Ho ricevuto da un amico un bel libro, Come fossi un uomo, di Giuseppe Pipino,
ed. L’Espresso, 2012, che ho letto quasi d’un fiato. Lo consiglio a chi ha voglia di distogliere ogni tanto lo sguardo dalla TV e di dedicare
qualche mezzoretta del suo tempo alla lettura di qualcosa di bello e di
intelligente. L’autore è un ingegnere nucleare e sostiene che la conoscenza
derivante dall’intuizione è non meno importante di quella derivante
dall’osservazione, che è figlia della scienza. Giuseppe Pipino poteva rivolgere
la sua attenzione allo studio di protoni, elettroni e neutroni e invece ha
preferito occuparsi, almeno in questo lavoro, di argomenti storico-religiosi.
Il libro infatti è una rivisitazione della
vita di Cristo, fondamentalmente nella sua dimensione umana, raccontata secondo
un interessante ed originale punto di vista: molti capitoli, specie all’inizio,
sono dedicati ciascuno ad uno dei personaggi che hanno contato qualcosa nella
vita di Gesù ed ognuno di essi racconta in prima persona le vicende di cui ha
avuto la fortuna di essere privilegiato testimone. Come in un gigantesco
Rashomon, le varie testimonianze si compongono fino a formare il puzzle che fa
da sfondo all’avventura umana di Gesù, l’unico a non fornire la sua personale versione
dei fatti. L’autore inoltre dimostra di avere una vasta ed approfondita
conoscenza dei testi sacri e quindi si muove sempre molto agevolmente tra i
fatti, storici, privati, a volte quasi oscuri, di quei primi decenni della
nostra Era.
E’ una sorta di nuovo Vangelo, avvincente,
alla stregua di uno dei tanti vangeli apocrifi che nel corso dei primi secoli
sono nati intorno alla figura del Cristo, anzi lo si potrebbe definire il
Quinto Evangelio, se non fosse per il fatto che tale denominazione è stata già
utilizzata dallo scrittore Mario Pomilio in un suo famoso libro.
Ci passa davanti agli occhi la vita di Gesù,
dalla nascita a Betlemme alla crocifissione
sul Golgota. E questa vita è raccontata, descritta, ampliata, collegata,
trasfigurata, come in un grande affresco, da un autore che ha la voglia di
raccontare e sa farsi capire da un pubblico che vuole conoscere e, soprattutto,
vuole sapere di più rispetto a quello che già si sa dalla lettura dei
cosiddetti libri canonici.
Il libro non ha pretese scientifiche e non
mancano alcune ricostruzioni che possono suscitare perplessità nel lettore più
legato al tradizionale racconto della vita di Gesù, fino al sorprendente
finale, decisamente fuori del comune e
tale da risultare la spia più sicura e convincente delle capacità
narrative dell’autore. Il libro insomma si
presenta esplicitamente come un romanzo, secondo quanto lo stesso autore indica
in copertina, ma, dopo gli abusi e gli sproloqui degli ultimi anni, si tratta
di un romanzo che ritorna alle migliori tradizioni di questo genere letterario.
Lo si potrebbe definire un romanzo storico, secondo una tradizione letteraria
che ha il suo più illustre esponente in un autore che, scusate se è poco, si
chiama Alessandro Manzoni.
Quanto allo stile, non si può che dirne
bene. L’autore non segue le mode dei nostri giorni, che indulgono allo
sperimentalismo linguistico. Egli scrive e racconta con l’atteggiamenti tipico
di chi ha il piacere di raccontare. Semplicemente scrive in lingua italiana e
lo fa con l’intenzione di farsi capire e di rendere agevole la lettura,
aggiungendo di suo un tono tra il poetico e il favoloso, che costituisce
secondo me il fascino non ultimo della bellezza di questo libro.
Difetti? Forse qualche refuso di troppo e
una certa tendenza a presentare un numero eccessivo di personaggi, anche secondari, con il rischio
di creare un po’ di confusione nel lettore meno attento, con tutti quei nomi
ebraici, che spesso si ripetono pur appartenendo a persone diverse. Se poi si
vuole essere particolarmente pignoli, è anche possibile rilevare una certa
forzatura ideologica, che induce a presentare alcuni personaggi, in particolare
Giuda, almeno nella fase della loro
prima attività, più come dei guerriglieri in lotta contro l’occupazione romana,
che non come apostoli di una nuova religione. Un’ultima annotazione: quando ho
finito il libro, mi è dispiaciuto, perché avrei voluto che continuasse. Ho
pensato che il libro fosse troppo breve, poi ho controllato il numero delle
pagine, 208, ed ho capito che ero stato io troppo veloce.
Il libro è facilmente reperibile ed
acquistabile in Internet, immettendo i dati in un qualunque motore di ricerca. Giuseppe
Pipino è anche autore di altri due romanzi:
Il volto oscuro del Signore (Edicom,
1998);
Aspro-monte. Un sottile, instabile
crinale (L'Espresso, 2012).
Ezio Scaramuzzino
Molto interessante, lo comprerò
RispondiEliminaQuanto a Giuda lessi che pare appartenesse agli Zeloti, che congiuravano per cacciare i Romani e riacquistare la libertà. Aveva creduto che Gesù potesse mettersi a capo dell'insurrezione e quando capì di aver sbagliato, deluso lo vendette
Chissà!
Molto interessante, lo comprerò anche io.
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