Pare che il saluto con i
gomiti, venuto in auge ai tempi del coronavirus, sia nato all'Università Luiss.
Avete capito bene. Si tratta proprio della famosa università confindustriale,
dove una volta (non so se lo fanno ancora) i docenti insegnavano e gli studenti
imparavano l'Economia e la Scienza delle finanze. Fatto sta che proprio in
questo ateneo un paio di docenti (dei quali è bene non citare i nomi, tanto non
perdiamo niente), tra una lezione e l'altra e tra un seminario e l'altro, hanno
tenuto un corso sui saluti al tempo del coronavirus, elaborando ed
istituzionalizzando quel grottesco e gaglioffo saluto, che in seguito ha preso
piede un po' dappertutto.
Che
la stretta di mano fosse sconsigliabile in tempi di pandemia è un fatto. Che
fosse opportuno ricorrere a saluti alternativi è un altro fatto. Ma che, per
evitare il contagio, bisognasse salutare con i gomiti e regredire nel tempo
fino a scimmiottare l'uomo di Neanderthal, non è un fatto, è semplicemente un gesto
stupido, ideato da stupidi per persone stupide.
Ci
avete fatto caso? Quasi tutti, mentre allungano il braccio e strofinano il
gomito, si mettono a ridere, o almeno a sorridere. Di chi e di che cosa ridono?
Certamente di se stessi, quasi a volersi scusare di essere costretti a fare
quello che fanno, solo per seguire una moda, un andazzo. Certo, il sorriso e la
voglia di scherzare e di autoprendersi in giro attenuano la colpa, ma
l'imbarazzo resta, in chi compie il gesto ed anche in chi lo osserva.
Uomini
politici di un certo livello, campioni sportivi, artisti famosi, hanno trovato
il nuovo trastullo, il nuovo passatempo, che dovrebbe renderli più umani e più
simpatici, mentre in realtà li rende solo più scemi, o li fa diventare scemi,
se prima non lo erano.
D'altra
parte, in tempi calamitosi come quelli che stiamo vivendo, in tempi nei quali
imperano e comandano i cialtroni, che cosa ci si poteva aspettare di diverso?
Il rapporto tra coloro che si salutano con i gomiti e chi raccomanda o
favorisce l'andazzo mi ricorda un po' quello che si dice dei boy scout, che
alcuni definiscono "dei bambini vestiti da cretini, comandati da un
cretino vestito da bambino".
Certo,
dai geni che si autodefiniscono tali sol perché hanno queste idee, sarebbe
stato lecito aspettarsi che, prima di partorire la genialata, riflettessero un
attimo ed andassero un po' (non molto) indietro nel tempo. Avrebbero forse
trovato il saluto romano, a mano aperta,
semplice ed austero, espressione di un popolo che ha fatto la Storia. Ed avrebbero
potuto usarlo senza che questo dovesse necessariamente significare
l'accettazione delle deformazioni farsesche che di esso ha fatto il Fascismo.
Ma
era pretendere troppo. In tempi di Political correctness si può accettare di
tutto. Si può accettare che Giulio Cesare sia considerato un razzista ed un
politico di infimo ordine, sol perché non ha inventato il Servizio Sanitario
Nazionale ed il Reddito di cittadinanza. Si può ritenere accettabile che alcune
minoranze sessuali si esibiscano in sguaiate processioni con conseguente
esibizione di natiche e di organi
sessuali. E mi fermo qui. Non si sarebbe mai accettato il saluto romano. E
forse è meglio così.
Ezio Scaramuzzino
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