Jorge Bergoglio
Niente di nuovo sotto il sole. Quest’ultima
affermazione è semplicemente l’ultima di una serie, che ebbe inizio con il “Chi
sono io per giudicare i gay”? e poi
continuò con la benedizione alle coppie gay, con lo schiaffo alla donna
filippina che lo tratteneva dal braccio e continuerà, ne sono convinto, con la
giustificazione del matrimonio per i preti, dell’eutanasia, dell’incesto
consenziente e di tutto ciò che tornerà utile a smantellare la tradizione
bimillennaria della chiesa cattolica.
Ma non dimentichiamo che Bergoglio è argentino ed
in lui sopravvive probabilmente anche lo spirito della tradizione spagnolesca.
Se Bergoglio vuole tutti in paradiso, Carlo Quinto, il famoso sovrano sul cui
impero non tramontava mai il sole, non voleva sudditi senza titoli e li
nobilitò tutti con il famoso “Todos caballeros”.
In quella sorta di Repubblica delle banane in cui ormai si è trasformata la nostra Italia, si assiste ad un fatto che probabilmente non ha uguali nell’universo mondo.
C’è un giornalista (giornalista?), che corrisponde al nome di Marco
Travaglio e che, un giorno sì e l’altro pure, lancia offese nauseanti, deliranti
e sanguinose contro Silvio Berlusconi. Ed a nulla vale il fatto che il
cavaliere sia ormai defunto da un bel po’, perché il nostro eroe continua ad abbeverarsi in modo sciacallesco
al suo sangue e per lui ogni scusa è buona per lanciare accuse che definire
infamanti è forse riduttivo. Ed a nulla vale ugualmente il fatto che Berlusconi
uscì indenne da tutti i processi che lo coinvolsero, tranne uno, farsesco, nel
quale fu condannato, lui primo contribuente d’Italia, per evasione fiscale. Vedi
a tal proposito l’articolo di fondo del “Fatto” di oggi, 21 febbraio 24, in cui il
nostro eroe giornalista sembra superare se stesso in un delirio accusatorio che fa quasi paura.
Ma la cosa più sorprendente è che la controparte, cioè Marina e Pier Silvio,
eredi del cavaliere, sembrano capaci
solo di abbozzare ed incapaci di reagire.
Ora io capisco che
1-La magistratura
italiana è quella che è;
2-che per Travaglio è
relativamente facile incappare in giudici “amici”, che lo scagionano da ogni
accusa;
3- che lo stesso, di
cui al punto 2, vale al contrario per i Berlusconi;
4- che in Italia,
contrariamente a quel che si studia nelle facoltà di Diritto, esistono in
pratica due codici penali, usati alternativamente a seconda di chi è
l’imputato.
Capisco tutto questo,
sia ben chiaro, ma una cosa non la capisco. Non capisco cioè il motivo per cui
Pier Silvio Berlusconi sta riempiendo le sue emittenti TV di personaggi e
giornalisti provenienti dal “Fatto quotidiano”, tutti allevati, educati e
cresciuti nella scuola di Marco
Travaglio.
Già ricordo una
puntata di “Scherzi a parte” di qualche anno fa, costruita su uno scherzo che
coinvolse il figlio del giornalista e, per molti aspetti, lo stesso Travaglio.
Di recente in Mediaset è confluita Veronica Gentili, giornalista di punta del
“Fatto”, prima come conduttrice di programmi di approfondimento politico su Rete 4
ed ora conduttrice delle “Iene”, su Italia 1. Il giornalista Luca Sommi è una
presenza quasi fissa nei programmi di approfondimento politico e Peter Gomez
non disdegna di apparire in qualche programma a
dire la sua.
Ma Pier Silvio che
cosa spera da tutto questo? Di convertirli?
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