Dopo
una lunga interruzione, da qualche giorno ho ripreso le mie fatiche di footing
mattutino: 8-10 Km quasi ogni giorno da casa mia fino alla Casa Rossa e talvolta anche più in là. Rivedo i soliti
posti, di cui ormai conosco a menadito
ogni angolo, le solite case, i soliti lidi, posso dire anche le solite pietre,
e noto che tutto è eternamente uguale a se stesso, tranne che per un
particolare, cui in un primo momento non avevo fatto caso. Me ne sono accorto
l’altro giorno, quando, dovendo appartarmi un attimo per sbrigare una “faccenda
privata ed urgente”, ho notato che la deviazione verso il mare, dove già altre
volte mi ero diretto alla ricerca di un gigantesco eucaliptus, testimone
silenzioso e discreto delle mie irrorazioni,
era sbarrata da una siepe metallica.
Mi
sono trattenuto ovviamente, pur con qualche disagio, ed ho cercato qualche
altra deviazione. Inutilmente. Lungo la strada per Capocolonna, fino alla Casa
Rossa e oltre, non c’è più un passaggio libero, che consenta di accedere
comodamente e liberamente verso il mare. O almeno io non ne ho trovati e/o non
ne ho visti. Dovunque cartelli vagamente minacciosi: “ Divieto di accesso”,
“Proprietà privata” (foto2) e simili. E’ pur vero che in un paio di posti ho
notato che qualcuno aveva malamente abbattuto o tagliato un pezzetto di siepe,
fino a creare un varco, seppure malagevole e precario, dove il passaggio
risultava comunque pericoloso, ma questo non cambia in nulla la sostanza del
problema.
Se
poi ti soffermi a guardare oltre la prima rete di sbarramento, ti accorgi che è
stata creata anche una seconda rete di sbarramento dal lato mare. E questa
seconda rete in molti punti è a breve distanza dal bagnasciuga (foto 3), a non
più di 3-4 metri dall’acqua, impedendo l’accesso anche sulla spiaggia.
Ci pensate? Le spiagge sono diventate private?! Ma una volta tutta la zona fino a 150 metri dal mare,
tranne casi particolari, non costituiva il demanio?! O le leggi sono cambiate?
E, dopo aver venduto le spiagge, sarà anche possibile vendere il mare?
Mi
rassegno all’evidenza, scatto qualche foto, prosieguo il mio allenamento, ma
ciò non mi impedisce di riflettere. Per deformazione professionale mi tornano
in mente tanti brani letti nel corso della mia vita.
Ma piú in là ancora
l'occhio mio non poteva indovinar cosa fosse quello spazio infinito d'azzurro,
che mi pareva un pezzo di cielo caduto e schiacciatosi in terra: un azzurro
trasparente, e svariato da striscie d'argento che si congiungeva lontano
lontano coll'azzurro meno colorito dell'aria… …D'improvviso i canali, e il gran
lago dove sboccavano, diventarono tutti di fuoco: e quel lontanissimo azzurro
misterioso si mutò in un'iride immensa e guizzolante dei colori piú diversi e
vivaci. Il cielo fiammeggiante ci si specchiava dentro, e di momento in momento
lo spettacolo si dilatava, s'abbelliva agli occhi miei e prendeva tutte le
apparenze ideali e quasi impossibili d'un sogno. Volete crederlo? Io cascai in
ginocchio……Adorai, piansi, pregai…(Ippolito Nievo, Memorie di un ottuagenario).
Il mare non ha paese nemmen
lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce
e muore il sole (Giovanni Verga, I Malavoglia)
Mi viene da pensare con un sorriso che, se a Crotone nascesse un
nuovo Nievo o un nuovo Verga e dovesse raccontare una situazione del genere,
sarebbe costretto a rinunciarvi o sarebbe costretto a cambiare la trama del suo
romanzo.
Poi ritorno ad osservare la fila ininterrotta di siepi e qualche
volta, su un rialzo, ho la possibilità di intravedere il mare recluso e lo
sciabordio dell’acqua che, in un futuro prossimo venturo, vedo destinati ad
essere goduti solo da un pubblico
pagante. Mi si stringe il cuore.
E’ un segno dei tempi, forse. In un mondo che si sta disfacendo,
come su un Titanic destinato ad infrangersi, chi può, vuole accaparrarsi ciò
che resta di liberamente fruibile, in una disperata rincorsa alla
sopravvivenza, a spese di coloro che sono destinati ad essere sommersi.
Ma può darsi che io abbia una visione distorta delle cose ed è
perfettamente possibile che tutto ciò che è accaduto sia lecito. Resta
un’ultima domanda: è possibile chiedere a chi ha il dovere dei controlli, il
Sindaco di Crotone, la Polizia Municipale, la Capitaneria di Porto, la Guardia
Costiera, che non deve più raccogliere immigrati clandestini in mare e quindi
ha molto più tempo a disposizione, di vedere se tutto è stato fatto nel
rispetto delle leggi? Che nessun abuso è stato commesso? Questi lavori di
recinzione sono certamente durati delle settimane. Possibile che nessuno ha
visto? Possibile che nessuno ha da ridire su niente?
So che i tempi sono feroci e che non c’è tempo per i sogni e per
la poesia. Ma deve essere proprio questo il nostro destino?
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