Tra
le tante piacevolezze di questo nostro Paese c’è anche quella relativa alla
circolazione stradale e alle sanzioni in caso di violazione delle
norme. L’ideale sarebbe quello di non prendere mai l’auto, ma, siccome
l’Italia, pur non essendo vasta quanto la Cina, ha comunque una superficie di
300 mila kmq, tante volte, purtroppo, prendere l’auto è indispensabile. E qui
comincia il bello. Se ti va bene, nell’arco di una decina di kilometri vai
incontro a due autovelox fissi, un autovelox mobile, una ZTL (Zona a traffico
limitato), un tratto con la velocità controllata dal sistema Tutor, un tratto con la velocità controllata col
sistema Vergilius, un paio di semafori controllati elettronicamente da
videocamere. Aoh, sia ben chiaro, tutti questi controlli sono fatti a fin di
bene, per la nostra incolumità, perché possiamo evitare di correre e di farci
la bua con qualche incidente. E il fatto che le multe per violazione del codice
stradale siano decuplicate nel corso di pochi anni e che molti comuni siano
riusciti solo in tal modo a risolvere i loro problemi finanziari è del tutto
irrilevante. Ho letto da qualche parte che il comune di Fiumicino, nel cui
territorio ricade il famoso aeroporto, con un paio di autovelox piazzati in
punti strategici ha risolto i suoi problemi e anzi è uno dei pochi comuni italiani
con il bilancio perennemente in attivo. Cose che capitano, certo, ma che sono
da considerare solo l’altra faccia di una medaglia comunque largamente
positiva. Perché tutti questi controlli, operati certamente a fin di bene,
qualche conseguenza negativa ce l’hanno, sia per le nostre tasche, sia per la
nostra salute. Per le nostre tasche c’è un prelievo forzoso equiparabile ad una
tassazione occulta, anche se comunque la sofferenza per tale prelievo è
largamente compensata dalla legittima soddisfazione di poterci sentire quasi dei
piccoli azionisti dei vari comuni che ci troviamo ad attraversare. Per la
nostra salute poi c’è il vantaggio di un continuo esercizio del nostro
equilibrio psico-fisico, esercizio che ci tempera, ci irrobustisce e ci rende
sempre più capaci di affrontare le procelle della vita e di sfuggire ai
pericoli della selezione naturale della specie. Anche se poi…, beh, non è tutto
oro quel che riluce ed io un segreto voglio confessarlo, perché l’esercizio è
utile, certo, ma io un aiutino me lo do lo stesso. Non ho difficoltà a dirlo:
io, ogni volta che debbo fare un viaggetto un po’ più lungo del solito, mi
porto dietro una compressa di Tavor e sto tranquillo.
E,
già che ci sono, confesso pure un’altra cosa: a me l’idea di contribuire al risanamento
dei bilanci comunali con le multe non va proprio giù, anzi mi fa proprio girare
i cosiddetti. A parte le tasse che già paghiamo, se penso che con i nostri
soldi dovremmo contribuire a finanziare gli sciali di tante amministrazioni
comunali e anche qualche sagra paesana,
mi viene da dire che le sagre se le paghino pure quelli che le vogliono. E con
questi intendimenti cerco di sfuggire alla persecuzioni e sto attento, facendo
slalom ed acrobazie per evitare i trabocchetti. Perché ormai di questo si
tratta: di una gara, di una sfida tra “loro” che ti vogliono fregare e te che cerchi di non farti fregare. Certo,
ogni tanto ti fregano, perché l’attenzione non è mai troppa, però, onestamente,
io non mi posso lamentare più di tanto e posso dire di essere al minimo
sindacale quanto a sanzioni. Al di sotto del minimo è quasi impossibile
arrivare.
Ho viaggiato a lungo di recente: tra strade
ed autostrade ho attraversato quasi l’Italia intera e ne ho viste di tutti i
colori. In un tratto c’erano contemporaneamente un Tutor, un Autovelox fisso ed
un semaforo sorvegliato elettronicamente, per lavori in corso. Mi chiedo: in caso di violazione
quante multe si sarebbero dovute pagare? A quali enti? Con quali proporzioni?
Bisogna portarsi anche la calcolatrice appresso ed impostare un algoritmo? Ho
solo capito che bisogna essere perennemente vigili e che ci tocca sperare anche nella
protezione di San Cristoforo, il santo protettore degli automobilisti. Perché
senza la sua protezione, mi sa tanto che non si sfugge e che il
salvataggio non dura. Dura minga…
Ezio Scaramuzzino
Ezio Scaramuzzino
Hai proprio ragione! ci sono poi le strade consolari, io conosco molto bene il primo tratto dell'Aurelia, che, per ragioni che non comprendo, cambiano il limite di velocità in continuazione: da 80 a 70, poi di nuovo 80 e dopo un po' di nuovo 70, cosa che può sfuggire al guidatore, ma non all'occhio elettronico! In questo modo tentano di risanare le casse comunali o di sprecare di più!
RispondiEliminaIo in autostrada raramente vado a meno di 180; in città seguo molto più il buon senso che il codice della strada. Le multe che ho preso in 48 anni di patente ma 57 di guida effettiva le conto sulle dita di una mano sola, e l'unico incidente l'ho fatto in città, a 30 chilometri all'ora.
RispondiElimina