Ancora
un attentato islamico, questa volta a Berlino. Non è il primo, non sarà
l’ultimo, purtroppo, finché in Occidente una classe politica ignobile, indecente e forse collusa
favorirà l’invasione in atto. Si piangono i morti, si depreca quello che è
avvenuto, si usano le eterne parole di circostanza che da circa venti anni
ormai si riproducono stancamente sulla bocca dei vili e dei folli. Non se ne
può più, né io ho voglia di ripetere le solite recriminazioni che ormai sono
buone soltanto ad alimentare un senso di nausea
e di ripulsa.
Non
voglio però tralasciare di sottolineare un aspetto del problema che trovo
particolarmente significativo e degno di attenzione. Fate caso al livello del
dibattito, quando nei vari talk show televisivi si trovano a discutere o a
polemizzare persone appartenenti al mondo occidentale ed esponenti più o meno
variegati del folkloristico mondo dell’Islam. Se per un attimo si chiudono gli
occhi, si ha come una regressione nel tempo e si ritorna a molti secoli
addietro. A questo, tra i tanti regali, ci ha costretti l’Islam: a dover
discutere di argomenti, di problemi, di fatti che l’Occidente considerava acquisiti per sempre nella coscienza comune.
Ed
eccoci costretti a difendere i diritti delle donne, il rispetto per i bambini,
lo spirito di tolleranza, la libertà di coscienza, eccoci costretti a difendere
i diritti naturali ed inalienabili della persona, quei diritti che, almeno per
noi occidentali, rendono essi soli la vita degna di essere vissuta. Si tratta
di problemi ormai superati, che appartengono alla notte dei tempi e che già
avevano avuto una prima sistemazione e soluzione nella civiltà
giudaico-greco-romana. Poi abbiamo avuto il messaggio cristiano e su quelle
basi, pur con qualche contrasto e qualche temporaneo passo indietro, lentamente
ma inesorabilmente la nostra civiltà si è evoluta. Sicché abbiamo avuto la
Rivoluzione copernicana e Galileo Galilei, con l’abbattimento definitivo del
principio di autorità, e poi abbiamo avuto l’Illuminismo, il Positivismo,
l’Idealismo, e siamo diventati quello che siamo.
Certo,
abbiamo avuto anche i processi della Santa Inquisizione e le guerre di
religione nel Seicento, ma sono cose di tanti secoli fa e, se ancora oggi ogni
tanto anche noi Occidentali decidiamo allegramente di scannarci tra di noi, non
lo facciamo certo perché crediamo al potere malefico delle streghe o perché riteniamo che il nostro
Dio sia più Dio di quello degli altri.
E
invece ecco nei dibattiti ci ritroviamo spesso a doverci difendere da un Islam
sempre più arrogante ed aggressivo, che non si fa scrupolo di ricattare, di
intimidire, di minacciare apertamente e, sempre più spesso, di ricorrere
all’omicidio e al terrore. Ne conseguono stragi continue, che sembrano ormai
avere il ritmo incalzante di ciò che è considerato ineluttabile ed accettato
quasi con spirito di rassegnazione. New York, Londra, Madrid, Parigi, Nizza,
Berlino non sono più soltanto delle città, sono anche le tappe dolorose e
vergognose di una guerra unilaterale, alla quale nessuno sembra voler porre seriamente
rimedio.
L’Islam
è una religione intrinsecamente violenta e sanguinaria, che esalta l’assassinio
e considera martiri quelli, anche i bambini, che dovessero morire
nell’esecuzione di tali assassinî. Non casualmente esso si ritrova diviso in
tante sette, Sunniti, Sciiti, Alawiti, Wahhabiti e tante altre, in perenne
lotta tra di loro e continuamente lacerate da stragi e da guerre
sanguinosissime.
Ma,
se finora i seguaci dell’Islam hanno avuto e continuano ad avere la buona
abitudine di scannarsi tra di loro, ora invece,
già da molto tempo, hanno preso a riversare il loro odio su di noi occidentali
e cristiani. All’attuale stato dell’arte, visto che papa Bergoglio, indaffarato
evidentemente in problemi più importanti, si limita al minimo sindacale; visto
che i nostri governanti in genere considerano l’invasione islamica dell’Italia
una risorsa e non un problema; visto che l’aggressività islamica, lungi
dall’affievolirsi, diventa ogni giorno più truculenta; ci è almeno lecito sperare
che venga fuori qualcuno disposto seriamente a difenderci?
P. S. E’ Natale e ne approfitto per ringraziare della loro attenzione i miei lettori. Ad essi vanno i miei auguri più affettuosi.
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