Quando, nel 1989, crollò l’Unione
Sovietica, il politologo nippo-americano Francis Fukuyama proclamò
solennemente, scrivendoci anche un famosissimo libro, La fine della
storia. Rivista col senno di poi, si può dire che mai una simile affermazione
risultò essere più fallace. E' vero che in precedenza c'era la contesa fra i
due blocchi, ma l’equilibrio del terrore aveva ingessato la vita politica
dell’Occidente ed aveva finito col bloccare ogni forma di evoluzione: si
conviveva con un po’ di terrorismo, con gli scioperi a getto continuo, con gli
autunni caldi che duravano un’intero anno, ma in fondo si continuava a
vivere decentemente e dignitosamente. Anche l’allora Partito Comunista
Italiano, che in teoria doveva costituire l’alternativa di regime ed in realtà
agiva da Quinta colonna per conto dell’URSS, aveva finito con l’imborghesirsi e
non rappresentava più una reale minaccia per la democrazia.
Dopo il 1989 invece niente è
stato più come prima e l’evoluzione storico-politica ha assunto un andamento
febbrile, a volte tumultuoso. Dopo il 1989 c’è stata la nascita del terrorismo
islamico, che ha impresso una svolta drammatica alla politica del mondo intero;
c’è stato il risveglio più o meno legittimo dell’Islam, che non riesce a convivere
con le altre religioni ed anzi si pone spesso in alternativa esistenziale a
tutte le altre confessioni religiose; c’è stato il dilagare dell’immigrazione
clandestina, che sta sconvolgendo in maniera convulsa gli equilibri politici e
demografici in tutto il mondo.
Qualcuno
sostiene che si tratta di fenomeni epocali, ai quali sarebbe inutile opporsi:
tesi discutibile e che non ritengo possa giustificare l’atteggiamento
dell’Occidente, sempre incline ad assecondare e subire i fenomeni, oltre che
incapace di un seppur minimo controllo e rinunciatario fino all’autolesionismo.
Fatto è
che un tale atteggiamento rinunciatario è particolarmente grave nel nostro
Paese, dove ormai l’azione del nostro Governo e dei maggiori responsabili
politici ha chiaramente assunto le caratteristiche dell’autolesionismo e del
masochismo sublimato fino a diventare filosofia di vita.
Le
vicende relative all’approvazione dello Ius soli sono soltanto l’ultimo
capitolo di una barbarie politica che può trovare una spiegazione solo nei condizionamenti
determinati dalla follia. Si vuole regalare la cittadinanza italiana a folle
sterminate di clandestini solo per averne un compenso elettorale, nella
speranza che questi clandestini siano poi riconoscenti a chi questa
cittadinanza ha regalato; si vuole trasformare l’Italia in una enorme clinica
ostetrica, galleggiante nel Mediterraneo, in attesa delle partorienti in arrivo
da tutto il mondo. Senza considerare che le nazioni, che in tempi normali hanno
concesso lo jus soli, stanno affannosamente cercando di porre delle limitazioni
e in molti casi stanno facendo una precipitosa marcia indietro; senza
considerare ancora che la concessione della cittadinanza è un premio da dare
alla fine di un impegno personale all’integrazione e non un regalo da fare in
maniera preventiva ed indiscriminata all’inizio di un eventuale e del tutto
aleatorio, improbabile percorso.
Detto
questo, visto che i nostri governanti sono tutt’altro che disponibili a
prestare ascolto alle critiche, anzi ostentano un’impermeabilità che rasenta il
cinismo, che cosa resta da fare? Onestamente penso che, al punto in cui ci
troviamo, ci sia da fare ben poco e che questo poco al massimo possa consistere
in una difesa patetica e ormai disperata di quel che resta del nostro modo di
vivere comune e soprattutto della nostra vita privata. Bisognava pensarci
prima, probabilmente, ma non è stato fatto anche perché gli Italiani sono stati
in un certo senso anestetizzati: uno sbarco qua, uno sbarco là, una cooperativa
qua, una là, una leggina al giorno ed a poco a poco la situazione è diventata
irreversibile, giusto come volevano coloro che a questo risultato miravano.
E poi
non bisogna dimenticare che a tanti Italiani pare che questo andazzo sia
gradito e d’altra parte non si possono spiegare diversamente i successi
elettorali del Pd, primo responsabile di quel che sta avvenendo, e dei suoi
alleati minori. Bisogna pur dirlo. Tanta gente in Italia vuole che l’Italia sia
sommersa dalle ondate migratorie e dai nuovi Italiani acquisiti, perché,
nonostante tutto, ora che la situazione è chiaramente delineata e nessuno può
dire di non sapere, ancora nel nostro Paese c’è tanta gente che vota PD. E’
noto che circa un mese fa a Milano c’è stata addirittura una manifestazione in
cui si invocava l’arrivo di un maggior numero di profughi e alla testa di questo
corteo c’erano i massimi esponenti del Pd e alcune tra le massime autorità
dello stato.
E
allora, se a tanti Italiani tutto questo sta bene, rassegniamoci. Continueremo
a vivere, peggio di prima certamente, ammesso che tanti Italiani possano vivere
peggio di come già stanno vivendo adesso, ma continueremo a vivere.
Probabilmente vivremo con un senso di stupita rassegnazione, di fronte allo
sfacelo dell’Italia ormai ridotta ad una fogna, vivremo con dipinta sul volto
la malinconia per un’Italia che sta scomparendo e che per molti aspetti è già scomparsa,
ma continueremo a vivere.
Dagli altri: dai nostri governanti che pensano
solo al loro "particulare"; dall’Europa, anzi dalla Germania, che pensa solo a
metterci con le spalle al muro; dalla Stampa e dalla TV ormai quasi tutta
ridotta, tranne pochissime e proprio per questo lodevoli eccezioni, a fare da
stampella e da menestrello del Potere; da quella che una volta era la Chiesa
cattolica e dall’ineffabile Bergoglio, sempre prontamente schierato a difesa
dell’Islam e dei clandestini, mai una volta a difesa dei Cristiani massacrati
per il mondo; ecco, da tutti costoro, anche per ricordare un famoso libro di
Oriana Fallaci e come omaggio ad una
indimenticabile scrittrice, che tutto questo aveva previsto in tempo, noi ci
attendiamo una sola cosa: NIENTE E COSI’
SIA.
Ezio
Scaramuzzino
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