martedì 28 febbraio 2017

Come fossi un uomo (romanzo) di Giuseppe Pipino


Ho ricevuto da un amico un bel libro, Come fossi un uomo, di Giuseppe Pipino, ed. L’Espresso, 2012, che ho letto quasi d’un fiato. Lo consiglio a chi ha voglia di distogliere ogni tanto lo sguardo dalla TV e di dedicare qualche mezzoretta del suo tempo alla lettura di qualcosa di bello e di intelligente. L’autore è un ingegnere nucleare e sostiene che la conoscenza derivante dall’intuizione è non meno importante di quella derivante dall’osservazione, che è figlia della scienza. Giuseppe Pipino poteva rivolgere la sua attenzione allo studio di protoni, elettroni e neutroni e invece ha preferito occuparsi, almeno in questo lavoro, di argomenti storico-religiosi.
Il libro infatti è una rivisitazione della vita di Cristo, fondamentalmente nella sua dimensione umana, raccontata secondo un interessante ed originale punto di vista: molti capitoli, specie all’inizio, sono dedicati ciascuno ad uno dei personaggi che hanno contato qualcosa nella vita di Gesù ed ognuno di essi racconta in prima persona le vicende di cui ha avuto la fortuna di essere privilegiato testimone. Come in un gigantesco Rashomon, le varie testimonianze si compongono fino a formare il puzzle che fa da sfondo all’avventura umana di Gesù, l’unico a non fornire la sua personale versione dei fatti. L’autore inoltre dimostra di avere una vasta ed approfondita conoscenza dei testi sacri e quindi si muove sempre molto agevolmente tra i fatti, storici, privati, a volte quasi oscuri, di quei primi decenni della nostra Era.
E’ una sorta di nuovo Vangelo, avvincente, alla stregua di uno dei tanti vangeli apocrifi che nel corso dei primi secoli sono nati intorno alla figura del Cristo, anzi lo si potrebbe definire il Quinto Evangelio, se non fosse per il fatto che tale denominazione è stata già utilizzata dallo scrittore Mario Pomilio in un suo famoso libro.
Ci passa davanti agli occhi la vita di Gesù, dalla nascita a Betlemme alla  crocifissione sul Golgota. E questa vita è raccontata, descritta, ampliata, collegata, trasfigurata, come in un grande affresco, da un autore che ha la voglia di raccontare e sa farsi capire da un pubblico che vuole conoscere e, soprattutto, vuole sapere di più rispetto a quello che già si sa dalla lettura dei cosiddetti libri canonici.
Il libro non ha pretese scientifiche e non mancano alcune ricostruzioni che possono suscitare perplessità nel lettore più legato al tradizionale racconto della vita di Gesù, fino al sorprendente finale, decisamente fuori del comune  e tale da risultare la spia più sicura e convincente delle capacità narrative  dell’autore. Il libro insomma si presenta esplicitamente come un romanzo, secondo quanto lo stesso autore indica in copertina, ma, dopo gli abusi e gli sproloqui degli ultimi anni, si tratta di un romanzo che ritorna alle migliori tradizioni di questo genere letterario. Lo si potrebbe definire un romanzo storico, secondo una tradizione letteraria che ha il suo più illustre esponente in un autore che, scusate se è poco, si chiama Alessandro Manzoni.
Quanto allo stile, non si può che dirne bene. L’autore non segue le mode dei nostri giorni, che indulgono allo sperimentalismo linguistico. Egli scrive e racconta con l’atteggiamenti tipico di chi ha il piacere di raccontare. Semplicemente scrive in lingua italiana e lo fa con l’intenzione di farsi capire e di rendere agevole la lettura, aggiungendo di suo un tono tra il poetico e il favoloso, che costituisce secondo me il fascino non ultimo della bellezza di questo libro.
Difetti? Forse qualche refuso di troppo e una certa tendenza a presentare un numero eccessivo di  personaggi, anche secondari, con il rischio di creare un po’ di confusione nel lettore meno attento, con tutti quei nomi ebraici, che spesso si ripetono pur appartenendo a persone diverse. Se poi si vuole essere particolarmente pignoli, è anche possibile rilevare una certa forzatura ideologica, che induce a presentare alcuni personaggi, in particolare Giuda,  almeno nella fase della loro prima attività, più come dei guerriglieri in lotta contro l’occupazione romana, che non come apostoli di una nuova religione. Un’ultima annotazione: quando ho finito il libro, mi è dispiaciuto, perché avrei voluto che continuasse. Ho pensato che il libro fosse troppo breve, poi ho controllato il numero delle pagine, 208, ed ho capito che ero stato io troppo veloce.
Il libro è facilmente reperibile ed acquistabile in Internet, immettendo i dati in un qualunque motore di ricerca. Giuseppe Pipino è anche autore di altri due romanzi:
Il volto oscuro del Signore (Edicom, 1998);
Aspro-monte. Un sottile, instabile crinale (L'Espresso, 2012).

Ezio Scaramuzzino

2 commenti:

  1. Molto interessante, lo comprerò
    Quanto a Giuda lessi che pare appartenesse agli Zeloti, che congiuravano per cacciare i Romani e riacquistare la libertà. Aveva creduto che Gesù potesse mettersi a capo dell'insurrezione e quando capì di aver sbagliato, deluso lo vendette
    Chissà!

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  2. Molto interessante, lo comprerò anche io.

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