domenica 21 gennaio 2024

Jendu vinendu 17 - Bergoglio - Travaglio

 

Jorge Bergoglio


Il nostro amato pontefice, quando è intervistato da quella nullità eternamente sorridente che corrisponde al nome di Fabio Fazio, ama lasciarsi andare a rivelazioni che a prima vista avrebbero la pretesa di apparire rivoluzionarie. Di recente ha detto, nella trasmissione “Che tempo che fa”, “Mi piace credere che l’Inferno, anche se esiste,  è vuoto”.

Niente di nuovo sotto il sole. Quest’ultima affermazione è semplicemente l’ultima di una serie, che ebbe inizio con il “Chi sono io per giudicare i gay”?  e poi continuò con la benedizione alle coppie gay, con lo schiaffo alla donna filippina che lo tratteneva dal braccio e continuerà, ne sono convinto, con la giustificazione del matrimonio per i preti, dell’eutanasia, dell’incesto consenziente e di tutto ciò che tornerà utile a smantellare la tradizione bimillennaria della chiesa cattolica.

Ma non dimentichiamo che Bergoglio è argentino ed in lui sopravvive probabilmente anche lo spirito della tradizione spagnolesca. Se Bergoglio vuole tutti in paradiso, Carlo Quinto, il famoso sovrano sul cui impero non tramontava mai il sole, non voleva sudditi senza titoli e li nobilitò tutti con il famoso “Todos caballeros”.

Marco Travaglio


In quella sorta di Repubblica delle banane in cui ormai si è trasformata la nostra Italia, si assiste ad un fatto che probabilmente non ha uguali nell’universo mondo.

C’è un giornalista (giornalista?), che corrisponde al nome di Marco Travaglio e che, un giorno sì e l’altro pure, lancia offese nauseanti, deliranti e sanguinose contro Silvio Berlusconi. Ed a nulla vale il fatto che il cavaliere sia ormai defunto da un bel po’, perché il nostro eroe  continua ad abbeverarsi in modo sciacallesco al suo sangue e per lui ogni scusa è buona per lanciare accuse che definire infamanti è forse riduttivo. Ed a nulla vale ugualmente il fatto che Berlusconi uscì indenne da tutti i processi che lo coinvolsero, tranne uno, farsesco, nel quale fu condannato, lui primo contribuente d’Italia, per evasione fiscale. Vedi a tal proposito l’articolo di fondo del “Fatto” di oggi, 21 febbraio 24, in cui il nostro eroe giornalista sembra superare se stesso  in un delirio accusatorio che fa quasi paura.

Ma la cosa più sorprendente è che la controparte, cioè Marina e Pier Silvio, eredi del cavaliere,  sembrano capaci solo di abbozzare ed incapaci di reagire.

Ora io capisco che

1-La magistratura italiana è quella che è;

2-che per Travaglio è relativamente facile incappare in giudici “amici”, che lo scagionano da ogni accusa;

3- che lo stesso, di cui al punto 2, vale al contrario per i Berlusconi;

4- che in Italia, contrariamente a quel che si studia nelle facoltà di Diritto, esistono in pratica due codici penali, usati alternativamente a seconda di chi è l’imputato.

Capisco tutto questo, sia ben chiaro, ma una cosa non la capisco. Non capisco cioè il motivo per cui Pier Silvio Berlusconi sta riempiendo le sue emittenti TV di personaggi e giornalisti provenienti dal “Fatto quotidiano”, tutti allevati, educati e cresciuti  nella scuola di Marco Travaglio.

Già ricordo una puntata di “Scherzi a parte” di qualche anno fa, costruita su uno scherzo che coinvolse il figlio del giornalista e, per molti aspetti, lo stesso Travaglio. Di recente in Mediaset è confluita Veronica Gentili, giornalista di punta del “Fatto”, prima come conduttrice di programmi di approfondimento politico su Rete 4 ed ora conduttrice delle “Iene”, su Italia 1. Il giornalista Luca Sommi è una presenza quasi fissa nei programmi di approfondimento politico e Peter Gomez non disdegna di apparire in qualche programma a  dire la sua.

Ma Pier Silvio che cosa spera da tutto questo? Di convertirli?

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