domenica 18 giugno 2017

Niente e così sia


Quando, nel 1989, crollò l’Unione Sovietica, il politologo nippo-americano Francis Fukuyama proclamò solennemente, scrivendoci anche un famosissimo libro, La fine della storia. Rivista col senno di poi, si può dire che mai una simile affermazione risultò essere più fallace. E' vero che in precedenza c'era la contesa fra i due blocchi, ma l’equilibrio del terrore aveva ingessato la vita politica dell’Occidente ed aveva finito col bloccare ogni forma di evoluzione: si conviveva con un po’ di terrorismo, con gli scioperi a getto continuo, con gli autunni caldi che duravano un’intero anno, ma in fondo si continuava a vivere decentemente e dignitosamente. Anche l’allora Partito Comunista Italiano, che in teoria doveva costituire l’alternativa di regime ed in realtà agiva da Quinta colonna per conto dell’URSS, aveva finito con l’imborghesirsi e non rappresentava più una reale minaccia per la democrazia.
Dopo il 1989 invece niente è stato più come prima e l’evoluzione storico-politica ha assunto un andamento febbrile, a volte tumultuoso. Dopo il 1989 c’è stata la nascita del terrorismo islamico, che ha impresso una svolta drammatica alla politica del mondo intero; c’è stato il risveglio più o meno legittimo dell’Islam, che non riesce a convivere con le altre religioni ed anzi si pone spesso in alternativa esistenziale a tutte le altre confessioni religiose; c’è stato il dilagare dell’immigrazione clandestina, che sta sconvolgendo in maniera convulsa gli equilibri politici e demografici in tutto il mondo.
Qualcuno sostiene che si tratta di fenomeni epocali, ai quali sarebbe inutile opporsi: tesi discutibile e che non ritengo possa giustificare l’atteggiamento dell’Occidente, sempre incline ad assecondare e subire i fenomeni, oltre che incapace di un seppur minimo controllo e rinunciatario fino all’autolesionismo.
Fatto è che un tale atteggiamento rinunciatario è particolarmente grave nel nostro Paese, dove ormai l’azione del nostro Governo e dei maggiori responsabili politici ha chiaramente assunto le caratteristiche dell’autolesionismo e del masochismo sublimato fino a diventare filosofia di vita.
Le vicende relative all’approvazione dello Ius soli sono soltanto l’ultimo capitolo di una barbarie politica che può trovare una spiegazione solo nei condizionamenti determinati dalla follia. Si vuole regalare la cittadinanza italiana a folle sterminate di clandestini solo per averne un compenso elettorale, nella speranza che questi clandestini siano poi riconoscenti a chi questa cittadinanza ha regalato; si vuole trasformare l’Italia in una enorme clinica ostetrica, galleggiante nel Mediterraneo, in attesa delle partorienti in arrivo da tutto il mondo. Senza considerare che le nazioni, che in tempi normali hanno concesso lo jus soli, stanno affannosamente cercando di porre delle limitazioni e in molti casi stanno facendo una precipitosa marcia indietro; senza considerare ancora che la concessione della cittadinanza è un premio da dare alla fine di un impegno personale all’integrazione e non un regalo da fare in maniera preventiva ed indiscriminata all’inizio di un eventuale e del tutto aleatorio, improbabile percorso.
Detto questo, visto che i nostri governanti sono tutt’altro che disponibili a prestare ascolto alle critiche, anzi ostentano un’impermeabilità che rasenta il cinismo, che cosa resta da fare? Onestamente penso che, al punto in cui ci troviamo, ci sia da fare ben poco e che questo poco al massimo possa consistere in una difesa patetica e ormai disperata di quel che resta del nostro modo di vivere comune e soprattutto della nostra vita privata. Bisognava pensarci prima, probabilmente, ma non è stato fatto anche perché gli Italiani sono stati in un certo senso anestetizzati: uno sbarco qua, uno sbarco là, una cooperativa qua, una là, una leggina al giorno ed a poco a poco la situazione è diventata irreversibile, giusto come volevano coloro che a questo risultato miravano.
E poi non bisogna dimenticare che a tanti Italiani pare che questo andazzo sia gradito e d’altra parte non si possono spiegare diversamente i successi elettorali del Pd, primo responsabile di quel che sta avvenendo, e dei suoi alleati minori. Bisogna pur dirlo. Tanta gente in Italia vuole che l’Italia sia sommersa dalle ondate migratorie e dai nuovi Italiani acquisiti, perché, nonostante tutto, ora che la situazione è chiaramente delineata e nessuno può dire di non sapere, ancora nel nostro Paese c’è tanta gente che vota PD. E’ noto che circa un mese fa a Milano c’è stata addirittura una manifestazione in cui si invocava l’arrivo di un maggior numero di profughi e alla testa di questo corteo c’erano i massimi esponenti del Pd e alcune tra le massime autorità dello stato.
E allora, se a tanti Italiani tutto questo sta bene, rassegniamoci. Continueremo a vivere, peggio di prima certamente, ammesso che tanti Italiani possano vivere peggio di come già stanno vivendo adesso, ma continueremo a vivere. Probabilmente vivremo con un senso di stupita rassegnazione, di fronte allo sfacelo dell’Italia ormai ridotta ad una fogna, vivremo con dipinta sul volto la malinconia per un’Italia che sta scomparendo e che per molti aspetti è già scomparsa, ma continueremo a vivere.
 Dagli altri: dai nostri governanti che pensano solo al loro "particulare"; dall’Europa, anzi dalla Germania, che pensa solo a metterci con le spalle al muro; dalla Stampa e dalla TV ormai quasi tutta ridotta, tranne pochissime e proprio per questo lodevoli eccezioni, a fare da stampella e da menestrello del Potere; da quella che una volta era la Chiesa cattolica e dall’ineffabile Bergoglio, sempre prontamente schierato a difesa dell’Islam e dei clandestini, mai una volta a difesa dei Cristiani massacrati per il mondo; ecco, da tutti costoro, anche per ricordare un famoso libro di Oriana Fallaci  e come omaggio ad una indimenticabile scrittrice, che tutto questo aveva previsto in tempo, noi ci attendiamo una sola cosa: NIENTE E COSI’ SIA.
Ezio Scaramuzzino



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