasi preparandola alla bellezza delle parole,anche quando potevano fare male. Ecco,nella tua terribile perdita,continui ad insegnarmi questo... Le tue parole hanno fatto sì che io potessi vivere quell'amore,quella disperazione e la serenità che ne è nata.
RispondiEliminaLe mie più sincere condoglianze..ed un grazie per aver condiviso,in modo così delicato,una vita d'amore.
Carissimo professore, mi dispiace profondamente per la sua perdita,mi stringo al suo dolore,che Dio abbia in gloria la sua signora che riposi in pace ��,le mie più sincere condoglianze.
RispondiEliminaCarissimo zio, le lacrime mi impediscono di parlare. Condoglianze vivissime. Ricorderò sempre quando a Moccone recitai frettolosamente per te e zia, con il solo fortissimo desiderio di farvi piacere,il famoso madrigale del Tasso:"Qual rugiada o qual pianto"che termina con le appassionate e struggenti parole:"vita della mia vita". Adesso quel pianto è in tutti noi. Ma zia Vittoria rimarrà sempre in vita nei nostri cuori e nella nostra memoria. Mi riappare il suo sorriso dolce e buono mentre sempre a Moccone, d'estate, conversava amabilmente con la felice memoria di papà. Pregherò che il Signore l'accolga in Paradiso. Siamo uniti al tuo dolore. Fernanda, Mario, Serena.
RispondiEliminanon ho avuto il piacere di conoscerla e mi rammarico...fortunata beneficiaria di cotanto amore!!! R. I. P.
RispondiEliminaSi è vero si passa dall'altra parte, ma sono sempre vicino a noi come Angeli Custodi di noi e delle nostre vicissitudini, è la nostra consolazione. La separazione fisica rafforza il legame spirituale quando è vero e sincero. Condoglianze Caro Cugino
RispondiEliminasentite condoglianze.
RispondiElimina*
RispondiEliminaDeve essere stata bellissima, se era ancora così bella.
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