Non
è il caso di entusiasmarsi troppo per quello che fa Marco Minniti, il Ministro
dell’interno. Già fare meglio dell’incapace e corrotto-corruttore Angelino Alfano non dovrebbe essere
difficile per nessuno, ma mettersi a tesserne le lodi mi sembra esagerato.
Appena nominato Ministro, qualche mese fa, Minniti ha espresso idee di buon
senso sul problema dei clandestini (io continuo a chiamarli così, anche se il pensiero
unico della democrazia a taglia unica imporrebbe
di chiamarli “profughi” o “rifugiati”), ma non ha poi dato seguito alle sue parole, consentendo il perpetuarsi dell’invasione ed il conseguente caos. Quando
finalmente ha deciso di agire concretamente, perché anche lui ha capito che
così non poteva assolutamente più continuare, checché ne dica il signor
Bergoglio, ha avuto bisogno dell’iniziativa di qualche procura siciliana che si
è messa ad indagare su quelle autentiche fabbriche di delinquenti che sono le ONG
cosiddette umanitarie. Attualmente l’invasione può considerarsi in buona parte sospesa, ma solo perché
Minniti ha pagato vari miliardi di euro al governo di Tripoli, suscitando le
ire del governo di Bengasi, che, giustamente, pretende pure la sua parte di bottino.
Che
di Minniti non ci si possa fidare lo si è visto in occasione dello sgombero del palazzo
occupato abusivamente dai clandestini a Roma in via Curtatone. Dopo un primo
affondo della polizia, con conseguente resistenza violenta dei clandestini e gravi episodi di guerriglia urbana, sono incominciati in lui i distinguo, gli scrupoli, i ripensamenti e i
pentimenti. Alla fine se n’è uscito col dire che gli sgomberi sono sospesi,
tranne nel caso che preventivamente non siano stati trovati locali idonei per
chi dovesse essere sgomberato: amene decisioni dell’ameno governo dell’amena
Italia dei giorni nostri. D’ora in poi chi non ha un alloggio nella nostra amena Italia è autorizzato ad
occupare abusivamente, tanto poi non lo possono cacciare se prima….?
Non
nascondo che anche io ero stato tratto in inganno, seppure con qualche riserva,
dalle prime dichiarazioni di Minniti all’atto della formazione del nuovo Governo.
Ma ora, come tanti, mi chiedo da che cosa sia determinato questo suo ondivago
agire, questa sua continua indecisione, questo suo profferire solo buone
intenzioni che poi non approdano a nulla.
Alcuni
sostengono che Minniti sta solo preparando il suo futuro politico (a sessantun
anni?). Egli esprimerebbe posizioni che appaiono “di destra”, anche se poi
tutto finisce lì, perché ambirebbe a porsi come futuro capo di un eventuale
governo di coalizione. Può anche darsi che sia così, anche se giocare con il
futuro e la pelle degli Italiani, per ambizioni personali, non mi sembra il miglior
viatico per uno che aspiri a diventare leader, di un partito, di un governo, di
uno stato.
Io
darei però un’altra spiegazione, più terra terra. Minniti, pur con tutto il suo
velleitario decisionismo, pur con qualche buona idea, destinata sistematicamente
a finire nel nulla, è pur sempre un comunista ed un comunista, molto più di quanto
avvenga in qualunque altro partito, sente fortissimo l’istinto gregario (e
“gregario” viene da “gregge”), anzi si può tranquillamente dire che questo
istinto fa parte del suo DNA politico. Se sei criticato a sinistra, se i
compagni non apprezzano le tue
decisioni, sei finito. E Minniti non vuol finire, anzi, ora che ci ha preso
gusto, vuole continuare. Quindi le buone idee, quando gli vengono, durano poco
e, specie se sono criticate dalla compagnia di giro che pencola a sinistra,
evaporano con la stessa facilità con cui gli erano venute. D’altra parte egli
proviene dalla scuola di Massimo D’Alema (è stato suo sottosegretario alla Presidenza del consiglio) e D’Alema, da perfetto e coerente
comunista, era ed è maestro nell’arte della simulazione e della dissimulazione,
era ed è convinto che la sua verità è rivoluzionaria e che se i fatti non si
accordano con la teoria, tanto peggio per i fatti. Lo stesso, nel suo piccolo
rispetto al maestro, fa e pensa Minniti. Amen.
Hai perfettamente ragione. Inizialmente, rispetto al pessimo Alfano, mi era sembrato migliore soprattutto con il suo andare in Africa a cercare di trovare governi che, a pagamento è ovvio, dessero una mano a frenare questa invasione ma è e rimane un povero comunista e infatti si è rimangiato quanto aveva detto circa gli sgomberi (a Roma c'è un centinaio di palazzi occupati) per timore di perdere i voti dei kompagni dei centri sociali
RispondiEliminaci vedo un po di leggenda ed enfasi, lo ritengo cunque un personaggio capace di dee ed aziondicondivisibili o meno,, frutto di una chiara formazione, caratteristiche che oggi faccio fatica a cogliere nei successori.
RispondiEliminaci vedo un po di leggenda ed enfasi faziosa, lo ritengo comunquenque un personaggio capace di dee ed azionicondivisibili o meno,,ma frutto di una chiara formazione, professionale e certamente anche politica caratteristiche che oggi faccio fatica a cogliere nei successori subentrati nel ruolo
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