Tre condizioni sono necessarie per la felicità: essere imbecilli, essere egoisti e godere di buona salute. Ma, se manca la prima, tutto il resto è inutile. (Gustave Flaubert)
lunedì 24 febbraio 2020
sabato 15 febbraio 2020
I due Matteo
Intervista immaginaria, ma non troppo, a Matteo Renzi,
sulla base di sue pubbliche dichiarazioni.
-Senatore, che ne pensa del rinvio a processo di Matteo
Salvini sul caso della nave Gregoretti?
-Penso sia finita come doveva finire. Non poteva finire
diversamente.
-Può spiegarci perché Italia Viva ha votato contro
Salvini?
-Premetto che gli avversari politici si sconfiggono solo
nelle urne, ma d’altra parte nessuno può sentirsi superiore alla legge.
-Lei ritiene che questo sia un processo politico?
-Tutt’altro. Premetto che i reati contestati appaiono
molto deboli, ma d’altra parte, se un giudice ritiene di dover iniziare un
procedimento penale, è giusto che il processo cominci.
-Ritiene che l’iniziativa della Magistratura possa configurarsi come un’invasione nel
campo della politica?
-Premetto che l’iniziativa appare abnorme e senza
precedenti, ma, detto questo, non si può negare che il processo è utile per un
chiarimento in materia.
-Come pensa che finirà il processo?
-Premetto che io non ho letto le carte del processo e
quindi non posso esprimermi. Ad occhio e croce penso che Salvini sarà assolto,
ma le assoluzioni si guadagnano affrontando i processi.
-Ritiene che Salvini sarà avvantaggiato dal processo?
-Premetto che atteggiarsi a vittima può sempre far
guadagnare dei voti, ma, se questo sarà il compenso, è giusto che Salvini
affronti il processo per bilanciare i vantaggi ottenuti.
-Nel caso delle vicende giudiziarie della sua famiglia
lei, in ogni caso, ha protestato piuttosto vigorosamente contro i giudici.
-Che c’entra? Intanto premetto che, se un figlio
protesta, esercita un suo diritto. E poi i miei genitori erano solo degli
imprenditori, mica dei politici.
- Insomma, deduco che Italia Viva ha votato contro
Salvini nonostante le molte perplessità che l’iniziativa dei giudici ha
suscitato in tutti voi.
-Premetto he noi di Italia Viva ‘un siamo miha dei
grulli e quindi sappiamo bene huel che facciamo. Noi si va dritti verso
l’obiettivo, huando lo si trova. E poi non si dimentihi che è stato lo stesso
Salvini a chiedere di essere processato e quindi noi non s’è fatto altro he
accontentarlo. Abbiamo avuto hualche difficoltà, ma alla fine abbiamo deciso
così, anche se ci è costato tanto. Perché siamo avversari, ma non siamo nemici
e noi, diho noi di Italia Viva, abbiamo ben forte il senso dell’onore, della
dignità e della lealtà.
-Senatore, ha mai pensato di cambiare Italia viva in
Viva l’Italia?
-Ci sto pensando.
- Oh gran bontà
dei cavallieri antiqui. Senatore, conosce questo verso?
-Non lo conosco, né m’interessa.
-Senatore, glielo dico io: Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto I, 22
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giovedì 13 febbraio 2020
Quegli scranni vuoti
Dunque, è fatta: Matteo
Salvini andrà a processo per il caso della nave Gregoretti. Ma di tutta la
vicenda, forse ciò che difficilmente potrà essere cancellato dalla memoria è
l’immagine di quegli scranni vuoti, ieri al Senato, mentre una maggioranza parlamentare
ed il suo governo di riferimento consentivano una delle cose più abbiette della
nostra storia politica. Ed il fatto che lo stesso Salvini abbia chiesto di
essere mandato a processo non attenua per nulla la vergogna di quanto accaduto.
Quegli
scranni vuoti stavano ad indicare la viltà di un governo, che non ha il
coraggio di ciò che fa, che preferisce gettare la pietra e nascondere la mano.
Questo governo, e questa maggioranza che lo sostiene, sono ben decisi a
crocifiggere Salvini, ma di una sola cosa si preoccupano: che questa loro
ottusa ostinazione non finisca con l’avvantaggiare il “nemico”. Ed è per
questo che ogni tanto questi personaggi balbettano risibili giustificazioni del
loro operato, finendo col caratterizzarsi solo per la loro impudenza, giunta
ormai ben al di là di quanto consenta ogni umana sopportazione.
Salvini
non dovrà faticare molto nell’affrontare il processo, ma non si faccia
soverchie illusioni e soprattutto non dica “io ho fiducia nella magistratura”. Ciò che lo avvantaggia è il fatto che le
accuse sono risibili, ma, ormai da troppo tempo, l’Italia non è più un Paese
normale e, se si pensa a quanto la nostra magistratura è stata capace di essere
faziosa in tanti processi, non penso sia il caso di essere eccessivamente
tranquilli.
E,
soprattutto, Salvini non faccia l’errore di affrontare il processo per andare a
difendersi. Non c’è nulla da cui egli debba difendersi. La sinistra vuole la
guerra? Ebbene! Che guerra sia! Non gli sarà difficile sbeffeggiare statisti come il bibitaro Di Maio, come
l’avvocato prof. Conte, specialista nel superare concorsi fasulli, o il faceto
Toninelli, ministro dei Trasporti a sua insaputa, o ancora lo sbruffone Renzi,
giustizialista a seconda delle convenienze, o ancora quell’accolita di
profittatori, il cosiddetto Partito Democratico, abituati a far fuori i loro
avversari politici con l’aiuto di una compiacente Magistratura, quando non
riescono a farlo diversamente.
