Diciamocelo
chiaramente. L’Italia è già in brutte, anzi bruttissime acque. Anche per
mantenere l’immagine della navigazione, basta ricordare che già settecento anni
fa Dante Alighieri la considerava “nave sanza nocchiero in gran tempesta” e noi
possiamo considerarlo pure fortunato, perché non ha avuto la ventura di
conoscere l’Italia dei nostri tempi.
Che poi,
diciamoci ancora questo chiaramente, esiste ancora l’Italia? Quello che si
presenta ai nostri occhi è un Paese degradato, una sorta di discarica a cielo
aperto, dove imperversano bande di clandestini, dove la legge e l’ordine sono
un optional, dove intere zone si sottraggono ad ogni controllo, dove il debito
pubblico aumenta giorno per giorno e la povertà assoluta aggredisce un numero
sempre più alto di famiglie: il che ci rende, agli occhi del mondo intero, una
specie di paese dei campanelli dove è lecita ogni soperchieria e dove 70
milioni di abitanti si agitano sull’orlo di un abisso che sta per travolgerci
tutti.
In
questa situazione di totale sbandamento l’ineffabile PD, massima sciagura che
possa capitare ad un popolo, non ha trovato di meglio che mettersi in testa di
approvare lo jus soli, la legge per cui chiunque nasca in Italia è automaticamente
cittadino italiano. Già l’attuale, permissiva legislazione concede la
cittadinanza abbastanza allegramente ed è inutile dire che lo jus soli sarebbe
solo il colpo decisivo per far scomparire ciò che resta del popolo italiano
entro una generazione.
E poi
immaginiamo le conseguenze. Già oggi una discreta percentuale dei clandestini è
formata da donne incinte che giungono qui da noi con il dichiarato intento di
avvalersi di tutti i vantaggi e di tutte le provvidenze che il nostro
umanitarismo straccione e cialtrone riserva solo ai clandestini, non certo a
chi ha la sventura di essere italiano. Con l’approvazione della legge l’Italia
diventerebbe una gigantesca clinica ostetrica, galleggiante e distesa nel
Mediterraneo, a disposizione di tutte le donne incinte del pianeta, che
sarebbero ben liete di correre da noi, partorire a spese nostre e regalarci i
loro pargoli, destinati ad essere mantenuti a spese della collettività.
Penso sia il caso di svegliarsi e di mobilitarsi, prima che
qualcuno incominci a sparare, cosa che, con questo andazzo, temo inevitabile.
Vi sono momenti nella vita, diceva Oriana Fallaci, in cui tacere diventa una
colpa e parlare diventa un obbligo, un dovere morale, un imperativo categorico
al quale non ci si può sottrarre. Queste cose la Fallaci diceva e scriveva in La
rabbia e l’orgoglio. Ma quante cose, quanti morti, quante tragedie davanti
ai nostri occhi impotenti e per converso quanta viltà, quanti ciarlatani, quanti
buffoni sono apparsi e continuano ad
apparire da allora! Sembra sia passato un secolo dall’apparizione di quel
famoso e straordinario libro ed invece era solo sedici anni fa, nel 2001.
Oggi, purtroppo, le cose sono nettamente peggiorate rispetto a
quando la Fallaci era in vita e penso che parlare non basti più. In un Paese
come il nostro c’è come Presidente della Repubblica un personaggio inutile come
Mattarella, come leader politico un personaggio comico come Renzi, come
Presidente della Camera un personaggio pericoloso e funereo come la Boldrini.
In un Paese come il nostro le varie TV possono esibire come guru un presunto
scrittore come Saviano, condannato per plagio. In un Paese come il nostro quattro
clandestini nordafricani possono ridurre in fin di vita un turista polacco, violentare
selvaggiamente la sua fidanzata, violentare poi un trans e infine sparire e sperare
di farla franca. In un Paese come il nostro un mediatore culturale musulmano (quello
che dovrebbe favorire l’integrazione dei clandestini) può impunemente dire che
non c’è nulla di male nella violenza contro le donne, perché “all’inizio fa
male, ma poi, quando il pisello entra, la donna si calma e gode come in un
rapporto normale”. In un Paese come il nostro la succitata Boldrini, una che
rilascia dichiarazioni a raffica su qualunque scemenza, non ha nulla da dire
sulla violenza contro la turista polacca, perché, sostiene, “non è compito suo
commentare i fatti del giorno”.
Ecco, in un Paese come
questo, è necessario agire, è necessario che ognuno di noi si renda chiaramente
conto della sciagura che sta per colpirci ed agisca di conseguenza. E’ necessario
per un po’ mettere in secondo piano il campanile e il Palio di Siena, la
Juventus, il Milan e la finale di Champion's, la pizza e la canzone napoletana,
Belen Rodriguez e Barbara d'Urso, L'isola dei famosi e Amici di
Maria De Filippi: qualcosa di più urgente e drammatico bussa alla porta del
nostro comune destino. Poi, magari, riprenderemo a litigare e ci manderemo
affanculo a vicenda, ma per adesso pensiamo a mobilitarci. Ed a difenderci.
Amen.
Ezio Scaramuzzino
Fuori post.
Minniti ha sostenuto ieri che si è deciso ad intervenire sul problema dell'invasione dei clandestini, quando un mese fa ha capito che la situazione era insostenibile e che era in pericolo la tenuta democratica dell'Italia. Però, eh, 'sti comunisti! In genere impiegano vent'anni a capire le cose, però alla fine ci arrivano pure loro.
Ezio Scaramuzzino
Fuori post.
Minniti ha sostenuto ieri che si è deciso ad intervenire sul problema dell'invasione dei clandestini, quando un mese fa ha capito che la situazione era insostenibile e che era in pericolo la tenuta democratica dell'Italia. Però, eh, 'sti comunisti! In genere impiegano vent'anni a capire le cose, però alla fine ci arrivano pure loro.
Hai detto tutto quello che c'era da dire! L'Italia come Nazione non è mai scesa ad un livello più basso tanto da temere che sia irrecuperabile. C'è in sovrappiù un'ignoranza che fa sì che nessuno legga e nessuno studi per cui non hanno idea di chi siano in realtà questi che stanno conquistandoci, non capiscono il pericolo costituito dal nostro atteggiamento buonista, il pericolo costituito da un signore sostituitosi al Papa regolarmente eletto per un'operazione voluta dai poteri forti mondiali!
RispondiEliminaSiamo ancora in tempo per salvarci! c'è ancora qualcosa da salvare?
temo con molta tristezza, che il ''bello'' debba ancora venire senza tirare in ballo ne Dante ne il Papa forse per descrivere un drammatico futuro potrebbe essere sufficiente qualche scenario della Milano del 600
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