Io amo Israele.
Ho già raccontato una volta come è
nato il mio amore per Israele (leggi
qui), ma quel che ho raccontato allora non esaurisce il discorso. Premetto
che io sono cristiano cattolico e che sono orgoglioso di esserlo, anche se la
mia religiosità è molto lontana da quella di papa Bergoglio. Premetto ancora che
so tutto, o quasi, della diaspora, di Ferdinando il Cattolico, dei marrani, dei
ghetti, dei pogrom, dell’olocausto e che so anche tutto, o quasi, dell’Israele
di oggi, del Neghev, di Ariel Sharon , di Isaac Rabin, di Golda Meir, di Moshe
Dayan, del raid di Entebbe, di David Ben Gurion. Ma anche questo non spiega
tutto e non esaurisce il discorso.
Perché ancora oggi, quando sento
parlare di Israele, mi accorgo che un leggero brivido di emozione mi avvolge?
Perché quando vedo i soldati di Israele, uomini e donne, mi sembrano tutti
belli nelle loro divise, pronti a volare come se fossero degli angeli, pronti a
stendere un velo difensivo sul loro cielo, talché essi potrebbero anche fare a
meno dei missili Patriot? Perché, se
vedo lo Yom Hazikaron (leggi qui), il giorno in cui tutto Israele si ferma per un minuto ed
al suono delle sirene ricorda i soldati caduti per la Patria, mi capita di
commuovermi?
E’ difficile dare una spiegazione
logica e razionale di questo sentimento ed io non ho la pretesa di darla questa
spiegazione.
Io non sono mai stato in Israele e
gli unici contatti sono avvenuti in modo indiretto e casuale. Mi sarebbe
piaciuto andarci, almeno una volta nella vita, e i motivi sono da riferirsi
certamente alla mia cronica mancanza di tempo e alla mia pigrizia. Ma da quest’anno avrò più tempo
a disposizione e quindi conto di andarci, finalmente. So già, o almeno immagino,
quel che mi attende.
Sbarcherò all’aeroporto di Tel Aviv.
Le hostess mi sorrideranno e mi daranno il benvenuto. In albergo alla reception
mi sorrideranno e mi daranno il benvenuto. Al pomeriggio andrò a visitare lo
Yad Yashem e rivivrò la Shoah tra il sorriso mesto e contenuto delle guide.
Vedrò un po’ dovunque i soldati dell’IDF, vigili e tesi, ma che non mancheranno
di essere gentili con chi, come me, si avvicinerà loro in segno di pace e di
amicizia. Toccherò e calpesterò la terra sacra d’Israele e ogni luogo mi
racconterà la storia di un popolo che ha tanto sofferto, che è attaccato alla
vita e che, soprattutto, ha tanta voglia di continuare a vivere.
Perché questo è oggi Israele: uno
stato, un popolo che ha bisogno di essere amato. Ed io lo amo. Vola, vola
Israele e colpisci, quando qualcuno si lascia saltare in aria per incutere il
terrore. Vola e colpisci, quando gli assassini con il turbante e la kefiah usano i coltelli per sconvolgere la tua vita. Vola e colpisci, quando i missili
Qassam vengono lanciati da Gaza per distruggere le scuole di Sderot e toglierti
la pace. Vola e colpisci quando le navi dei falsi pacifisti cercano di forzare
il blocco che deve impedire il passaggio delle armi. Vola e colpisci quando i
terroristi costruiscono dei tunnel per favorire l'incedere della morte e
della distruzione. Vola, colpisci e distruggi i subumani che si rifiutano di dare la mano ai tuoi atleti alle Olimpiadi di Rio. Vola, vola, Israele. Tu non sei solo. Il nostro amore e la tua forza sono più
forti dell’odio dei tuoi nemici. E le porte dell’Inferno non prevarranno.
Per chiudere, si prega di vedere questo breve video sul Giorno della memoria.
Per chiudere, si prega di vedere questo breve video sul Giorno della memoria.
Molto commovente il video !
RispondiEliminaAmo anche io Israele e neppure io ci sono mai andata: considero gli ebrei come se fossero miei parenti per cui credo di capire quello che provi
https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2012/11/23/lettera-aperta-alla-terra-disraele/
RispondiEliminaGrazie, Mella. Molto bella la lettera aperta alla terra d'Israele.
RispondiEliminaMeno male che qualcuno ci ama...
RispondiElimina(Purtroppo, spesso tale amore si rivela simile a quello che Yehuda aveva per Yeshua)