E,
se guerra deve essere, che sia guerra continua, perché, diciamolo pure, ormai
non se ne può più. Oltre tutto, “la guerra, diceva Von Clausevitz, è la
continuazione della politica svolta con altri mezzi”, e quindi, se è vero che
in guerra, come in amore, tutto è lecito, orbene facciamola questa guerra e
facciamola davvero, dal momento che loro, i sinistri, la guerra ce l’hanno
dichiarata, ormai da tanto tempo, e non si fanno nemmeno tanto scrupolo di
ammetterlo.
La
Lega è un partito ormai largamente strutturato e profondamente radicato in tanta
parte del Paese. La Lega amministra tante regioni ed ha tanti deputati,
senatori, governatori, sindaci e tanti altri rappresentanti ad ogni livello.
Orbene questo partito, oltre a far sentire a Salvini la sua doverosa, ma in fondo sterile, solidarietà burocratica ed
istituzionale, orbene questo partito si mobiliti, non dia tregua nella difesa
del suo leader, anche con atti inconsueti e clamorosi, anche simbolici, faccia
sentire il suo fiato sul collo degli avversari.
Che
succederebbe se, in caso di condanna, tutti i rappresentanti della Lega, in
tutta Italia, nello stesso giorno, minacciassero le dimissioni, fregandosene e
respingendo al mittente ogni critica in merito? Si chiede troppo? Già sento
Travaglio e le altre prefiche della sinistra: condizionamento o, peggio,
intimidazione della magistratura, fine della divisione dei poteri e altre
amenità del genere. Si potrebbe rispondere con una pernacchia, ma, se proprio
si vuole perdere un po’ di tempo con chi si rifiuta o è incapace di capire, si
potrebbe rispondere che in Italia la divisione dei poteri non esiste più. E non
esiste più da quando una classe politica vile ha deciso di mettersi nelle mani
della magistratura e di far decidere ad essa che cosa un ministro può fare
nell’espletamento della sua azione politica.
Un
ultimo consiglio, anche se non richiesto, come del resto tutti gli altri.
Onestamente, al punto in cui siamo, non ho idea di come finirà il processo,
anche perché in Italia spesso le sentenze prescindono dall’effettiva
colpevolezza degli imputati. Quello al quale stiamo assistendo è solo un
processo politico, come quello contro Socrate, contro Dreyfus e tanti altri e,
come tutti i processi politici, può riservare qualche sorpresa. Ma, se per caso
Salvini dovesse essere condannato, ebbene non faccia appello contro la
sentenza.
C’è
un precedente in merito. Il grande Giovannino Guareschi ebbe la ventura di
essere condannato in una causa per diffamazione contro Alcide De Gasperi.
Guareschi non fece appello e, come estrema forma di protesta contro una sentenza
che egli riteneva ingiusta, semplicemente, si presentò in carcere e scontò
l’anno di reclusione al quale era stato condannato, senza pietire niente a
nessuno.
Il
caso di Salvini è diverso e oltretutto la legge Severino prevede la decadenza
da ogni carica politica anche dopo la sentenza di primo grado (legge applicata
solo a Berlusconi), ma la sostanza non cambia. Salvini affronti la cosa a testa
alta e con dignità, come del resto ha sempre fatto finora.
Sia
ben chiaro: Salvini ha fatto qualche
errore tattico (ma non quelli che gli attribuiscono i suoi avversari e nemici), ma i
suoi avversari e nemici stanno facendo di tutto per renderlo il punto di
riferimento per tutti coloro che ormai non ne possono più. Non ne possono più
di un Paese, in cui le nascite sono diminuite peggio che in tempo di guerra, in
cui le fabbriche chiudono, i giovani sono costretti ad emigrare, il PIL
diminuisce paurosamente, i soldi vengono regalati a mafiosi e nullafacenti, i
clandestini aumentano a vista d’occhio e stanno invadendo il paese, l’ordine
pubblico è un patetico ricordo del passato…e mi fermo qui, per carità di
Patria.
Salvini,
fatti forza, facciamoci forza. Penso che, se saremo uniti, ne verrai fuori, ne
verremo fuori.
Ezio Scaramuzzino
mercoledì 5 febbraio 2020
I buoni, i cattivi e... i disonesti
A proposito del negazionismo sulle foibe, piuttosto diffuso nella Sinistra italiana, Mattia Feltri oggi sulla Stampa scrive che la verità è un'altra. Ed è che in Istria non ci furono buoni e cattivi rigidamente distinti, ma ci furono prima dei Fascisti che uccisero chi non parlava Italiano e poi ci furono dei Comunisti che uccisero chi lo parlava. Pari e patta, si direbbe. E invece no. Perché Feltri, il figlio degenere di Vittorio, nella sua smania di equidistanza cui spesso indulge, dice solo una mezza verità e la parte che manca è la più importante. Anche a voler prendere per buona la sua grossolana semplificazione, egli dimentica di dire che i Fascisti uccisero in tempo di guerra, mentre i Comunisti uccisero a guerra finita. Vi pare poco?
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