Passo
dall’edicola e leggo su una locandina “Sculco e Pugliese in udienza dalla
Boschi per il passaggio al PD”. Sicché è fatta e forse c’era da aspettarselo: con
un padrino come Enzo Sculco non poteva che finire così.
Si
ricorderà che Enzo Sculco è stato condannato per concussione con sentenza
definitiva a 4 anni di reclusione nel 2011 (3 estinti per indulto) e nel 2015
la Corte dei Conti lo ha condannato a risarcire la provincia di Crotone di
11.000 € e rotti per danno erariale. In
fondo il ritorno di Sculco in seno al Pd costituisce una sorta di ritorno naturale alla casa
madre, quella casa madre dove egli ha assimilato il dna della politica intesa
come intrallazzo.
Ma,
chiuso il caso Sculco con una senso di umana pietà, resta comunque aperto il
caso di Ugo Pugliese, qualche mese fa eletto Sindaco di Crotone, sia pure con
il neo di essere sotto l’ala protettrice del suo mentore Sculco. Al
ballottaggio Pugliese si è presentato come alternativa all’affarismo ed agli
intrallazzi del PD e per questo motivo anche io gli ho dato il voto, come tanti
altri, considerandolo il male minore o
comunque nelle condizioni di non poter fare peggio del suo avversario. Ma è
finito anche lui nel PD, di cui doveva essere l’alternativa, morale e civile,
prima che politica. Che dire, a parte il senso di sconforto, che ti prende
quando senti certe notizie?
C’era
una volta il trasformismo, che era l’atteggiamento di quei politici disponibili
a qualunque voltafaccia in cambio di una ricompensa da parte di chi detiene e
gestisce il potere. Il trasformismo nacque nel 1876 e fu “inventato” da
Agostino De Pretis, il quale governò a lungo l’Italia, pur non disponendo di
una maggioranza precostituita in Parlamento. Ma, al confronto di quello che
succede ora, il trasformismo di una volta è quasi roba da educande e da Figlie
di Maria. Oggi, nel parlamento italiano un buon 30% degli onorevoli (onorevoli
?) deputati e senatori ha cambiato partito e, anche ai livelli più
bassi della politica, il fenomeno è in splendida ripresa. Le vicende di Crotone
ne sono un esempio probante. Che cosa si aspettano i nostri due intrepidi
rappresentanti dal cambio di casacca e dall’udienza presso Sua Eccellenza il Ministro per
le riforme Maria Elena Boschi, quella di Banca Etruria, tanto per intenderci?
Riusciranno i nostri due eroi a ritrovare il bandolo della matassa giunta al
capolinea della loro attività politica? E quale è o potrebbe essere questo
bandolo della matassa?
Tutto
fa capo al partito politico, locale e personale, I Demokratici, di cui Enzo
Sculco è il fondatore e Ugo Pugliese, in qualità di Sindaco, è illustre
rappresentante, sebbene in un partito ancora più piccolo, di derivazione del primo come nelle matrioske e di cui non importa ricordare il nome. Orbene I Demokratici sono un piccolo partito, senza ampie
prospettive per il futuro e soprattutto impossibilitato a garantire ricompense e
soddisfazioni per coloro che vi si sono imbarcati. Ugo Pugliese, il Sindaco di
Crotone, è relativamente giovane e sa che, se vuole avere un futuro politico, deve accasarsi in
un partito che possa offrirgli prospettive più concrete. Enzo Sculco, per la
sua età e per i suoi precedenti, politici e penali, presumo non abbia più molte
ambizioni personali, ma ha una figlia, Flora Sculco, attuale consigliere
regionale, e che negli ultimi tempi ha un po’ fatto da battistrada per il
cambio di casacca, schierandosi apertamente per il SI' al prossimo referendum
costituzionale. I figli “so’ piezz’e core”, si sa, e per loro si è disposti a
qualunque sacrificio, anche a compiere un’ennesima giravolta, anche a perdere la
dignità che resta, a costo di suscitare negli elettori nausea e disgusto.
Ma,
forse, non tutto il male vien per nuocere. C’erano già tanti buoni motivi per
votare NO al prossimo referendum. Ce n’è uno in più, non piccolo, non
trascurabile, per ribadire ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, che,
se si vuole trasformare l’Italia e mandare a casa la banda di parassiti che
l’hanno occupata, la infestano e la stanno spolpando, l’unica via di salvezza è
quella del NO.
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